Rapito

Film 2023 | Drammatico, 134 min.

Regia di Marco Bellocchio. Un film Da vedere 2023 con Enea Sala, Leonardo Maltese, Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, 2023, durata 134 minuti. Uscita cinema giovedì 25 maggio 2023 distribuito da 01 Distribution. Oggi tra i film al cinema in 1 sala cinematografica - MYmonetro 4,07 su 34 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 24 maggio 2023

Il film ricostruisce la figura di Edgardo Mortara, il bambino ebreo il cui rapimento da parte del Vaticano nel 1858 divenne un caso internazionale. Il film ha ottenuto 9 candidature e vinto 6 Nastri d'Argento, 11 candidature a David di Donatello, 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office Rapito ha incassato 1,9 milioni di euro .

Passaggio in TV
venerdì 19 aprile 2024 ore 4,10 su SKYCINEMA2

Consigliato assolutamente sì!
4,07/5
MYMOVIES 4,25
CRITICA 4,14
PUBBLICO 3,83
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un horror ammantato di carità cristiana che manda a gambe all'aria ogni convinzione precostituita.
Recensione di Paola Casella
martedì 23 maggio 2023
Recensione di Paola Casella
martedì 23 maggio 2023

Bologna, 1858. Edgardo Mortara, un bambino ebreo di quasi sette anni, viene sottratto alla sua famiglia e consegnato al "Papa Re" Pio IX. La motivazione ufficiale fornita dal Diritto canonico è che a sei mesi il bambino era stato battezzato e dunque non può che ricevere dalla Chiesa un'educazione cattolica che lo "liberi dalle superstizioni di cui sono imbevuti gli ebrei". I genitori di Edgardo, Momolo e Marianna, non si rassegnano e continuano a cercare di riavere il figlio, sollevando un caso internazionale che vedrà schierati contro il Papa la comunità ebraica mondiale, la stampa liberale e persino Napoleone III. Ma Pio IX non teme la disapprovazione di nessuno, rispondendo alle richieste di restituire Edgardo alla sua famiglia con un "non possum" e il sorriso serafico di chi si ritiene al sopra delle umane regole. E nonostante il clima sia quello risorgimentale la Chiesa rimane inamovibile, contando sulla sua sedicente inviolabilità.

Marco Bellocchio sceglie una storia che aveva già attratto l'interesse di Steven Spielberg e la realizza con una comprensione profonda del momento storico in cui si è svolta l'azione e della complessità dei rapporti fra Stato e Chiesa.

La fonte letteraria è "Il caso Mortara" di Daniele Scalise, cui si ispira la sceneggiatura di Bellocchio e Susanna Nicchiarelli, e la perfetta ricostruzione di quel tempo (lo scenografo è Andrea Castorina) è ricca di dettagli che ci calano in quel mondo controllato da un potere temporale ubiquito. E l'antisemitismo della Chiesa si manifesta con virulenza, tanto che il Papa arriverà a minacciare il capo della comunità romana di "costringere gli ebrei a tornare nel loro buco", risigillando la porta del ghetto.

Ma al di là dell'aderenza storico-politica e dei contrasti religiosi, questa storia è fatta per Bellocchio perché racconta il trauma esistenziale di un'identità negata, e le storture che tale diniego provoca nella vita degli uomini. Ben tre volte (il che equivale ad una sottolineatura indelebile), il montaggio parallelo di Francesca Calvelli e Stefano Mariotti incatena situazioni opposte: una sessione di preghiere incrociate, l'una che spera, l'altra che inchioda il bambino al suo destino (quando la scena più bella del film è quella in cui il piccolo Edgardo toglie i chiodi dal corpo di Gesù "ucciso dagli ebrei"); un verdetto di tribunale e una cerimonia confirmatoria; un ostinato "ora pro nobis" e un'irruzione della Storia laica.

E per tre volte l'identità di Edgardo verrà nascosta sotto un telo - la gonna della madre, la tonaca del Papa, il lenzuolo del letto del "rapito" - che ogni volta cambieranno il senso e il tono della domanda "Dove è finito Edgardo?", rimando ad una scena iconica di Fai bei sogni, dove la madre, come qui, era Barbara Ronchi.

Numerose e ripetute sono le situazioni in cui un essere umano viene umiliato: lo strisciare del capo della comunità ebraica romana (un inedito Paolo Calabresi) o il bacio del pavimento della chiesa, con tanto di leccate, sono degni di un film carcerario, di quelli in cui la mortificazione dei sottoposti viene esercitata per ribadirne la condizione sottomessa. Rapito è un film di una violenza non grafica ma efferata, tanto più grottesca e terribile perché perpetrata con quel senso di titolarità moralista che è al centro di ogni oppressione (non a caso il rapimento di Edgardo viene organizzato da un ex inquisitore) e sostenuta da una struttura di potere che nega o minimizza la gravità di ogni sua scelta con un "non è successo niente".

È violenta la palette cromatica di Rapito, a cominciare dal sigillo rosso sangue con cui viene ratificato il destino di Edgardo, è violento il contrasto caravaggesco fra le poche luci e le molte ombre (la fotografia è di Francesco Di Giacomo); e supremamente violento è l'atto di strappare un figlio alla madre. Il padre di Edgardo, pur ben intenzionato, non ha la forza ferina di sua moglie, né la sua lucidità nel rifiutare compromessi. Ronchi e Fausto Russo Alesi sono molto efficaci nei ruoli dei genitori, ma il film appartiene ai due interpreti di Edgardo, il bambino Enea Sala e Leonardo Maltese, straordinario in una scena che mostra il contrasto lacerante fra indottrinamento e ribellione; così come appartiene al sorriso untuoso di Paolo Pierobon nei panni di Pio IX, e a Fabrizio Gifuni, l'ex inquisitore Feletti convinto di essere nel giusto.

L'inflessibilità della Chiesa appare lastricata di buone intenzioni e di cieca obbedienza che portano a liquidare ogni nefandezza con il moto "pace e bene" e l'affermazione di agire "per il bene altrui", senza riconoscere la differenza fra Bene e Male.

Rapito è un horror ammantato di carità cristiana, un "miserere nobis" che cancella ogni colpa con una formula assolutoria. "Ci vorrebbe Attila", si dirà ad un certo punto, davanti a tale bigottismo, e la regia muscolare di Bellocchio manda altrettanto a gambe all'aria ogni convinzione precostituita e autolegittimante, rifiutando radicalmente ogni sistema di potere basato sul senso di colpa in cui il regista stesso è stato immerso, e dal quale non potrà mai prescindere del tutto, come emerge con chiarezza dal suo cinema, e in particolare dal documentario Marx può aspettare.

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La vicenda di Edgardo Mortara.
Overview di a cura della redazione
lunedì 1 marzo 2021

Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara. Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni. Secondo le dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato. La legge papale è inappellabile: deve ricevere un'educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio. Sostenuta dall'opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica. Ma il Papa non accetta di restituire il bambino. Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.

Recensione di Martina Grusovin
venerdì 26 maggio 2023

Nel 1858 la Romagna faceva parte dello Stato Pontificio governato dal Papa re Pio IX. Da lì a poco L'Italia sarebbe stata scossa dai moti d'indipendenza ma prima che il potere temporale della Chiesa si riducesse al solo Stato Vaticano, Edgardo Mortara, un bambino ebreo di appena sei anni fu rapito dalla propria famiglia poiché, a insaputa di questa, era stato battezzato. Per la legge vaticana il piccolo era diventato cristiano e in quanto tale la Chiesa doveva prendersi la responsabilità di educarlo secondo la dottrina cattolica. Di fronte a un tale dogma a nulla valsero gli appelli disperati del padre Salomone e della madre Marianna, né dell'intera comunità ebraica che, denunciato l'accaduto ebbe l'effetto di creare sdegno in molte nazioni. Pio IX però non fece alcun passo indietro nonostante la perdita di potere da parte della Chiesa e le critiche unanimi ricevute, e al piccolo Edgardo non rimase altro da fare che cercare di sopravvivere nella sua nuova vita. Rapito, il nuovo film di Marco Bellocchio presentato in concorso al festival di Cannes, racconta un fatto realmente accaduto e si basa su un libro di Daniele Scalise che descrive la vita di Edgardo Mortara. La vicenda senz'altro meno nota del caso Moro, altro rapimento a cui Bellocchio ha dedicato due film (Buongiorno notte ed Esterno notte), ha però il medesimo intento di raccontare l'Italia e le dinamiche di potere che la guidano. Se nei film su Moro la violenza irrazionale veniva dal terrorismo, in Rapito è la Chiesa Cattolica in quanto promotrice di dogmi a esserne il simbolo. E che cosa sia un dogma, ovvero un principio che si accoglie per vero o per giusto, senza esame critico o discussione, lo fa dire Bellocchio al piccolo Edgardo durante i primi anni della sua educazione cattolica. La coercizione a cui il bambino viene sottoposto non è mai fisica, anzi il papa con lui è particolarmente affettuoso come un padre con un figlio al prodigo, ma non per questo meno aberrante. Esiste una verità assoluta e tutto è ammesso in suo nome. In Rapito non vi è tuttavia una presa di posizione contro la Chiesa di Roma ma una messa in scena, che sfiora non a caso l'horror gotico durante il rapimento del bambino, della violenza operata in nome di una verità, qualunque essa sia. Di fronte alla disfatta politica e ai cambiamenti della società, chi opera per dogmi diventa inevitabilmente più violento e inflessibile, incapace di riconoscere l'evolversi della Storia. Così il papa con un ultimo e irrazionale colpo di coda e solo una decina d'anni prima della breccia di Porta Pia, può rapire un bambino senza che nessuno faccia nulla, ma anche quando arriva lo Stato e la Romagna diventa indipendente, la famiglia Mortara non riesce a trovare giustizia, perdendo per sempre il figlio. Inutile anche il ricongiungimento con la madre morente di un Edgardo ormai adulto che ha abbandonato questa volta consapevolmente la famiglia per la Chiesa. In punto di morte la donna rivendica la propria fede ebraica mentre la schizofrenia di Edgardo, consapevole del proprio passato ma incapace di colpevolizzare, se non in un attimo di follia, chi gli ha fatto del male, fa emergere lo strazio di una condizione che non ha vie d'uscita. Con una direzione degli attori magistrale, la fotografia plumbea di Francesco Di Giacomo, un copione di una mirabile scrittura e un occhio sempre attento a raccontare i dettagli della vita quotidiana dei personaggi, Bellocchio costruisce un'opera potente, sia per grandezza visiva, sia per analisi. Uno sguardo rigoroso il suo tra politica e religione senza cedimenti ma capace di raccontare una storia emblematica evitando la trappola della parabola.
Da Fantasy Magazine, 26 maggio 2023

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 5 giugno 2023
ROSMERSHOLM

Bellocchio è uno dei pochissimi registi italiani a fare Cinema con la C maiuscola. E qui, ci sono dei valori assoluti nella regia, fotografia e interpretazioni. Tuttavia non può essere definito un grande film perchè è del tutto assente la dimensione del Trascendente e in una storia che tratta di Conversione (la prima ottenuta con la violenza, ma la seconda con una libera [...] Vai alla recensione »

lunedì 18 settembre 2023
Eugenio

"Rapito" ovvero il caso del piccolo Edgardo Mortara, che nella Bologna del 1858 segnata dal potere temporale di Pio IX viene sottratto a forza alla famiglia ebraica, perchè battezzato di nascosto dalla balia, e educato secondo i rigidi dettami dell'educazione cattolica.   Un film di Bellocchio, in stato di grazia dopo i recenti Esterno notte sulla controversa figura di Moro, [...] Vai alla recensione »

sabato 3 giugno 2023
francesca meneghetti

La vicenda che ha ispirato il film, oramai nota, imporrebbe, a chi desidera andare oltre la superficie, un approfondimento storico (cosa che ho fatto su facebook).. Ma a chi volesse attenersi al “testo”, tralasciando l’extra, posso dire che “Rapito” è un film molto bello e ben costruito grafico, e ha altresì il pregio, dal punto di vista del contenuto, di [...] Vai alla recensione »

martedì 26 settembre 2023
paolorol

Il sonno della ragione produce orrore e devastazione. Vite spezzate, sofferenze indicibili, divisioni, eccidi di massa, guerre sanguinose, Tutte cose che sono sotto i nostri occhi, spesso ammalati di presbiopia. Ci è facile provare disgusto e scandalizzarci per i (quasi) lontani orrori dei talebani ma non siamo capaci di vedere cosa succede a casa nostra.

domenica 23 luglio 2023
LUCIANO SIBIO

Ottimo film con ottime scenegiatture, scenografe e scelte musicali ma si sa che Bellocchio è uno dei più grandi registi italiani che più di ogni altro al momento meriterebbe una produzione americana di grosso calibro per regalarci il capolavoro che è sicuramente nelle sue capacità espressive.Quello che ho invece rimarcato su questo forum è la mancanza di un [...] Vai alla recensione »

venerdì 11 agosto 2023
shagrath

Bellocchio ci presenta una storia interessante e dalle molteplici interpretazioni, solo in apparenza lontana anni luce dalla sensibilità contemporanea, la storia vera di una conversione di un bambino ebraico di sei anni sottratto con la forza all'amore della sua famiglia. Un atto di esercizio del potere e di annullamento dei diritti umani più rudimentali, giustificato da posizioni [...] Vai alla recensione »

venerdì 23 giugno 2023
Mauridal

   Quando talvolta il male, è necessario per ottenere un supremo bene. Quando un qualsiasi potere, politico, militare , religioso, un potere reale, che determina scelte e condizioni di vita delle persone  che vivono in  situazioni subalterne , opera e agisce con il terrore  e la violenza procurando dolore e morte, allora il male è una categoria [...] Vai alla recensione »

lunedì 19 giugno 2023
Clara Stroppiana

    Una carrozza tirata da cavalli al galoppo attraversa così veloce le strade della notte che quasi le ruote di legno escono dal loro asse. Il mantello del cocchiere svolazza nero come le ali di un uccellaccio. Se non fosse per il colore diremmo di trovarci dentro uno dei primi film horror degli anni ’30 e forse quella è la carrozza che va a prendere un cadavere [...] Vai alla recensione »

martedì 13 giugno 2023
luciana razete

Rapito opera somma del maestro Bellocchio che , con straordinaria sensibilità  artistica ,riesce  a  coniugare  sempre  sapientemente  la narrazione di una vicenda umana drammatica  con la ricostruzione di  un contesto storico , particolarmente critico ( in "Buongiorno notte" nel sequestro Moro , i sentimenti  della vittima e di  una &n [...] Vai alla recensione »

sabato 10 giugno 2023
GiovanniVestri

Vedere il maestro in sala dopo il film raccontare di come la sua storia a Cannes sia stata apprezzata e appena arrivato in Italia siano arrivate le polemiche da parte della comunità cristiana ed ebraica rimarca il fatto che siamo un paese che non concepisce la libertà d’espressione e l’arte cinematografica. Un film intenso e diretto da 10. Bellocchio alle critiche risponde giustamente.

martedì 13 giugno 2023
luciana razete

Rapito opera somma del maestro Bellocchio che , con straordinaria sensibilità  artistica ,riesce  a  coniugare  sempre  sapientemente  la narrazione di una vicenda umana drammatica  con la ricostruzione di  un contesto storico , particolarmente critico ( in "Buongiorno notte" nel sequestro Moro , i sentimenti  della vittima e di  una &n [...] Vai alla recensione »

martedì 30 maggio 2023
Phil

Ancora una volta Bellocchio ci consegna un film pienamente riuscito. Ispirato alla vicenda del bambino ebreo Edgardo Mortara, rapito dall'autorità pontificia nel 1858 a causa di un battesimo clandestino impartitogli da una badante cattolica, il film ricostruisce accuratamente la vicenda incredibile ai nostri occhi contemporanei ma che già allora suscitò un grande scalpore e [...] Vai alla recensione »

domenica 28 maggio 2023
Fulvio Wetzl

Un Horror nei meandri di una Chiesa che ora come allora, è pervasa e infiltrata dei miasmi della cattiva coscienza e dello sfruttamento intensivo del senso di colpa, del peccato, per soggiogare le fragili menti umane. In confronto il Dan Brown di Angeli e demoni è Liala. Con la fondamentale differenza che tutto quanto raccontato in Rapito è storicamente accertato con uno scrupolo [...] Vai alla recensione »

venerdì 26 maggio 2023
athos

Bellocchio recupera una storia incredibilmente triste di 180 anni fa. La chiesa sottrae ad una famiglia ebrea il figlio che è stato battezzato da una donna di servizio. Viene portato a Roma e indottrinato a dovere. La violenza della Chiesa si manifesta in tutta la rapresentazione del potere e della sottomissione. Il film ripercorre tutta la vicenda con grandi musiche.

lunedì 29 maggio 2023
FrankMoovie

 Inizio col dire che eravamo molto indecisi a vedere questo film: i trailer e i servizi TV ce lo avevano fatto apparire come un film pesante, storico del periodo temporale del Papato. Questo film ci rimarrà nella memoria insieme ad altri pochi della cinematografia italiana d'autore: Marco Bellocchio, come lui ormai ce ne sono pochi,  ci ha raccontato con realismo il crudele accanimento [...] Vai alla recensione »

venerdì 2 giugno 2023
Xerox

La cosa che mi ha colpito di più del film: la sfilata all stars di TUTTI gli attori! Mamma mia che bravi TUTTI QUANTI!!! E dove la vedi in un solo film una coralità attoriale talentuosa come questa? La storia illustra un episodio di un periodo storico che andrebbe frugato MOLTO di più dai nostri cineasti, ma capisco che indagare troppo sulle gesta eroiche dei nostri pii uomini [...] Vai alla recensione »

domenica 28 maggio 2023
Anna Rosa

Film di forte impatto emotivo, com'è sempre il caso con Bellocchio. La potenza detonatrice della storia di Edgardo Mortara (vedi la scheda in Wikipedia) è benissimo sostenuta da una ricostruzione degli ambienti eccezionale, da una recitazione di tutti e in particolare del bambino che recita il ruolo di Edgardo strepitosa (non finisce di stupirmi che i bambini siano così spesso attori fantastici) [...] Vai alla recensione »

venerdì 26 maggio 2023
ambrorin

 Il piacere di un film storico su una vicenda realmente accaduta, ricca di implicazioni e di prospettive dalla quale guardarla.  Un'importanza per la religione e suoi riti per molti di noi ormai incomprensibile. La commovente capacità di un bambino, di tutti i bambini, di adattarsi ad ogni situazione e comunque crescere. L'irritante rigidità degli adulti.

giovedì 15 giugno 2023
angelo umana

 “ Anche Cristo scenderà dalla croce” preconizzava una canzone di Lucio Dalla per un nuovo anno: ma ora è successo per davvero, tutti lo hanno visto... così mostra Marco Bellocchio nel suo ultimo film Rapito . I credenti magari se ne sorprenderanno, siamo abituati a vedere Gesù crocefisso e nessuno immaginerebbe che un giorno Egli, liberato dei suoi chiodi [...] Vai alla recensione »

venerdì 26 maggio 2023
Silvano Bersani

Raccomando di accompagnare la visione del film con la lettura dei saggi di David Kertzer su Pio IX (“Il Papa che voleva essere Re”) e sulle vicende storiche dello stesso caso Mortara (“Prigioniero in Vaticano”) per apprezzare lo sforzo filologico di Bellocchio di rendere verità storica a questa triste vicenda. Sulla quale, è bene dirlo subito, il regista non concede [...] Vai alla recensione »

mercoledì 13 settembre 2023
Maramaldo

L'avrei usato al posto di quel belante "meme", caro Johnny 1988. Il bel latino rotondo e sonoro, se ne ricorda e lo rispolvera ogni tanto chi scampò ai barnabiti. Le scuole confessionali di una volta - descritte nel film come madrase di talebani - certo opprimevano. Solo coscienze indomite si salvarono: da un seminario uscì Stalin, dai gesuiti Fidel Castro (e non solo), [...] Vai alla recensione »

lunedì 29 maggio 2023
johnny1988

Perché vi ubriacate di lessico fenomenali poco verosimili? Scenografia aderente alla realtà, dove? Nei mobili decò e liberty, nel crescentone di Bologna del 1934? Nel canale di Roma sapientemente saccheggiato al Partenopeo? PIO IX sembra Palpatine.. Come se non bastassero i meme di Benedetto XIV...alta filologia davvero

lunedì 29 maggio 2023
johnny1988

Perché vi ubriacate di lessico fenomenali poco verosimili? Scenografia aderente alla realtà, dove? Nei mobili decò e liberty, nel crescentone di Bologna del 1934? Nel canale di Roma sapientemente saccheggiato al Partenopeo? PIO IX sembra Palpatine.. Come se non bastassero i meme di Benedetto XIV...alta filologia davvero

lunedì 29 maggio 2023
johnny1988

RAPITO, M.Bellocchio, 2023. **   Ebbene, si, ho visto il mio primo film di Marco Bellocchio al cinema. Quando si denigra il pubblico accidioso che non mette le scarpe per andare a vedere i film sul grande schermo, tendo sempre a stare dalla parte dei detrattori. Eppure, stavolta in via eccezionale, darei ragione all'altra sponda.    Marco Bellocchio, benché [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 30 giugno 2023
Marina Pavido
Cabiria Magazine

In corsa per l'ambita Palma d'Oro al 76° Festival di Cannes, il regista Marco Bellocchio ci è sembrato più in forma che mai. Rapito, la sua ultima fatica, infatti, potrebbe essere quasi definito una summa di tutta la sua già di per sé importante e ricca filmografia, in quanto sono qui presenti praticamente tutte le tematiche che, nel corso degli anni, hanno reso grande il suo cinema.

mercoledì 28 giugno 2023
Marco Grosoli
Gli Spietati

Il dettaglio-chiave intorno a cui ruota la pressoché interezza di Rapito, è il momento immediatamente successivo al prelievo di Edgardo Mortara dalla casa della sua famiglia. Finché è in casa, Edgardo piange e strepita in piena tradizione melodrammatica (genere su cui torneremo). Appena mette piede sulla barca, Edgardo si zittisce, si fa immobile, svuotato, e diventa letteralmente un altro bambino. Perché? [...] Vai alla recensione »

domenica 25 giugno 2023
Maurizio Porro
Il Corriere della Sera

Realtà romanzesca. Si sarebbe chiamata così. E una volta la storia di Rapito, passato con gran successo al Festival di Cannes e in uscita nelle sale italiane il 25 maggio, avrebbe avuto la copertina disegnata da Molino della Domenica del Corriere. Poco alla volta, spinto, a 83 anni, dall'esuberanza e dalla pacifica convivenza con i suoi fantasmi, Marco Bellocchio continua con energia registica a far [...] Vai alla recensione »

martedì 20 giugno 2023
Marco Vanelli
Toscana Oggi

La vicenda storica che riguarda Edgardo Mortara, il bambino ebreo sottratto con la forza alla sua famiglia nel 1857 e portato da Bologna a Roma per essere educato come cristiano in quanto già segretamente battezzato, divenuto poi prete e rimasto tale fino alla morte, è complessa e richiede ben altre competenze e spazi per essere affrontata. E un film può solo stimolare gli spettatori ad approfondire [...] Vai alla recensione »

mercoledì 7 giugno 2023
Fabio Canessa
Il Tirreno

Rapito è lo spettatore, di fronte al talento visivo di uno dei maggiori registi italiani di sempre, capace di stupirci, a sessant'anni dal suo esordio con "I pugni in tasca", con un altro pugno che fa onore al nostro cinema. La storia vera del bambino Mortara, rapito nell'Ottocento dalla Chiesa alla famiglia perché, pur ebreo, era stato battezzato da una serva, permette a Bellocchio di mettere a fuoco [...] Vai alla recensione »

martedì 6 giugno 2023
Giovanni Spagnoletti
Close-up

Se volessimo definire con un solo aggettivo l'ultimo film di Marco Bellocchio - il ventiseiesimo lungometraggio di una gloriosa carriera iniziata nel 1965 con il rivoluzionario I pugni in tasca -, non potremmo che scegliere il termine di "potente" anzi addirittura "potentissimo". E ciò senza traccia di esagerazione, dato che tutta la più recente produzione del grande cineasta di Bobbio, si è posta [...] Vai alla recensione »

martedì 6 giugno 2023
Massimo Giraldi
Roma Sette

Bellocchio è oggi un "grande vecchio" del cinema italiano, classe 1939: a partire dal Leone d'argento vinto a Venezia nel 1967 con La Cina è vicina, ha realizzato una trentina di lungometraggi segnati da vigore espressivo e costante qualità narrativa. Nel 2022 nella miniserie Esterno notte è tornato ad affrontare il caso Moro. Ora eccolo di nuovo a confrontarsi con la Storia, scenario dentro il quale [...] Vai alla recensione »

domenica 4 giugno 2023
Luca Pacilio
Film TV

Nel 1858 a Bologna le autorità vaticane prelevano, in casa di una famiglia ebrea, il piccolo Edgardo che, in fasce, sarebbe stato battezzato dalla sua balia. La Chiesa, nonostante la mobilitazione dell'opinione pubblica e della comunità ebraica internazionale. si rifiuta di restituire il bimbo ai genitori statuendo che debba crescere con un'educazione cattolica.

venerdì 2 giugno 2023
Giancarlo Usai
OndaCinema

"Rapito" ci introduce a una prima riflessione tutta orientata sul mondo del cinema contemporaneo. Il soggetto non originale, derivante dal libro di Daniele Scalise, aveva attirato le attenzioni, quasi contemporaneamente, del più grande regista americano vivente, Steven Spielberg, e di quello italiano, Marco Bellocchio. Nella loro irrimediabile lontananza, entrambi hanno trovato nella vicenda di Edgardo [...] Vai alla recensione »

venerdì 2 giugno 2023
Peter Bradshaw
The Guardian

Marco Bellocchio ha fatto un film straziante e avvincente tratto dalla storia vera di un bambino ebreo strappato alla sua famiglia dalle autorità pontificie perché segretamente battezzato dalla bambinaia. Con l'appassionata veemenza di un Victor Hugo o di un Charles Dickens, il regista italiano mette a nudo un brutto episodio della chiesa cattolica europea, un brutale spasmo di tirannia, potere e bigottismo [...] Vai alla recensione »

mercoledì 31 maggio 2023
Fausto Bona
Brescia Oggi

Come i grandi maestri, come il sommo Kubrick, tanto per fare un nome, lo splendido ottantenne Marco Bellocchio ha il controllo totale, assoluto di un mezzo espressivo complesso e polisemico come il cinema. E il suo ultimo film, «Rapito», storia del bambino Edgardo Mortara, fatto rapire dal pontefice Pio IX nel 1858, a Bologna, in quanto battezzato da una domestica all'insaputa della famiglia di fede [...] Vai alla recensione »

martedì 30 maggio 2023
Giona A. Nazzaro
Film TV

Con olimpica leggerezza, Marco Bellocchio continua a realizzare film di straordinaria tenuta formale, poetica e politica, come se avesse deciso di imprimere a questo capitolo della sua opera un'accelerazione che di solito è associata alla produzione commerciale. Avendo avuto un rapporto (felicemente) conflittuale con le "isterie del linguaggio", a partire da Il principe di Homburg è come se il regista [...] Vai alla recensione »

lunedì 29 maggio 2023
Grazia Paganelli
Duels.it

Come sempre, nei film di Marco Bellocchio, il personale, l'intimo, la pura biografia dei suoi personaggi sono strumento, o meglio, grimaldello per forzare certi confini e uscire dagli schemi, è occasione per interrogare la realtà e, ancora di più, la Storia. Accade questo anche in Rapito, presentato in concorso a Cannes due anni dopo la Palma d'onore e il magnifico Marx può aspettare, a proposito di [...] Vai alla recensione »

lunedì 29 maggio 2023
Roberto Manassero
Cineforum

Sulla domanda circa la presenza o meno di una divinità, Marco Bellocchio ci ha costruito sopra un'intera filmografia. Dal suo punto di vista, lo spazio del dubbio non può esistere. O tutto o niente. O un Dio c'è, e allora deve manifestarsi, oppure, se un Dio non c'è, non ha senso costruire un sistema di pensiero, di potere, di leggi, di dogmi e di prescrizioni che regolino la vita degli uomini.

domenica 28 maggio 2023
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Il 23 giugno 1858, a Bologna, la gendarmeria di Pio IX strappò con la forza ai genitori un bambino di 6 anni, Edgardo Mortara. Nel 1852, malato, era stato battezzato da una serva di casa. Lo aveva fatto per il bene della sua anima, dirà poi lei, per evitare che finisse al limbo. I Mortara erano di religione ebraica, e nello Stato pontificio nessun battezzato poteva essere allevato da chi non fosse [...] Vai alla recensione »

sabato 27 maggio 2023
Giovanni Guidi Buffarini
Corriere Adriatico

Ancora un rapimento, ancora una pagina di storia italiana per Marco Bellocchio. Dopo Moro, Edgardo Mortara, ebreo bolognese rapito bambino, a metà Ottocento, dalla Chiesa e portato a Roma e fatto cristiano, di lui si occupò Pio IX in persona. Un melodramma verdiano, e la musica di Fabio Massimo Capogrosso vi gioca un ruolo decisivo. Il dramma privato intrecciato alle vicende politiche (la fine dello [...] Vai alla recensione »

sabato 27 maggio 2023
Fabio Ferzetti
L'Espresso

Chi ha visto "Marx può aspettare" sa che a casa Bellocchio col battesimo non si scherza. Il gemello di Marco, Camillo, nacque tre ore dopo il futuro regista e la madre, temendo morisse, lo fece subito battezzare. Tre volte già che c'era, i Bellocchio erano molto devoti. A somministrare i sacramenti a Edgardo Mortara, piccolo ebreo nato nel 1851 a Bologna, è invece una domestica cattolica che vedendolo [...] Vai alla recensione »

sabato 27 maggio 2023
Claudio Fraccari
La Voce di Mantova

Il 24 giugno 1858, nella Bologna papalina, il settenne Edgardo Mortara venne sottratto alla famiglia di fede ebraica, per ordine dell'ex inquisitore Pier Feletti ma su mandato di papa Pio IX. La giustificazione, in punta di diritto canonico, poggiava sul fatto che Edgardo, ancora in fasce, era stato battezzato da una giovane domestica cattolica che lo credeva moribondo.

venerdì 26 maggio 2023
Nicola Falcinella
La Provincia di Como

Dopo "Il sol dell'avvenire" di Nanni Moretti, il secondo film italiano in concorso al 76° Festival di Cannes che approda nelle sale è "Rapito" di Marco Bellocchio. La storia di Edgardo Mortara che già aveva acceso la fantasia di Steven Spielberg: il regista di "Schindler List" in seguito rinunciò al progetto, ora ripreso dal regista piacentino, con una sceneggiatura sua e di Susanna Nicchiarelli.

venerdì 26 maggio 2023
Paola Assom
NonSoloCinema

Nella antica tragedia greca la vicenda era sempre già nota; dunque di volta in volta lo spettatore voleva scoprire come fosse raccontata, capire perché di certe scelte, immaginare il contesto presente, rappresentarsi le domande sul futuro, entrare nella logica contrastante tra ideali e ideologie. Questo meraviglioso, potente film di Marchio Bellocchio è una tragedia classica.

venerdì 26 maggio 2023
Silvia Campisano
Cineclandestino

Nel 1858 il potere temporale della chiesa è sotto il dominio di Pio IX. Sotto suo mandato, una notte di giugno, il piccolo Edgardo Mortara, figlio di una famiglia ebrea, viene sequestrato e portato a Roma: il suo battesimo avvenuto di nascosto dai genitori lo costringe all'educazione cattolica. Questo è l'incidente scatenante con cui si apre Rapito, l'ultimo film di Marco Bellocchio in concorso alla [...] Vai alla recensione »

giovedì 25 maggio 2023
Beppe Musicco
Sentieri del Cinema

Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i gendarmi dello Stato Pontificio (di cui Bologna era parte) irrompono una sera nella casa della famiglia Mortara. Per ordine dell'inquisitore del Sant'Uffizio (Fabrizio Gifuni), sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sette anni (Enea Sala). Secondo le dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte a sei mesi, il bambino era stato segretamen [...] Vai alla recensione »

giovedì 25 maggio 2023
Marco Contino
Il Mattino di Padova

Nel 1858 Bologna fa parte dello Stato della Chiesa. Una notte di inizio estate alcuni gendarmi pontifici, su ordine dell'inquisitore Felletti (Fabrizio Gifuni), si presentano a casa di Momolo (Fausto Russo Alesi) e Marianna Mortara (Barbara Ronchi), una famiglia ebrea con otto figli: hanno il compito di "prelevare" il sestogenito Edgardo (Enea Sala da bambino, Leonardo Maltese da adulto), battezzato [...] Vai alla recensione »

giovedì 25 maggio 2023
Raffaele Meale
Quinlan

Nel finale di Fai bei sogni, il film che Marco Bellocchio trasse nel 2016 dal romanzo autobiografico di Massimo Gramellini, il protagonista interpretato da Valerio Mastandrea ricorda quando da bambino giocava a nascondino con la madre, sperando di essere "scoperto" per poter ricevere l'abbraccio materno, e dunque la protezione. Edgardo Mortara passa la vita a coprirsi per cercare una protezione che [...] Vai alla recensione »

mercoledì 24 maggio 2023
Aldo Spiniello
Sentieri Selvaggi

Nel 1857, a Bologna, città dello stato pontificio, il piccolo Edgardo Mortara, figlio di una famiglia ebrea, viene prelevato dalle guardie papali. Il bambino ha appena sei anni. Secondo l'autorità, è stato battezzato all'insaputa dei genitori ed è destinato, dunque, a una vita da cristiano. Perciò viene condotto a Roma, dove riceve un'educazione cattolica e diventa un pupillo dell'ultimo papa re, Pio [...] Vai alla recensione »

mercoledì 24 maggio 2023
Vania Amitrano
Ciak

Marco Bellocchio, Palma d'oro alla carriera nel 2022 e 7 volte David di Donatello, ha presentato in Concorso al 76° Festival di Cannes il suo nuovo film, Rapito, storia vera di Edgardo Mortara, il bambino ebreo che nel 1858 fu strappato alla sua famiglia per essere allevato da cattolico sotto la custodia di Papa Pio IX, suscitando un caso internazionale.

mercoledì 24 maggio 2023
Boris Sollazzo
The Hollywood Reporter Roma

La prima cosa che ti salta violentemente all'occhio, e al cervello, e alla pancia di Rapito è la totale incapacità di chi lo guarda di mantenere una serenità di giudizio sulla vicenda appena si riaccendono le luci in sala. Come spesso accade nella cinematografia di Marco Bellocchio c'è un confine dell'anima dello spettatore che il regista, con il suo cinema furiosamente composto, lacera per lasciarti [...] Vai alla recensione »

mercoledì 24 maggio 2023
Michele Anselmi
Cinemonitor.it

"Signor Mortara, suo figlio Edgardo è stato battezzato, non è più ebreo, è cristiano. Ho l'ordine di portarlo via". Accadde a Bologna, la sera del 23 giugno 1858, e si stenta a credere che sia andata così, invece andò proprio così. Un imbarazzato poliziotto dello Stato Pontificio, che allora si estendeva fino alla città felsinea, queste parole scandì a Salomone "Momolo" Mortara, commerciante ebreo [...] Vai alla recensione »

mercoledì 24 maggio 2023
Francesco Costantini
Asbury Movies

Per un po' era sembrato dovesse occuparsene Steven Spielberg. E invece Rapito l'ha girato Marco Bellocchio. E com'è bravo, Marco Bellocchio, a parlarci di famiglie spezzate intrecciando il pubblico e il privato, giocando sul crinale sottilissimo tra Storia e deformazione drammatica - di fatti realmente accaduti s'intende - senza perdere un grammo della necessità, dell'urgenza, della problematicità [...] Vai alla recensione »

mercoledì 24 maggio 2023
Davide Milani
La Rivista del Cinematografo

È un film drammatico e avvincente l'ultimo di Marco Bellocchio, che ha scelto ancora Cannes, dopo Esterno notte e Marx può aspettare, per presentare il nuovo lavoro. La storia è ben nota a pochi (chi conosce le vicende risorgimentali, chi vive o studia il rapporto tra cattolici ed ebrei, i cultori della storia della Chiesa contemporanea) e al tempo stesso pressoché sconosciuta presso il grande pubblico. P [...] Vai alla recensione »

mercoledì 24 maggio 2023
Roberto Ciucci
Today

Dopo Esterno Notte, il regista piacentino Marco Bellocchio porta a Cannes la storia vera di Edgardo Mortar. Uscito dalla sala, lo spettatore non può che essere assalito dall'incertezza. Non tanto riguardo la bontà della pellicola che ha appena terminato di vedere, quanto sulla vicenda in sé. Sugli strascichi che si porta dietro e sulle sue dirette implicazioni filosofiche.

NEWS
PREMI
giovedì 25 gennaio 2024
 

Una nuova nomination per il film di Marco Bellocchio, all'indomani della Premiazione come Miglior Film Italiano dell’anno per il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici. Vai all'articolo »

PREMI
martedì 20 giugno 2023
 

Dopo la vittoria con la serie TV - Esterno Notte - il regista conquista altri 7 premi per la sua ultima opera. Vai all’articolo »

BOX OFFICE
domenica 28 maggio 2023
Andrea Chirichelli

Dopo la delusione di Cannes, il film si consola con il terzo gradino del podio. A precederlo La Sirenetta (oltre un milione nella sola giornata di ieri) e Fast X. Scopri la classifica »

CANNES FILM FESTIVAL
mercoledì 24 maggio 2023
Paola Casella

Marco Bellocchio racconta il caso del rapimento di Edgardo Mortara. In concorso a Cannes e ora al cinema. Vai all'articolo »

TRAILER
mercoledì 3 maggio 2023
 

Regia di Marco Bellocchio. Un film con Paolo Pierobon, Barbara Ronchi, Fausto Russo Alesi, Filippo Timi, Enea Sala. Da giovedì 25 maggio al cinema. Guarda il trailer »

NEWS
giovedì 13 aprile 2023
 

Il film ricostruisce la figura di Edgardo Mortara, il bambino ebreo il cui rapimento da parte del Vaticano nel 1858 divenne un caso internazionale. Vai all'articolo »

winner
miglior film
Nastri d'Argento
2023
winner
miglior regia
Nastri d'Argento
2023
winner
miglior attrice
Nastri d'Argento
2023
winner
miglior attore non protag.
Nastri d'Argento
2023
winner
miglior scenegg.ra
Nastri d'Argento
2023
winner
miglior montaggio
Nastri d'Argento
2023
Con Enea Sala nella parte di Edgardo Mortara, bambino
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