Un padre cerca di usare l'AI per salvare la vita del figlio. Presentato a Locarno.
di Tommaso Tocci
La vita sorride a Sonny, la cui moglie Akiko ha appena dato alla luce il loro primo figlio, e il cui lavoro di ricerca sull'intelligenza artificiale ha appena raggiunto un traguardo rivoluzionario. È infatti riuscito a creare un'entità super-intelligente che è per ora intrappolata nell'architettura di un videogioco di sopravvivenza. Sonny e Akiko scoprono però che il bimbo ha una malattia congenita che rischia di mettere fine alla sua vita in pochi mesi, spingendo il padre a interferire di nascosto con la sua creazione per aiutarlo a salvare il figlio.
Siamo nell’era dell’intelligenza artificiale, da cui il cinema si fa spesso affascinare. Stavolta però il regista svizzero Simon Jaquemet la tratta in modo diverso dalla vaghezza di alcuni blockbuster hollywoodiani.
Ambientato in una Zurigo irriconoscibile e atmosferica, Electric Child fin da subito mette in relazione la genesi del mondo organico e di quello digitale, aiutandosi con l’allegoria visiva di una giovane creatura a rappresentare l’AI su un’isola sperduta.
L’intelligenza artificiale di Jaquemet è dunque al tempo stesso visivamente interessante e anche autentica.