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Stranizza d'amuri è un esordio memorabile. Un film poetico che solo Giuseppe Fiorello poteva firmare

Prendendo spunto da un tragico fatto di cronaca, Fiorello racconta la Sicilia che ha vissuto in prima persona, con i suoi contrasti paesaggistici e mentali. Nel mezzo, la purezza contagiosa di una storia d'amicizia e di amore che sboccia all'improvviso. Stranizza d'amuri è un godibilissimo inno alla vita e alla libertà di amarsi. Dal 23 marzo al cinema.
di Claudia Catalli

Gabriele Pizzurro 2004, Roma (Italia). Interpreta Nino nel film di Giuseppe Fiorello Stranizza d'amuri.
mercoledì 22 marzo 2023 - Focus

Quando un attore osa il debutto dietro la macchina da presa lo fa generalmente perché spinto da una storia che ci tiene profondamente a raccontare per motivi del tutto personali. È il caso di Giuseppe Fiorello, che a 54 anni firma un film d'esordio di quelli memorabili, pescando tanto nella cronaca quanto nella sua esperienza di vita.

Per narrare lo sconvolgente delitto di Giarre del 1980, in cui due adolescenti gay furono ritrovati uccisi perché 'colpevoli' di amarsi, racconta la Sicilia che ha vissuto in prima persona, con i suoi contrasti paesaggistici (il mare dai colori unici e le ciminiere sullo sfondo, gli spazi sconfinati e le mura domestiche claustrofobiche) e mentali (la generosità dell'ospitalità da una parte, la mentalità chiusa, patriarcale e ancorata a tradizioni secolari dall'altra). Nel mezzo, la purezza contagiosa di una storia d'amicizia e di amore che sboccia all'improvviso, e prosegue con la lentezza di chi ha l'età per assaporare ogni attimo e per scoprirsi, mentre scopre l'altra persona.

Ne esce un film inaspettatamente poetico, delicato, genuino, toccante, che vanta già uno stile autoriale maturo e una scrittura solida, allergica a ogni scelta facile e banale, come a ogni semplificazione manicheista.

Non c'è giusto o sbagliato, non ci sono buoni e cattivi, c'è una storia d'amore travolgente pluridimensionale e vista come pericolosa perché in grado di sovvertire un intero sistema valoriale. Un sistema che oggi definiremmo violento, tossico e omofobo, ma che Fiorello ha il merito di descrivere con onestà e senza retorica, sorvolando sul giudizio e mostrando con estrema onestà quanta discriminazione si consumi nei baretti di quartiere, come tra le mura domestiche.

Malgrado questo, Stranizza d'amuri non vuole essere un film di denuncia, ma un godibilissimo inno alla vita e alla libertà di amarsi, che catapulta chi guarda sul motorino dei protagonisti, con il vento in faccia e il sorriso stampato sul volto di chi a 16 anni si sente finalmente compreso, accettato e amato. 

Il lavoro che Giuseppe Fiorello fa, da attore qual è, sui personaggi è quanto mai scrupoloso e approfondito. Difficile trovare ragazzi protagonisti convincenti come Gabriele Pizzurro e Samuele Segreto nei panni di Gianni e Nino, vince la scelta di un cast che anziché puntare su nomi altisonanti va a caccia delle facce giuste e di attori in grado di rendere credibile e misurata anche la scena più drammatica.

Colpiscono i padri (specie l'ottimo Antonio De Matteo) nelle loro granitiche presenze, nei loro incontrastati ruoli di potere e minaccia machista, ma sono le madri a fare la differenza, con le loro scelte sofferte, con la loro dolente consapevolezza (Fabrizia Sacchi e Simona Malato, una più convincente dell'altra).

Funziona la scelta di Fiorello di stare sempre un passo indietro, senza cedere alla tentazione di autodirigersi, senza girare direttamente a Giarre per discrezione e rispetto, senza imporre narcisisticamente la propria presenza (a differenza di altri suoi colleghi nelle loro opere prime).

Lascia che a parlare sia la sua visione, il suo respiro autoriale, una poetica che nasce con Stranizza d'amuri sulle note di Battiato, e non poteva essere altrimenti. Da grande fan del cantautore siciliano, Fiorello lo omaggia a più riprese e lascia la cura della colonna sonora a chi lo volle a tutti i costi come mentore. Giovanni Caccamo con Leonardo Milani fa un ottimo lavoro nel suggellare scene clou del racconto con le note intramontabili del maestro che insegnò al mondo la "stranizza d'amuri".


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In foto una scena del film Stranizza d'amuri.
In foto una foto dal set del film Stranizza d'amuri.
In foto una scena del film Stranizza d'amuri.

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