Un uomo felice

Film 2023 | Commedia, 89 min.

Regia di Tristan Séguéla. Un film con Fabrice Luchini, Catherine Frot, Philippe Katerine, ARTUS, Camille Le Gall. Cast completo Titolo originale: Un homme hereaux. Genere Commedia, - Francia, 2023, durata 89 minuti. Uscita cinema giovedì 9 marzo 2023 distribuito da Teodora Film. - MYmonetro 2,58 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 7 marzo 2023

Una commedia, che affronta con intelligenza e ironia temi attualissimi e mette alla berlina i tanti pregiudizi che ancora circondano l'identità di genere. In Italia al Box Office Un uomo felice ha incassato 272 mila euro .

Consigliato nì!
2,58/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 2,43
PUBBLICO 2,80
CONSIGLIATO NÌ
Una commedia che insegue i tempi che corrono sondando le reazioni al nuovo delle classi più abbienti.
Recensione di Roberto Manassero
venerdì 3 marzo 2023
Recensione di Roberto Manassero
venerdì 3 marzo 2023

In una cittadina del Pais-de-Calais, estremo nord della Francia, il non più giovane sindaco conservatore Jean Leroy è pronto a ripresentarsi ai suoi elettori e a governare per il terzo mandato di fila. Una sorpresa inaspettata, però, mette a repentaglio la sua vita pubblica e privata: la moglie Edith, dopo anni di matrimonio e fedeltà, ha iniziato la transizione per diventare uomo. Incapace di accettare la decisione della moglie - che ha seppellito biancheria e vestiti femminili, indossa baffi finti e chiede di essere chiamata Eddy - Jean dovrà mettere in discussione idee e preconcetti e trovare il modo, tra la casa, la piazza e i luoghi del suo potere, di venire a patti con una nuova vita.

La tipica commedia francese "con Fabrice Luchini", quasi un sottogenere del cinema popolare francese, insegue i tempi che corrono e prova a sondare la reazione al nuovo delle classi più abbienti e tradizionaliste.

Che la commedia, fra tutti i generi, sia quello più ricettivo all'aria dei tempi non è certo una novità. E che, ancora, sia anche il genere capace più di tutti di giocare con i ruoli e le identità sessuali, divertendosi spesso e volentieri a ribaltarne i rapporti di forza (è un po' scontato citare Howard Hawks, ma in questi casi il cinema di Hawks dovrebbe funzionare da unico modello possibile), è forse ancora più scontato. Per cui un'operazione come Un uomo felice, che porta nel paesaggio della provincia francese temi come la transessualità e la disforia di genere mettendo in crisi la tipica figura maschio "alla Fabrice Luchini" (cioè arrogante e ottuso, ma in fondo buono e umanissimo), non suscita alcuna sorpresa o scandalo; al massimo funziona come semplice adattamento di mode culturali a modelli narrativi consolidati.

Del resto, il discorso di fondo è ancora quello che più di dieci anni fa caratterizzava Potiche - La bella statuina di François Ozon, in cui lo "scandalo" non era di natura sessuale ma imprenditoriale: il maschio mal acconsente al mutamento dello status quo e non sa accettare che tocchi alle donne cambiare le regole del gioco. Anzi, in Un uomo felice, è proprio la centralità del personaggio maschile, giustamente ridicolizzatoe messo alle strette (ma alla fine c'è speranza per tutti...), a confermare la vecchia morale per cui ogni mutamento, anche il più difficile da accettare, in fondo non è che un altro modo per ristabilire l'ordine delle cose...

Nel film di Tristan Séguéla, scritto da Guy Laurent e Isabelle Lazard, il solo personaggio approfondito è proprio quello di Jean, il maschio potente e retrogrado che fatica ad accettare la transizione della moglie (e Luchini è ovviamente perfetto), mentre la figura di Edith/Eddy (interpretata dall'altrettanto infallibile Catherine Frot), la cui trasformazione viene data per fatta fin dall'inizio- senza traumi o strappi, ma come punto finale di un percorso doloroso di cui non si sa nulla - resta inesplorata, se non addirittura pretestuosa.

E non basta abdicare per un attimo alle assurdità tipiche della commedia (basti vedere il buffo racconto della campagna elettorale di Jean, con le due spalle-macchietta interpretate dai comici Philippe Katerine e Artus), inserendo a scopo educativo la scena quasi documentaristica del gruppo d'aiuto per persone trans (in cui Edith, che in teoria dovrebbe sapere tutto, viene guidata come una novellina), per dimostrare che la scelta di una tema sensibile e delicato non sia semplicemente un mero adeguamento alle regole più o meno scritte dello spettacolo contemporaneo.

A mancare, in Un uomo felice, è la profondità dell'ambiente descritto, la capacità di costruire personaggi che creino ambiguità e problema. Anche seguendo le regole e le necessarie semplificazioni della commedia. Non è un caso, in fondo, che la scena più riuscita del film sia quella del pranzo di famiglia in casa Leroy, in cui per una volta è Jean in una posizione di potere (lui sa quello che i figli non sanno ancora) e Edith in quella di fragilità (non trova le parole per dichiarare ai figli la propria scelta).

E questo non perché finalmente il maschio ha la sua vendetta, ma perché è un momento in cui la commedia di Séguéla si toglie di dosso la sua corretta e crea movimento fra i suoi protagonisti, sfidandoli a mettersi in discussione o a giocare con i propri ruoli. Se il gioco è a senso unico, invece, la commedia è monca; più che senza ritmo, è senza giustificazione.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 3 aprile 2023
Franca Bonetti

Uno dei più brutti film che io abbia mai visto

FOCUS
FOCUS
venerdì 10 marzo 2023
Paola Casella

“Nessuno è perfetto”, battuta con cui si conclude A qualcuno piace caldo di Billy Wilder, è una delle più celebri del cinema internazionale, e non a caso viene ripetuta anche in prossimità del finale della commedia francese Un uomo felice di Tristan Séguéla, che racconta la difficoltà di un politico conservatore – uno che si oppone ai matrimoni gay, alla procreazione assistita, alla maternità surrogata e persino ai monopattini elettrici, per intenderci – ad accettare la transizione di sua moglie da donna a uomo.

La frase “nessuno è perfetto” alla fine del film di Wilder apriva improvvisamente un ventaglio infinito di possibilità, e invitava addirittura a rivedere mentalmente a ritroso tutto il film, in particolare il rapporto fra Jerry/Daphne e Osgood Fielding II. Ed era soprattutto il modo del regista-sceneggiatore di concludere la sua storia di inganni e travestimenti con una possibilità di accettazione profonda di qualsiasi identità, senza più bisogno di nascondersi. Nessuno è perfetto era anche il titolo della commedia di Pasquale Festa Campanile in cui il protagonista, interpretato da Renato Pozzetto, sposava una donna bellissima, interpretata da Ornella Muti, che poi rivelava di essere stata un tempo un uomo.

Il desiderio di essere se stessi e l’opportunità (o meno) di accettare la differenza nelle persone che amiamo è alla base anche di Un uomo felice, che affronta il tema dell’identità di genere costruendo una parabola sull’accoglienza della diversità, o meglio, sulla consapevolezza che, poiché nessuno è “normale”, nessuno è realmente “diverso”: come recitava anche il titolo di una commedia di Umberto Carteni su temi simili, la domanda è: Diverso da chi?.

La scelta del genere commedia, e non farsa, per Un uomo felice è molto azzeccata: come ha detto il regista Tristan Séguéla, nel suo film si ride “con” i personaggi, mai “di” loro. E si racconta una contemporaneità in cui è lecito, se non addirittura necessario, ampliare i propri orizzonti mentali. In questo senso Un uomo felice segue il solco della saga comica di grande appeal popolare Non sposate le mie figlie! di Philippe de Chauveron: in tempi di inclusività, è la chiusura mentale nei confronti di etnie, religioni e preferenze sessuali il vero atteggiamento di cui ridere.

Fabrice Luchini, come Christian Clavier in quella saga, diventano quasi eredi naturali di quel Louis de Funès che è stato maschera comica del cinema francese proprio nel mettere in ridicolo le sue rigidità e i suoi atteggiamenti retrogradi. Luchini sceglie anche di allontanarsi temporaneamente dal cinema d’autore per abbracciare questa commedia dichiaratamente rivolta al grande pubblico, per niente snob nel comunicare il suo invito ad allargare le proprie vedute e ad aprirsi ad un altro mondo possibile.

Tristan Séguéla opera anche una contaminazione interessante e già frequentata dal cinema: quella fra la comicità e l’agone politico, del quale il regista ha esperienza quasi diretta perché suo padre Jacques, celebre pubblicitario autore di spot memorabili come quelli per le auto Citroen, nonché del leggendario saggio “Non dire a mia madre che sono nella pubblicità... lei pensa che io sia un pianista in un bordello”, è stato lo spin doctor di alcune grandi campagne elettorali francesi, fra cui quelle che hanno portato all’elezione presidenziale di Francois Mitterrand e a quella a Primo Ministro di Lionel Jospin.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
lunedì 20 marzo 2023
Enrico Danesi
Giornale di Brescia

Jean (Fabrice Luchini) è il sindaco conservatore di una cittadina nel Nord della Francia, che ha deciso di ricandidarsi per un terzo mandato, ma ancora non ha trovato il coraggio di dirlo alla moglie Edith (Catherine Frot), con la quale è felicemente sposato da quarant'anni. Poi succede che la consorte lo anticipi con una rivelazione ben più sorprendente: ha iniziato un percorso di transizione di genere [...] Vai alla recensione »

domenica 19 marzo 2023
Giovanni Guidi Buffarini
Corriere Adriatico

Il sindaco Luchini porta la moglie Frot al ristorante. Deve dirle che si ricandida, non sarà contenta. Esita, è lei a parlare. «Da sempre mi sento un uomo. Ho iniziato la transizione. Ti amo e voglio che fra noi nulla cambi, ma d'ora in avanti sarò Eddy e non più Edith». Sdeng! Quando hai due attori di questo calibro - Luchini è un genio - hai il risultato in tasca.

sabato 18 marzo 2023
Claudio Fraccari
La Voce di Mantova

In una cittadina del nord della Francia avviene un fatto inatteso: una donna ha deciso che diventerà un uomo, come si è sempre sentita. Non è tanto in questo lo scandalo, quanto che lei sia la moglie (con prole) del sindaco, che per di più è esponente di un partito conservatore. Sta tutto qui il soggetto di "Un uomo felice", diretto da Tristan Séguéla e sceneggiato da Guy Laurent e Isabelle Lazard. [...] Vai alla recensione »

sabato 11 marzo 2023
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Fabrice Luchini potrebbe leggere l'elenco del telefono, o le istruzioni per differenziare la spazzatura, incantando comunque la platea. Non è un buon motivo per mettergli in mano copioni raffazzonati, dove gli tocca la parte del tonto-già quella dell'idiota sarebbe un passo avanti. Raffazzonati, e con una missione da compiere. In questo caso, sensibilizzarci alla questione trans (già vengono i brividi [...] Vai alla recensione »

sabato 11 marzo 2023
Lucio D'Auria
La Gazzetta di Parma

«Bentornati al Nord», dalle parti di Calais, profonda provincia di Francia, quella dei film del comico Dany Boon per intenderci. Parigi sembra lontana anni luce tra palazzi storici, mercatini di quartiere, campagna e «mondo piccolo». Bentornati questa volta per parlare di differenze di genere, in una cittadina che vive la vigilia di una campagna elettorale per il rinnovo della municipalità.

sabato 11 marzo 2023
Fabio Vittorini
Duels.it

Dichiara Tristan Séguéla, regista di Un uomo felice, film presentato in anteprima al Festival de l'Alpe-d'Huez dedicato esclusivamente alla commedia: «Gli sceneggiatori Guy Laurent e Isabelle Lazard si sono ispirati per questo film alla storia di un loro amico, che ha iniziato la transizione di genere all'età di cinquant'anni e ha fatto di tutto per preservare il suo matrimonio.

sabato 11 marzo 2023
Serena Nannelli
Il Giornale

"Un uomo felice" è la commedia d'oltralpe che racconta attualmente al cinema di persone transgender e transizione di genere. Non solo. Il quarto film di Tristan Séguéla affronta anche la questione dell'accettazione del diverso e lo fa combattendo i pregiudizi a colpi di risate. Osservare come la società perbenista si relazioni ad argomenti tabù diventa irresistibile se al centro della scena ci sono [...] Vai alla recensione »

venerdì 10 marzo 2023
François Léger
Premiere

Jean, sindaco ultraconservatore di una piccola città francese, è pronto a farsi rieleggere per l'ennesimo mandato, quando la moglie getta la maschera e gli annuncia che è finalmente pronta ad affrontare la transizione di genere. Commedia su un argomento insidioso in cui Tristan Séguéla dimostra un certo talento da acrobata. Gli spettatori sensibili al tema potranno essere infastiditi da più elementi, [...] Vai alla recensione »

venerdì 10 marzo 2023
Fabiana Sargentini
Close-up

Fabrice Luchini è l'attore feticcio della commedia francese: ironico, duttile, dalle espressioni di disagio permeate sul viso. L'uomo felice del titolo è Jean Leroy, sindaco conservatore di un paese del nord della Francia, in scadenza di mandato: ha deciso di candidarsi per la terza volta senza averlo ancora detto a sua moglie Edith (Catherine Frot), la quale a sua volta ha in serbo un segreto difficile [...] Vai alla recensione »

venerdì 10 marzo 2023
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Forse è un po' approssimativa la rivelazione di Edith al marito sindaco perbenista e maschio arrogante: dopo due figli, vuole iniziare la transi- zione per diventare uomo. Così ciò che c'è di dinamico e divertente, capace di catturare l'aria dei tempi, diventa meno coinvolgente, ma non meno preci- so: la disforia di genere riesce a mandare culture, costumi e organizzazioni sociali fuori centro permanente. [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 marzo 2023
Michele Gottardi
Il Mattino di Padova

"Un uomo felice" ruota intorno a Jean e alla moglie Edith. Jean Leroy è il sindaco conservatore di una cittadina francese nel nord della Francia, Pais-de-Calais, e, proprio all'inizio della nuova campagna elettorale, sua moglie Edith, dopo quarant'anni di matrimonio e tre figli, gli annuncia di sentirsi uomo. Dopotutto, lo è sempre stato nel profondo del suo essere e vuole finalmente iniziare un percorso [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 marzo 2023
Raffaele Meale
Quinlan

"Perché le persone che si amano sono sempre un po' ribelli? Hanno un mondo tutto loro che non è in nessun modo obbligato ad assomigliare a quelli che ci vengono proposti come modelli". È forse tutto in questo distico cantato da William Sheller in Un homme heureux il senso del quarto lungometraggio diretto dal quarantacinquenne francese Tristan Séguéla, e che non a caso si intitola proprio come la succitata [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 marzo 2023
Roberto Nepoti
La Repubblica

In una piccola città del Nord della Francia, un sindaco di destra scopre - durante la campagna elettorale- che sua moglie Edith vuol essere un uomo. Che cosa penseranno i ragazzi? E gli elettori? Mentre Edith si appiccica i baffi e si fa chiamare Eddy, Fabrice Luchini rotea gli occhi e piagnucola come un bambino. Tema di attualità assai delicata, la transizione sessuale fa il suo ingresso nel cinema [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 marzo 2023
Alice Sforza
Il Giornale

«Sono un uomo e lo sono sempre stato». Lo confessa la moglie Edith (Catherine Frot) al marito Jean (Fabrice Luchini, sempre bravissimo), sindaco conservatore, in Procinto di ricandidarsi. Lei vuole fare outing pubblico, ma per lui vorrebbe dire sconfitta sicura. Si sorride, spesso, grazie a una commedia che mette alla berlina i pregiudizi, ma da entrambe le parti, sull'identità di genere.

giovedì 9 marzo 2023
Francesca Lombardo
Sentieri Selvaggi

Jean è un sindaco conservatore di una cittadina francese sposato da quarant'anni con Edith da cui ha avuto tre figli. Durante l'inizio della sua nuova campagna elettorale, la moglie dichiara di essere un uomo, di esserlo sempre stato, per questo motivo inizia un percorso di transizione. Una notizia che sconvolge la vita di Jean e dà il via ad una serie di equivoci, che lo porteranno a rimettere in [...] Vai alla recensione »

mercoledì 8 marzo 2023
Jacopo Russo
Asbury Movies

Il sindaco conservatore Jean Leroy (Fabrice Luchini) è in procinto di ricandidarsi in una piccola città del dipartimento del Passo di Calais, decisione che ancora non ha comunicato a sua moglie Edith (Catherine Frot). Quello che però Jean non sa è che quest'ultima ha a sua volta in serbo una rivelazione destinata a cambiare non solo la sua campagna elettorale ma anche il loro matrimonio.

martedì 7 marzo 2023
Michele Anselmi
Cinemonitor.it

Ormai saprete come la penso su Fabrice Luchini, francese, classe 1951: lo trovo un attore straordinario e sottile, perfino quando "luchineggia" - e spesso lo fa - per aderire al personaggio che s'è un po' cucito addosso. Basterebbe vederlo nei panni di sé stesso nella serie "Chiami il mio agente!". Adesso, da giovedì 9 marzo, lo si può gustare in "Un uomo felice", di Tristan Séguéla, targato Teodora [...] Vai alla recensione »

martedì 7 marzo 2023
Luca Pacilio
Film TV

Dopo quarant'anni di matrimonio, passati convivendo con una consapevolezza che oramai si deve fare proclama, Edith (Catherine Frot) decide di confessare al marito che, nel profondo di sé, si è sempre sentita un uomo. Per l'incredulo Jean (Fabrice Luchini) è un brutto colpo: non si tratta solo di una rivoluzione nel suo rapporto di coppia, ma anche di risolvere il problema di come gestire la sua immagine [...] Vai alla recensione »

venerdì 3 marzo 2023
Miriam Raccosta
La Rivista del Cinematografo

"En avant come avant", letteralmente "avanti come prima" è lo slogan politico di Jean (Fabrice Luchini), il già sindaco conservatore di una cittadina della Francia del nord, che alla fine del mandato decide nuovamente di candidarsi per continuare ad amministrare con rigore e morigeratezza, rimanendo ancorato al passato. Precisamente all'inizio della campagna elettorale, la moglie Edith (Catherine [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
mercoledì 8 febbraio 2023
 

Séguéla mette alla berlina i pregiudizi sull’identità di genere. Dal 9 marzo al cinema. Guarda il trailer »

NEWS
lunedì 6 febbraio 2023
 

La moglie di un uomo in piena campagna elettorale gli confessa di voler cambiare sesso. Vai all'articolo »

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