Una sceneggiatura priva di inventiva e poco comica non valorizza il personaggio interpretato da Ke Huy Quan. Al cinema.
di Simone Emiliani
Milwaukee. Marvin Gable è un uomo dalla vita apparentemente normale. Lavora come agente immobiliare e i cartelli “Vendesi” con la sua faccia sono dappertutto. Inoltre ha appena ricevuto un prestigioso riconoscimento dal suo mentore e amico Cliff, quello di miglior agente immobiliare regionale dell’anno. Niente però è come sembra. Un giorno riceve una misteriosa busta rossa dove c’è scritto “With Love” e un foglio con la scritta “Sono tornata” che fa tornare a galla il suo passato di killer. A mandargliela è Rose, la donna che avrebbe dovuto far fuori per conto di suo fratello Alvin, a capo di un’organizzazione criminale, perché gli aveva sottratto un’enorme somma di denaro. Marvin però non ha portato a termine l’incarico perché si è innamorato di lei. L’ha così aiutata a fuggire e poi ha deciso di cambiare vita. Però adesso è tornato il momento per regolare per sempre i suoi vecchi conti in sospeso.
Jonathan Eusebio, qui al primo lungometraggio, dopo essere stato regista della seconda unità di Deadpool 2 (guarda la video recensione) e aver diretto le scene d’azione in Fast & Furious 8, ripropone schematicamente i combattimenti che ha coordinato, per esempio, nella saga di John Wick e The Fall Guy. Ma al di là dell’indubbio mestiere dell’operazione non c’è inventiva e soprattutto è debole la parte comica, soprattutto nella rappresentazione degli spietati criminali e del boss interpretato da Alvin Wu. Peccato che la sceneggiatura non abbia valorizzato il personaggio interpretato da Ke Huy Quan.