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enrico danelli
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martedì 14 ottobre 2025
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film iraniano (?) in salsa svedese
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Mi sono fatto invogliare dal titolo che richiama l'Iran e l'ottima filmografia da lì proveniente. In realtà questo film ha ben poco di iraniano: solo l'ambientazione e gli inquietanti richiami alle problematiche sociali di quella nazione (la condizione della donna, la polizia morale). Per il resto il film trasuda tutto il pessimismo scandinavo.La Svezia è presente nella produzione e si vede ... purtroppo Questo film è un invito allla depressione (se non peggio) tanto è negativo nella sua conclusione. La cosa più nefasta è poi il beffardo compiacimento del regista nello svolgere la trama a danno della mal capitata protagonista: piccoli sketch divertenti per metterla in ridicolo per poi castigarla con il finale drammatico.
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Mi sono fatto invogliare dal titolo che richiama l'Iran e l'ottima filmografia da lì proveniente. In realtà questo film ha ben poco di iraniano: solo l'ambientazione e gli inquietanti richiami alle problematiche sociali di quella nazione (la condizione della donna, la polizia morale). Per il resto il film trasuda tutto il pessimismo scandinavo.La Svezia è presente nella produzione e si vede ... purtroppo Questo film è un invito allla depressione (se non peggio) tanto è negativo nella sua conclusione. La cosa più nefasta è poi il beffardo compiacimento del regista nello svolgere la trama a danno della mal capitata protagonista: piccoli sketch divertenti per metterla in ridicolo per poi castigarla con il finale drammatico. Continuaiamo ad elogiare e produrre film del genere: sicuramente non aiuteremo l'esistenza delle persone. Film da evitare.
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giovanni_b_southern
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giovedì 10 aprile 2025
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tenero e bello
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Bello. Da vedere. Consigliato
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domenica 23 febbraio 2025
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dolce e amaro
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Un film dolce e amaro. Una metafora della situazione attuale del paese? Sta di fatto che il coraggio della protagonista a rilanciare la sua vita nella sfera dell'amore sembra rappresentare la voglia del paese di non arrendersi alla nuove leggi della dittatura e della polizia morale. E anche se l'epilogo ? molto amaro la donna cerca di conservare il suo nuovo amore all'interno delle mura proprio come il mosto messo a macerare nelle botti di ceramica.... attesa di un ottimo vino e di una nuova vita?
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gabriella
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domenica 16 febbraio 2025
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oltre il giardino
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Girato in semiclandestinità, aggirando fortunatamente, non si sa come , la censura e presentato alla scorsa Berlinale senza la presenza dei registi ai quali è stato sequestrato il passaporto, il film racconta attraverso una sovversiva limpidezza, la vita in Iran, in modo particolare per la donna. Mahin è una settantenne di Theran vedova da trentanni, con i figli all'estero che non può andare a trovare perchè le autorità non concedono più il visto oltre una certa età, che trascorre le sue giornate in solitudine tranne le sporadiche e allegre visite delle amiche, che decide di dare un calcio alla depressione che sta bussando alla porta e rivitalizzare il suo esistere.
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Girato in semiclandestinità, aggirando fortunatamente, non si sa come , la censura e presentato alla scorsa Berlinale senza la presenza dei registi ai quali è stato sequestrato il passaporto, il film racconta attraverso una sovversiva limpidezza, la vita in Iran, in modo particolare per la donna. Mahin è una settantenne di Theran vedova da trentanni, con i figli all'estero che non può andare a trovare perchè le autorità non concedono più il visto oltre una certa età, che trascorre le sue giornate in solitudine tranne le sporadiche e allegre visite delle amiche, che decide di dare un calcio alla depressione che sta bussando alla porta e rivitalizzare il suo esistere. Esce di casa e in un ristorante mette gli occhi su un signore della sua età, un tassista anch'egli solo, senza esitazione lo invita a casa sua, Faramarz è un pò sorpreso, ma si lascia quasi immediatamente accogliere dalla morbida e dolce intraprendenza di questa donna e la segue . I due trascorrono la serata a bere vino ( vietato in Iran l'uso degli alcolici in casa), a mangiare, chiaccherare, raccontarsi aneddoti delle loro vite, , a sedersi nel giardino di lei, che diventa un luogo magico, uno spazio privato, trasgressivo, lontano dall'oppressione del regime. Del resto i due sono testimoni di prima della rivoluzione islamica del 79, quando le donne non dovevano coprirsi il capo con l' hjiab, non come adesso che le ragazze vengono arrestate se trasgrediscono a questa regola o se vengono viste baciare in pubblico il fidanzato ( la scena del parco), Mahin e Faramarz decidono di vivere questa libertà interiore, facendosi beffa dell'oppressione esterna, della vicina spiona, difendendo quegli attimi intensi e preziosi di vita , scatenandosi in una danza che reclama con forza il diritto alla felicità e all'amore ( come quando si portava i tacchi alti), il piacere della seduzione, ma l'appagamento tanto atteso e sospirato, dopo decenni di solitudine , rimarrà inesaudito, come la libertà del popolo iraniano. Tutto ciò che rimane è solo un'immagine sfocata di un sogno che riporta bruscamente alla realtà. E' un film coraggioso, tenero, delicato e dirompente, che non solo sfida le regole totalitarie, ma sottolinea l'importanza di non arrendersi e di non tacere, perchè più ti rendi sottomessa, più ti mettono i piedi in testa, ma sfida anche il tabù di un'età in cui troppo spesso si crede erroneamente. sia calato il sipario.
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vale72
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venerdì 14 febbraio 2025
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poetico
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Una celebrazione della voglia di vivere
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rocco gibilras
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giovedì 13 febbraio 2025
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dolce e amaro
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Un racconto di solitudine e di come pu? essere imprevedibile la vita.
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petri
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domenica 9 febbraio 2025
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profondo
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Una storia di solitudine poetica e coinvolgente
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francesca meneghetti
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lunedì 3 febbraio 2025
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una storia d? solitudine universale
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?Il mio giardino persiano?, titolo italiano, si discosta da quello internazionale ?My Favourite Cake? per le promesse di esotismo che contiene e per la reminiscenza dei giardini pensili di Babilonia, scenari ideali per racconti da Mille e una notte. Invece non c?? raffigurazione di microcosmi privati iraniani del giorno d?oggi che possa definirsi pi? universale o globalizzata, se si esclude l?abbigliamento femminile: i locali pubblici, ma soprattutto la casa della protagonista, dotata di un bellissimo giardino (dove si svolge gran parte della vicenda), ? in un certo senso anonima: cucina, soggiorno, camera, bagno sono simili a quelli di tante case occidentali e probabilmente sud-orientali.
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?Il mio giardino persiano?, titolo italiano, si discosta da quello internazionale ?My Favourite Cake? per le promesse di esotismo che contiene e per la reminiscenza dei giardini pensili di Babilonia, scenari ideali per racconti da Mille e una notte. Invece non c?? raffigurazione di microcosmi privati iraniani del giorno d?oggi che possa definirsi pi? universale o globalizzata, se si esclude l?abbigliamento femminile: i locali pubblici, ma soprattutto la casa della protagonista, dotata di un bellissimo giardino (dove si svolge gran parte della vicenda), ? in un certo senso anonima: cucina, soggiorno, camera, bagno sono simili a quelli di tante case occidentali e probabilmente sud-orientali. ? vero che gli iraniani sono indo-europei, parlano il farsi e hanno poco a che fare con i popoli arabi, tranne per l?Islam, per quanto qui sciita. Ma l?intento della coppia di registi, Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeh, i cui passaporti sono stati bloccati dal regime, sembra quello di raccontare una storia al tempo stesso iraniana e universale. Iraniana per i numerosi riferimenti critici al regime (accusato non solo per la persecuzione delle donne da parte della polizia morale, ma anche per la recessione e la crisi economica). Universale perch? racconta la solitudine di Mahin, settantenne, vedova da trenta, con i figli all?estero, che le regalano per il compleanno un misuratore di pressione e sono troppo presi dalla loro vita per interessarsi davvero a lei. Una situazione comune a tante occidentali anziane. Ma la donna, interpretata da una giornalista dissidente, cerca di dare una svolta alla sua vita, sospinta da un confronto con le amiche coetanee, che ricordano, come lei, un Iran diverso, dove si poteva godere la vita, anche ballando con scarpe con il tacco e abiti scollati. La placida Mahin dimostra un?insospettata intraprendenza agganciando un tassista della sua et?, invitandolo a casa sua, dove potranno godere del giardino in veste notturna, parlare, ballare, aprirsi a scommesse sul futuro non necessariamente garantite. Il film, che non ? precisamente a lieto fine, presenta momenti godibili, a tratti umoristici se non comici, e coglie aspetti inaspettati di Teheran, dove vive Mahin, come i parchi, il vento, i temporali notturni.
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manuela zarattini
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lunedì 27 gennaio 2025
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tutto in una notte
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L'amore senile pu? essere improvviso, fresco e innocente proprio come quello infantile. E il giardino ? il terzo protagonista silenzioso che suggeller? per sempre questo amore. Storia struggentemente romantica e .... (non aggiungo l'ultimo aggettivo per non spoilerare).
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vale72
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mercoledì 22 gennaio 2025
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poetico
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un film delicato e coinvolgente
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