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francesca meneghetti
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sabato 29 marzo 2025
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il gatto di schr?dinger
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Non staremo a parlare di fisica quantistica, ma ci viene in mente il caso del gatto di Schr?dinger: un esperimento complesso da spiegare che vede un gatto rinchiuso in una scatola, dove il rischio di avvelenamento letale ? altissimo: il paradosso consiste nel fatto che il gatto pu? essere contemporaneamente vivo o morto. Si pu? dire lo stesso (o meglio: che sia innocente e colpevole) del protagonista di Il caso di Belle Steiner, Pierre (Guillaume Canet), un prof di matematica esperto in calcolo delle probabilit? e consapevole del ruolo del caso nella vita. Poich? a casa sua viene trovata strangolata (e nuda) una ragazza, figlia di un?amica della moglie, da loro ospitata, in una notte tempestosa in cui lui era l?unico presente, finisce per essere l?indiziato n.
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Non staremo a parlare di fisica quantistica, ma ci viene in mente il caso del gatto di Schr?dinger: un esperimento complesso da spiegare che vede un gatto rinchiuso in una scatola, dove il rischio di avvelenamento letale ? altissimo: il paradosso consiste nel fatto che il gatto pu? essere contemporaneamente vivo o morto. Si pu? dire lo stesso (o meglio: che sia innocente e colpevole) del protagonista di Il caso di Belle Steiner, Pierre (Guillaume Canet), un prof di matematica esperto in calcolo delle probabilit? e consapevole del ruolo del caso nella vita. Poich? a casa sua viene trovata strangolata (e nuda) una ragazza, figlia di un?amica della moglie, da loro ospitata, in una notte tempestosa in cui lui era l?unico presente, finisce per essere l?indiziato n. 1. A questo punto spetta allo spettatore scegliere la propria versione tra due. La prima: Pierre ? un innocente che si trova immediatamente addossati i panni dell?assassino e viene perseguitato dalla stampa, dalla polizia, dalla societ?. Per fortuna lo sostiene la moglie (Charlotte Gainsbourg) fino alla fine, quando Pierre esce dalle indagini e da una disavventura dovuta allo stress. Il viso dolce di Pierre, la sua calma giudicata come freddezza, la fermezza del suo sguardo, il suo fascino trascinano da questa parte. La seconda: Pierra ha una doppia faccia, e come molti uomini solitari, ? succube dell?eros e delle sue tentazioni. Di fronte a una fanciulla in fiore (per altro smaliziata, si dice) che vive sotto il suo tetto, non ha saputo resistere. Respinto, l?ha uccisa. E potrebbe ricascarci. Il regista non ha voluto farci sapere chi ha ucciso Belle (seguendo in ci? Simenon, autore di La morte di Belle), ma ha voluto procedere sul filo del rasoio dell?ambiguit?, lasciando che sia lo spettatore a scegliere, in base ai propri valori e ai propri pregiudizi, e attivando cos? un gioco di specchi. Il film ? tirato come dev?essere un buon thriller e rappresenta efficacemente gli umori mutevoli e conformisti di una cittadina di provincia, in questo caso francese. Le interpretazioni dei due protagonisti sono degne della loro reputazione. Il film merita!
PS. alla fine del film compaiono velocemente delle scritte che perci? non si leggono, ma che sembrano volute dalla produzione per prendere le distanze dalle violenze sessuali (di cui ? stato accusato il regista Beno?t Jacquot)
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jonnylogan
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giovedì 17 luglio 2025
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chi ha ucciso chi?
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L’autore Belga Georges Simenon torna al cinema senza scomodare il suo personaggio più celebrato. Quindi niente Jules Maigret, che tre anni fa fu impersonato da Gérard Deaprdieu e fu protagonista di un film omonimo diretto da Patrice Leconte, ma bensì un thriller psicologico che affonda le radici in una tragedia, ovvero la morte di un’adolescente ospitata da una coppia di coniugi dalle sembianze rispettabili e formata dal duo composto da Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg.
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L’autore Belga Georges Simenon torna al cinema senza scomodare il suo personaggio più celebrato. Quindi niente Jules Maigret, che tre anni fa fu impersonato da Gérard Deaprdieu e fu protagonista di un film omonimo diretto da Patrice Leconte, ma bensì un thriller psicologico che affonda le radici in una tragedia, ovvero la morte di un’adolescente ospitata da una coppia di coniugi dalle sembianze rispettabili e formata dal duo composto da Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg.
Migrando le vicende del romanzo La Morte di Belle (La Mort de Belle; 1952) edito in Italia da Adelphi, dagli Stati Uniti alla Francia, la pellicola diretta da Benoît Jacquot diventa sia la ricerca della verità, ovvero chi abbia assassinato Belle Steiner, ma soprattutto la ‘caccia al mostro’ condotta dall’opinione pubblica di una piccola comunità che desidera condannare un uomo, ignorato in precedenza ma immediatamente additato al momento dell’arresto, come il colpevole più facile ed evidente. Fino al punto di fargli attraversare ogni tipo di ostracismo: inizialmente quello degli allievi, poi progressivamente quello di una parte di colleghi, fino ai prevedibili cambi di espressione di chi l’incrocia per strada. Di chi prima lo salutava e ora distoglie lo sguardo.
Canet riesce a rendere il mite professore di matematica, il più facile bersaglio sul quale scagliare i propri sospetti proprio perché mite, vittima di una gogna mediatica sia pubblica sia legale che l’ostracizza fino a far dubitare anche Cléa, la moglie riflessiva perfettamente impersonata dalla Gainsbourg.
La fotografia livida e invernale firmata da Caroline Champetier, completa una pellicola coraggiosa e attuale che lascia l’amaro in bocca sia per la deriva sensazionalistica alla quale siamo ormai abituati, con ‘mostri’ possibili o reali, additati da più parti e senza che questi possano passare dalle sedi processuali opportune. Ma anche perché lo stesso regista è stato incriminato di violenza sessuale su vari set, anche ai danni di minorenni, che hanno portato la pellicola a essere ostracizzata dal territorio francese, al punto che lo stesso Guillaume Canet ha desiderato prendere le distanze da Jacquot. Corto circuito narrativo che ha quindi purtroppo portato un film meritevole di essere visto a incontrare evidenti difficoltà di distribuzione. Ma pellicola che, per quanto lenta e cerebrale, merita comunque di essere recuperata.
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