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Woman of the Hour è un inquietante thriller ambientato negli anni ‘70 e una eccellente analisi della misoginia dell’epoca.
La Kendrick ricostruisce gli anni 70 con una bella fotografia e una lodevole cura per i costumi e l’ambientazione, ma è ancora tutto molto attuale.
Woman of the Hour lo suggerisce con intelligenza e fermezza. Il registro della pellicola vira dallo spiritoso all’ironico al sarcastico per farsi critica e denuncia con mirabile fluidità; il genere del film passa dalla commedia al thriller, mostrando una sicurezza umile, ma decisa della Kendrick dietro la macchina da presa.
E pure davanti, perché Anna riesce anche a infilarci una delle sue performance attoriali migliori.
La Kendrick si tiene ben lontana dal discutibile trend cinematografico che feticizza gli assassini seriali, prediletto da produzioni che indugiano sulla messa in scena dei crimini più cruenti e perversi per soddisfare la morbosità del pubblico, riuscendo comunque a illustrarne tutto lo scioccante orrore.
L'epilogo del film, racchiuso in una sequenza da brivido - la ricostruzione di un momento cruciale della parabola di Alcala - è il finale perfetto.
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