Fare la spia è un affare di famiglia
di Alberto Crespi La Repubblica
George Woodhouse lavora per il National cyber security centre, un'agenzia dei servizi segreti britannici (l'NCSC esiste davvero, George Woodhouse no). Nei primi minuti di film (niente spoiler) riceve da un superiore una lista di cinque nomi.
Sono gli unici, nell'ufficio, che abbiano le competenze necessarie per rubare un programma informatico che in mano nemica potrebbe provocare inenarrabili disastri. George dovrà scoprire chi è, dei cinque, il traditore. Il capo: "Uno dei cinque è tua moglie. È un problema?". George, senza batter ciglio: "Ovviamente no".
Black Bag , scritto da David Koepp e diretto, fotografato e montato da Steven Soderbergh, è una commedia matrimoniale travestita da spy story. L'amore fra George e sua moglie Kathryn, anche lei al soldo di Sua Maestà, sarà più forte del patriottismo e del dovere? Tipico copione "a meccanismo", con dettagli spesso incomprensibili (nei film di spionaggio è pressoché obbligatorio) e scavo psicologico qua e là davvero interessante.
Michael Fassbender è un agente impassibile e apparentemente tetragono a ogni emozione; Cate Blanchett se lo mangia, a livello di recitazione, ma fa parte del gioco.
In un cameo da supercapo cattivissimo, uno che di spie britanniche se ne intende, c'è l'ex 007 Pierce Brosnan. In questi tempi di durate extralarge al fine di inzeppare le piattaforme, il film ha un pregio antico: dura 93 minuti.
Da La Repubblica, 30 aprile 2025
di Alberto Crespi, 30 aprile 2025