Hey Joe |
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Un film di Claudio Giovannesi.
Con James Franco, Francesco Di Napoli, Giulia Ercolini, Aniello Arena.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 117 min.
- Italia 2024.
- Vision Distribution
uscita giovedì 28 novembre 2024.
MYMONETRO
Hey Joe
valutazione media:
3,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La dolente ricerca di un figlio viaggiando a ritroso nel tempo
di Alberto Crespi La Repubblica
Claudio Giovannesi, classe 1978, è uno dei migliori registi del nostro cinema. Nato documentarista (il suo Fratelli d'Italia è stato in tempi non sospetti - nel 2009 quel titolo non era ancora il nome di un partito - uno stupefacente ritratto di giovani immigrati nel nostro Paese), si sta costruendo un solido percorso di narratore. Anche in Hey Joe è aiutato dalla fotografia di Daniele Ciprì , a sua volta nato Cinico Tv e ormai straordinario creatore di immagini (mettete a confronto il suo lavoro in questo film con quello per Gianluca Jodice in Le déluge, e capirete a che livello siamo). Il "Joe" del titolo in realtà si chiama Dean: è un veterano di guerra che si trovava a Napoli con l'esercito alleato nel '44, e che nel '71 riceve un telegramma risalente - ahi, le poste Usa! - al 1958: viene a sapere, con tredici anni di ritardo, che la ragazza napoletana con cui aveva avuto una storia nei giorni della guerra è morta, e che ha lasciato un figlio del quale lui, Dean, è il padre. Nulla lo trattiene nel New Jersey, dove vive. Venduta la macchina e racimolati i dollari necessari, l'uomo parte per Napoli alla ricerca di un figlio che ormai è un giovane uomo, senza una gran voglia di conoscere questo padre ritardatario Grazie alla prova intensa di James Franco, che recita in un perfetto italiano zoppicante, e a ottimi co-protagonisti quali Giulia Ercolini, Francesco Di Napoli e Aniello Arena, Hey Joe è al tempo stesso un dramma familiare e un viaggio nel tempo. Ci ricorda di quando eravamo di fatto una colonia, e ci ammonisce su come i colonizzatori possano diventare a loro volta vittime; ci trascina in un passato che troppo spesso, come Paese, tendiamo a dimenticare.
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