La misura del dubbio |
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Un film di Daniel Auteuil.
Con Daniel Auteuil, Grégory Gadebois, Sidse Babett Knudsen, Alice Belaïdi.
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Titolo originale Le fil.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 115 min.
- Francia 2024.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 19 settembre 2024.
MYMONETRO
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Il doppio volto della giustizia Auteuil rilegge il "legal" con un occhio a Hitchcock
di Roberto Nepoti La Repubblica
Sono stati in molti a Cannes, dove il film appariva nella sezione Special Screenings, a descrivere La misura del dubbio come un legal drama ben interpretato e correttamente messo in scena, ma vecchiotto. Come se Daniel Auteuil (qui anche regista e sceneggiatore) avesse avuto un attacco di nostalgia del cinema del tempo che fu. Le cose non stanno così. Tratto da un fatto di cronaca scovato dalla produttrice Nelly Auteuil (figlia dell'attore e di Emmanuelle Béart), il film si svolge, sì, quasi interamente in un'aula di tribunale, come molti drammi giudiziari americani: però ne rivolta totalmente la morale, ribaltando le aspettative sull'infallibilità della giustizia.
L'avvocato Jean Monier non accetta più casi penali da quindici anni, allorché, pensandolo innocente, fece assolvere un imputato che una volta libero ricominciò a uccidere.
Il caso di Nicolas Milik, però, accusato di avere ucciso la madre dei suoi cinque figli, fa vacillare la decisione: convinto che l'uomo, faccia da cagnone bastonato, sia vittima di una congiura, ne assume la difesa sperando di farlo assolvere in corte d'assise. Durante il dibattimento, le prove appaiono circostanziali e i moventi lacunosi; neppure alcuni brevi flashback (che fanno pensare a quelli "menzogneri" di Hitchcock) servono a chiarire le idee. Da qui al "doppio" finale (non affrettarsi a uscire dalla sala) nulla si può più raccontare per non guastare la sorpresa. Però la morale del film è inequivocabile: malgrado il suo nome pretenzioso, la "giustizia" umana non esiste: in giudizio i fatti possono essere manipolati, alterati e stravolti. Magari con le migliori intenzioni.
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