
Una cronaca famigliare che ha appassionato la Francia in un film a cui manca un po' di ambizione. Fuori Concorso.
di Marzia Gandolfi
Marianne ‘vende’ cosmetici e bellezza ma sembra aver bruciato la sua in un matrimonio di facciata e in una gabbia di cristallo che un giorno qualcuno frantuma. Il suo impero è assediato da Pierre-Alain Fantin, fotografo e scrittore irriverente e adulatore. Mentre Marianne ricopre d’oro il suo nuovo giocattolo, la famiglia si inquieta e serra i ranghi.
Ispirato liberamente (e ferocemente) a l’affaire Bettencourt e al suo capitale di dramma (alto)borghese, La femme la plus riche du monde ribattezza i suoi protagonisti per evitare l’ira degli eredi del marchio L’Oréal e la denuncia del fotografo seduttore.
Il film non ha l’ambizione e nemmeno la velleità di fare luce su una causa legale che aveva tutte le carte in regola per affascinare i francesi. Per chi ignorasse questo feuilleton giudiziario, che ha riempito le pagine dei giornali e ingombrato il piccolo schermo al debutto di questo secolo, il film offre un compendio esuberante.