Un docu-film in cui la regista racconta la vita di sua madre chiedendo all'attrice un incredibile lavoro mimetico. Fuori Concorso.
di Marzia Gandolfi
Mona Achache continua a esplorare personaggi femminili e questa volta sceglie una storia molto personale per provare a comprendere meglio le ragioni di un suicidio che le ha sconvolto la vita. Alla morte di sua madre, la scrittrice francese e fotografa di scena Carole Achache, la regista scopre 125 scatole di foto, lettere, registrazioni, quaderni, segreti sepolti che custodiscono l’enigma della sua scomparsa. Per interpretare le parole e i gesti della madre, per riprodurre questa storia intima che si vuole collettiva, la vita di una donna per racconta quella di molte altre, Mona Achache convoca Marion Cotillard. Nei panni (letteralmente) della scrittrice, la regista consegna all’attrice abiti e accessori appartenuti al genitore, Marion Cotillard risveglia i morti.
Piccolo teatro sperimentale, allestito nell’appartamento di Carole Achache, Little Girl Blue è un viaggio negli abissi depressivi di una donna, un set dolente in cui muove i suoi passi Marion Cotillard, il proposito più interessante di questo singolare svolgimento narrativo e visivo che vorrebbe annullare l’attrice e vedere solo il personaggio. La gestione è tutt’altro che semplice, nel processo qualcosa (s)fugge per sempre ma qualcos’altro indugia, vibra e risuona.