Eccola, Asha, la nuova eroina Disney, protagonista del film di Natale Wish: una (quasi) 18enne volitiva, coraggiosa, curiosa, intraprendente, e soprattutto animata da quello spirito profondamente democratico che la metterà in rotta di collisione con il dittatoriale re Magnifico, ma che susciterà anche la sorellanza della regina Amaya e dell’amica di sempre Dahlia. Asha riassume in sé tutto il percorso compiuto dalle cosiddette “principesse Disney” verso un’emancipazione femminile che le toglie dalla passività ancillare per trasformarle in motori attivi delle storie, lungo una immaginaria linea del tempo che si può dividere in cinque tappe fondamentali, attraverso altrettante protagoniste.
 

Biancaneve, da Biancaneve e i sette nani: è la prima principessa Disney, rappresentata come un’anima candida pronta a fare da cameriera tuttofare a ben sette minimaschi-alfa. Naturalmente la sua antagonista è una donna, la perfida regina che la detesta in quanto sua rivale in bellezza e gioventù, e che non esiterà a trasformarsi in una vecchia megera (sottolineando la vecchiaia femminile come orribile e nefasta). E naturalmente ci vorrà un principe azzurro a salvare Biancaneve con un bacio, perché da sola, poverina, non ne sarebbe capace.

Belle, da La bella e la bestia: Belle ama leggere, è istruita, e ignora le attenzioni moleste del bellimbusto del paese, Gaston, ma non quelle cortesi e rispettose della Bestia, che avrà pure le sembianze di un incrocio fra un leone e un caprone, ma sa ascoltare, e ha uno sguardo gentile. Belle non ha bisogno di un principe, anzi, sarà lei a salvare quello che si nasconde dentro le sembianze della Bestia. E salverà pure suo padre, amorevole ma sventato, e diciamolo, anche un po’ piagnone.

Mulan, dal film omonimo: avventurosa giovane donna, si sottrae ai progetti matrimoniali della madre e della sensale, supplicando gli “avi suoi” di non essere ridicola (nel suo tentativo di trovare una strada diversa), per rendere sempre fiero di lei suo padre. Mulan si traveste da uomo e va in guerra, diventando un esempio per un gruppetto sgarrupato di combattenti e conquistando non solo il bel Li Shang, ma per l’intera Cina, cui “molto onore darà”.

Merida, da Ribelle: sempre partendo dal rifiuto ad essere appaiata a un qualche consorte altolocato, si conferma la ribelle del titolo (che in inglese è semplicemente Brave, coraggiosa), provvedendo a mettere in salvo non solo se stessa, ma anche la madre, prona a trasformarsi in un’orsa. Merida è la prima eroina Disney a non finire con un partner maschile con cui vivere eternamente felice e contenta, tant’è che molti l’hanno identificata come la prima eroina Disney gay, come a dire che se non ti accoppi con un uomo forse è perché gli uomini non ti piacciono: non perché, magari, non hai bisogno di un “manico”.

Elsa, da Frozen: Elsa trasforma tutto ciò che tocca in ghiaccio, il che le appare come una maledizione, soprattutto perché la allontana dalla sorellina Anna. Ma scoprirà di avere un potere che la rende invincibile e può proteggere un intero villaggio, Anna compresa. Non è un caso che ad andare a ruba fra le bambine (e più di qualche bambino) di tutto il mondo sia stata la bambola Elsa, molto più della bambola Anna, su cui la Disney aveva inizialmente puntato: perché Anna troverà pure l’amore (dopo aver rottamato un primo principe azzurro falso e spergiuro), ma sarà Elsa a tirar fuori la sua vera natura, e a rendersi conto che è una natura vincente.