Il film riesce a tenere incollato lo spettatore alla poltrona anche grazie alla convincente partitura musicale. Dal 27 marzo al cinema.
di Pedro Armocida
Opus - Venera la tua stella è un thriller psicologico diverso da tutti gli altri perché abbraccia con determinazione, precisione e originalità il racconto musicale inteso in un senso molto ampio che va a toccare anche il mondo del giornalismo musicale a cui il neoregista Mark Anthony Green non appartiene direttamente anche se conosce bene le dinamiche della carta stampata e delle interviste ai grandi personaggi per essere stato a lungo collaboratore di “GQ”. Al centro del film, targato A24 e distribuito da IWonder Pictures a partire dal 27 marzo, c’è Alfred Moretti, una mega superstar pop che negli anni ’90 si è ritirata dalle scene rinchiudendosi, letteralmente, in un ranch isolatissimo nello Utah. Ma, dopo 30 anni di silenzio, è pronto a tornare con un nuovo album che promette essere un’altra vera e propria rivoluzione. Un gruppo selezionassimo di giornalisti, critici, influencer esperti di musica ha la fortuna di essere invitato al primo ascolto, tra questi c’è Ariel (Ayo Edebiri) che, pur essendo una redattrice di belle speranze, è la più lucida nel capire fin da subito che in quella comunità gioiosa c’è molto che non va. A partire ovviamente dal cantante Alfred Moretti che vive nel culto più assoluto della personalità e a cui John Malkovich regala una delle sue interpretazioni più complesse e sfaccettate, come si dice a 360 gradi.
È proprio l’attore statunitense infatti a prestare la sua voce in tre brani originali e fondamentali, creati dagli artisti vincitori del Grammy The-Dream e Nile Rodgers, che scandiscono altrettanti momenti di passaggio del film. Su YouTube è facile trovare un esempio delle capacità canore di Malkovich che interpreta la non facile "Hallelujah" di Leonard Cohen alla tv russa nel 2013.
Si inizia dunque con il brano Dina, Simone che viene presentato come la canzone più popolare di Alfred Moretti e che accompagna il montaggio alternato iniziale in cui si vedono persone cantarla in tutto il globo terraqueo. È il loro modo per celebrare l’annuncio del ritorno sulle scene dell’idolo la cui fama avevamo già colto grazie alla sequenza di apertura del film con la canzone Maggot Brain di Funkadelic che risuona sulle immagini, presenti anche nel trailer, di un Moretti misterioso inquadrato solo da dietro in un’oceanica esibizione in uno stadio. Capiamo così, fin da subito, la portata carismatica di un personaggio che sa stregare centinaia di migliaia di fan.
La seconda canzone nel film, scritta e prodotta dalla fantastica coppia formata da The-Dream e Nile Rodgers che, ricordiamolo, verso la fine degli anni ’70 con il il gruppo Chic e il brano Le Freak si è trasformato in uno degli artisti più influenti della disco music per poi diventare anche compositore di colonne sonore, per esempio quella di Il principe cerca moglie, è Tomorrow che è in realtà la prima canzone del nuovo album di Alfred Moretti che i componenti dell’allegra combriccola ascolta, ognuno chiuso nella propria stanza del peculiare ranch, la prima e unica notte di quiete.
La terza, 35mm, esplode con tutta la sua carica sessuale nella sala di ascolto comune con Moretti che, agghindato con guanti, stivaletti e gioielli, in un felice riecheggiamento di artisti come Prince, Elton John e David Bowie, mima senza filtri il testo della canzone creando un’atmosfera di seduzione mista a imbarazzo che, ben presto, si trasforma anche in grande inquietudine.
A chiudere il film c’è il motivo DLZ di TV on the Radio che parte quando stanno per iniziare i titoli di coda a suggellare una sequenza inquietante che, ovviamente, non sveliamo perché rivelatrice degli aspetti più malati dei piani di Alfred Moretti.
Ma, a dare ritmo e sostanza, a un film che, oltre che essere ipnotico, sa essere anche adrenalinico, ci pensa la colonna sonora composta dai pluripremiati Danny Bensi e Saunder Jurriaans, il primo è danese ma dal 2018 vive a Los Angeles, il secondo statunitense e, insieme, hanno scritto un centinaio di musiche per film, tra cui Speak No Evil, serie tv come Tulsa King e Ozark di Netflix e videogiochi. La loro collaborazione, insieme alle tre canzoni create dai veterani The-Dream e Nile Rodgers che sembrano essere ‘veramente’ delle hit contemporanee e che possono essere ascoltate sulle piattaforme musicali oltre che essere acquistate in un vinile a edizione limitata a 20 dollari sullo shop del sito di A24, dà un contributo fondamentale alla creazione delle atmosfere sinistre di Opus, che riesce a tenere incollato lo spettatore alla poltrona anche grazie proprio all’elaborata e convincente partitura musicale.