Un film corale dal grande cast, purtroppo non valorizzato. In anteprima al TFF.
di Marzia Gandolfi
Ambientato a Parigi, ça va sans dire, Paradis Paris incrocia senza mai convergere i destini dei suoi personaggi, dissertando sulla vita e la morte, a volte con nonchalance, sovente con una gravità che sfiora il ridicolo e la filosofia da bar. André Dussollier, Monica Bellucci, Alex Lutz, Roschdy Zem, Eduardo Noriega, Rossy de Palma e Charline Balu-Emane, vulcanica esordiente che abbatte un serial killer a colpi di logorrea, compongono un cast stellare, generoso e sprecato, sulle rive della Senna e di una capitale anacronistica.
Il capitolo più audace, quello dell’adolescenza vessata dal mondo e rimessa al mondo dal suo rapitore, non compensa tuttavia il vuoto cinematografico assoluto. La regia e la recitazione sono afflitte da tic televisivi e non c’è niente di peggio che vedere la televisione al cinema. Tra l’ingenuità sconcertante del messaggio e lo sforzo di essere inventivo, Paradis Paris trova un solo momento di grazia: lo sguardo celeste di Alex Lutz.