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la criticadora de pelicula
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mercoledì 23 aprile 2025
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un fungo velenoso e molti misteri
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UN FUNGO VELENOSO E MOLTI MISTERI.
I funghi nei film sono garanzia di tragicità, a partire da "Il romanzo di un baro" di Sacha Guitry sino a "La notte brava del soldato Jonathan" di Don Siegel.
Metti un "sospetto" o anche "un nonnulla" di fungo velenoso nella fricassea (fricassea: non quiche!) e il sottile gioco mentale tra attori e spettatori ha inizio.
Si diviene tutti detectives, chiedendosi se davvero l'adorabile anziana protagonista, abbia tentato di avvelenare la figlia.
Un dilemma che attanaglia per tutta la proiezione, innestando anche un certo senso di colpa.
Sospetto e senso di colpa sono i due principali ingredienti di un piatto cucinato e servito in modo eccellente da F.
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UN FUNGO VELENOSO E MOLTI MISTERI.
I funghi nei film sono garanzia di tragicità, a partire da "Il romanzo di un baro" di Sacha Guitry sino a "La notte brava del soldato Jonathan" di Don Siegel.
Metti un "sospetto" o anche "un nonnulla" di fungo velenoso nella fricassea (fricassea: non quiche!) e il sottile gioco mentale tra attori e spettatori ha inizio.
Si diviene tutti detectives, chiedendosi se davvero l'adorabile anziana protagonista, abbia tentato di avvelenare la figlia.
Un dilemma che attanaglia per tutta la proiezione, innestando anche un certo senso di colpa.
Sospetto e senso di colpa sono i due principali ingredienti di un piatto cucinato e servito in modo eccellente da F. Ozon, regista che offre un insolito punto di vista, trascendendo il comune concetto di moralità.
Alla fine la pietanza è ben digerita da tutti: i sospettosi, investigatrice compresa, chiudono un occhio sui sospettati. Le buone intenzioni vincono anche a costo di avere tragiche conseguenze.
A proposito di veleno viene alla mente il film "Il sospetto" di Hitchcock, regista, come si sa, amatissimo da Ozon. Un bicchiere di latte avvelenato e servito alla protagonista, coinvolge il pubblico in una suspence continua tra dubbio e realtà, rivelando una profonda indagine degli aspetti ambigui della personalità umana.
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la criticadora de pelicula
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venerdì 25 aprile 2025
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un fungo velenoso e molti misteri
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I funghi nei film sono garanzia di tragicità, a partire da "Il romanzo di un baro" di Sacha Guitry sino a "La notte brava del soldato Jonathan" di Don Siegel.
Metti un "sospetto" o anche "un nonnulla" di fungo velenoso nella fricassea (fricassea: non quiche!) e il sottile gioco mentale tra attori e spettatori ha inizio.
Guardando "Sotto le foglie" si diviene tutti detectives, chiedendosi se davvero l'adorabile anziana protagonista, abbia tentato di avvelenare la figlia.
Un dilemma che attanaglia per tutta la proiezione, innestando anche un certo senso di colpa.
Sospetto e senso di colpa sono i due principali ingredienti di un piatto cucinato e servito in modo eccellente da F.
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I funghi nei film sono garanzia di tragicità, a partire da "Il romanzo di un baro" di Sacha Guitry sino a "La notte brava del soldato Jonathan" di Don Siegel.
Metti un "sospetto" o anche "un nonnulla" di fungo velenoso nella fricassea (fricassea: non quiche!) e il sottile gioco mentale tra attori e spettatori ha inizio.
Guardando "Sotto le foglie" si diviene tutti detectives, chiedendosi se davvero l'adorabile anziana protagonista, abbia tentato di avvelenare la figlia.
Un dilemma che attanaglia per tutta la proiezione, innestando anche un certo senso di colpa.
Sospetto e senso di colpa sono i due principali ingredienti di un piatto cucinato e servito in modo eccellente da F. Ozon, regista che offre un insolito punto di vista, trascendendo il comune concetto di moralità.
Alla fine la pietanza è ben digerita da tutti: i sospettosi, investigatrice compresa, chiudono un occhio sui sospettati. Le buone intenzioni vincono anche a costo di avere tragiche conseguenze.
A proposito di veleno viene alla mente il film "Il sospetto" di Hitchcock, regista, come si sa, amatissimo da Ozon. Un bicchiere di latte avvelenato e servito alla protagonista, coinvolge il pubblico in una suspence continua tra dubbio e realtà, rivelando una profonda indagine degli aspetti ambigui della personalità umana.
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nino pellino
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sabato 19 aprile 2025
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il regista ozon ci regala un film molto profondo
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Ottimo film del regista François Ozon ambientato nella bellissima campagna francese che funge da giusta appendice allo svolgimento di una trama nella quale la vera bellezza resta lo spessore introspettivo dei suoi personaggi e delle loro rispettive vicende umane. In particolare Michelle, la protagonista principale, una donna anziana che da tempo conduce una vita appartata e che ama il proprio nipote Luca, unigenito della propria figlia Valerie con la quale però la vecchia nonna vive da sempre un rapporto fatto di attriti e di incomprensioni. Come dicevo prima la vera bellezza di questa pellicola è l'analisi profonda, quasi dettagliata che il regista fa di ogni persona che popola il racconto.
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Ottimo film del regista François Ozon ambientato nella bellissima campagna francese che funge da giusta appendice allo svolgimento di una trama nella quale la vera bellezza resta lo spessore introspettivo dei suoi personaggi e delle loro rispettive vicende umane. In particolare Michelle, la protagonista principale, una donna anziana che da tempo conduce una vita appartata e che ama il proprio nipote Luca, unigenito della propria figlia Valerie con la quale però la vecchia nonna vive da sempre un rapporto fatto di attriti e di incomprensioni. Come dicevo prima la vera bellezza di questa pellicola è l'analisi profonda, quasi dettagliata che il regista fa di ogni persona che popola il racconto. Abbiamo detto di Michelle, una donna solitaria che cerca ancora dell'affetto umano per continuare a dare un senso alla propria esistenza; c'è la sua amica del cuore, Marie-Claude che a sua volta ha un figlio di nome Vincent, appena uscito di prigione a causa di un passato difficile di cui non sapremo mai le motivazioni. Vincent verrà accolto come un figlio nella casa dell'anziana Michelle la quale adidrittura gli consentirà finanziaramente di poter aprire un esercizio commerciale al dettaglio. E poi c'è Valerie, la figlia di MIchelle che ci appare come una donna infelice, tormentata e con problemi finanziari causati principalmente da una difficile esperienza di divorzio dal padre del piccolo Luca. Non poteva che trattarsi di un film francese questa ottima pellicola in grado di stagliarsi in bilico tra dolcezza, armonia e mistero.
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laurab
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mercoledì 30 aprile 2025
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sensi di colpa e segreti
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Un film difficile da catalogare perché non riconducibile ad un genere preciso (noir, thriller, poliziesco,…). Ma certamente Ozon è riuscito a costruire un film dove forma, sostanza e sorpresa sono elementi integrati ed in perfetto equilibrio. E questo, a mio avviso, travalica e prescinde da ogni tipo di classificazione.
Il titolo è fortemente indicativo della storia che si snoda con delicatezza, dove ogni azione sembra strisciare sotto una coltre di perbenismo della provincia francese, invisibile e nascosta come sotto il manto di foglie autunnali e fruscianti del bosco.
I segreti sono il fil rouge che accompagnano lo spettatore e Ozon riesce a rendere lievi e quasi giustificabili le intenzioni ed i gesti spregevoli che vengono compiuti dai personaggi perfettamente caratterizzati e credibili.
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Un film difficile da catalogare perché non riconducibile ad un genere preciso (noir, thriller, poliziesco,…). Ma certamente Ozon è riuscito a costruire un film dove forma, sostanza e sorpresa sono elementi integrati ed in perfetto equilibrio. E questo, a mio avviso, travalica e prescinde da ogni tipo di classificazione.
Il titolo è fortemente indicativo della storia che si snoda con delicatezza, dove ogni azione sembra strisciare sotto una coltre di perbenismo della provincia francese, invisibile e nascosta come sotto il manto di foglie autunnali e fruscianti del bosco.
I segreti sono il fil rouge che accompagnano lo spettatore e Ozon riesce a rendere lievi e quasi giustificabili le intenzioni ed i gesti spregevoli che vengono compiuti dai personaggi perfettamente caratterizzati e credibili. Colpisce profondamente il modo nel quale ogni azione assume contorni sfumati e la naturalezza con la quale i crimini (reali, presunti…) vengono resi moralmente accettabili e quasi totalmente privi di ogni sorta di colpevolezza.
Bravissima Michelle, una donna con un passato scomodo e inaccettabile per la figlia con la quale ha un rapporto conflittuale, ma dolcemente amorevole con il nipote. Sempre disponibile e affabile, aiuta la sua amica alla quale è legatissima perché condividono lo stesso passato complicato e l’inquieto figlio di lei con problemi giudiziari e di integrazione.
Un film intenso e profondo sulla forza e l’imprevedibilità dei legami affettivi, mai banale e scontato, che lascia un sapore pericolosamente penetrante e aromatico come quello di un piatto di funghi.
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albatros
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lunedì 28 aprile 2025
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ogni famiglia infelice ? ...
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Che cosa raccoglierà Marie-Claude sotto un tappeto autunnale di foglie, il bene o il male? François Ozon ha creato un giallo psicologico ambientato nella meravigliosa quanto insolita campagna borgognona, poiché non ci sono tracce di ondulate colline né di vendemmie appena trascorse. Infatti, al film piace inoltrarsi nei boschi, cui si accede superando ponticelli in stile giapponese, quest’ultima una citazione pittorica che accresce le suggestioni nello spettatore. Anche l’autunno sembra voglia essere altro da sé, mostrandosi vivace grazie alle variopinte foglie che ricoprono la terra ricca di funghi.
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Che cosa raccoglierà Marie-Claude sotto un tappeto autunnale di foglie, il bene o il male? François Ozon ha creato un giallo psicologico ambientato nella meravigliosa quanto insolita campagna borgognona, poiché non ci sono tracce di ondulate colline né di vendemmie appena trascorse. Infatti, al film piace inoltrarsi nei boschi, cui si accede superando ponticelli in stile giapponese, quest’ultima una citazione pittorica che accresce le suggestioni nello spettatore. Anche l’autunno sembra voglia essere altro da sé, mostrandosi vivace grazie alle variopinte foglie che ricoprono la terra ricca di funghi. Dunque, in autunno c’é vita nel sottobosco; ma basta una distrazione per rischiare di rimanere intossicati da certe tossine mortali contenute proprio in quei fantasiosi cappellini, tanto buoni se trifolati in padella. Un film giallo, dicevamo, che però tiene per mano il genere drammatico così generoso di personaggi in cui specchiarsi e vedere riflesso qualche scorcio del proprio vissuto oppure del proprio immaginario: cosa assai difficile, se non impossibile, perché bisogna mettersi alla prova quando di mezzo ci sono convenzioni sociali ed esempi di moralità da soppesare con cura. Si crea, così, un andirivieni di dubbi investigativi che lottano sottilmente contro i simboli narrativi, che ci appaiono quasi per caso e che aspettano soltanto di essere colti. Buona visione!
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dreamers
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lunedì 21 aprile 2025
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quando non lo sa nemmeno il regista...
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Sicuramente l'aspettativa era troppo alta, ma Sotto le foglie finisce per essere non meno deludente di un piatto di funghi senza condimento. Forse il problema di fondo è proprio la costruzione dei personaggi che finisce per pagare pegno alla volontà programmatica di lasciare tutto sospeso, irraggiungibile. Non ci si affeziona a uno solo di loro. Non li si ama. Per cui anche l'interesse a venire a conoscere l'effettivo svolgimento dei fatti che li coinvolge rimane in fondo sopito, sotto le foglie: se lo stesso regista non sa cosa mi sta raccontando, perché dovrei preoccuparmi di arrivare a scoprirlo io? E invece il patto con lo spettatore parrebbe proprio essere questo: io ti do i pezzi, il puzzle componilo tu.
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Sicuramente l'aspettativa era troppo alta, ma Sotto le foglie finisce per essere non meno deludente di un piatto di funghi senza condimento. Forse il problema di fondo è proprio la costruzione dei personaggi che finisce per pagare pegno alla volontà programmatica di lasciare tutto sospeso, irraggiungibile. Non ci si affeziona a uno solo di loro. Non li si ama. Per cui anche l'interesse a venire a conoscere l'effettivo svolgimento dei fatti che li coinvolge rimane in fondo sopito, sotto le foglie: se lo stesso regista non sa cosa mi sta raccontando, perché dovrei preoccuparmi di arrivare a scoprirlo io? E invece il patto con lo spettatore parrebbe proprio essere questo: io ti do i pezzi, il puzzle componilo tu. Il problema è che manca il disegno con cui confrontarlo, ma anche il desiderio di recuperarlo. Grande mossa autoriale? Boh, non mi sembra una felicissima scelta quella di annullare le premesse perché ci sia qualsiasi coinvolgimento emotivo. L'occhio rimane inappagato da una scenografia produttivamente funzionale (il film sembra un low budget, e probabilmente lo è) ma sempre spenta, anonima, avara, senza neppure la capacità seduttiva che potrebbe avere un modello iperrealista alla Dardenne. Anche qui, si dirà che l'intenzione è artistica: togliere (le foglie) per dare visibilità alla cruda terra bruna... Però con le apparizioni del fantasma impallidito e le occhiaie rosse (ma perché?) i toni diventano improvvisamente marcati in un film che invece insegue la neutralità. Mah... Ozon ci ha servito piatti decisamente migliori.
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