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ralphscott
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domenica 21 settembre 2025
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prendi, butti e te ne vai.
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Alice accusa Mathieu, dopo averlo cercato e ritrovato. Due vite, come milioni di altre: andrà secondo copione, poichè il nastro non si può riavvolgere, quasi mai. La messa in scena, sorretta dalla bellezza dei paesaggi bretoni, soffre di alcune lungaggini - i mimi al ristorante, ad esempio - e una sceneggiatura minimalista, rasentando momenti di tedio. L'anziana amica si confessa, intervistata, nel chiuso di uno schermo del telefono, all'insegna della freddezza, cifra costante del film: i sentimenti sono volutamente trattenuti, anche dalle fredde immagini, a partire dall'asettica spa, col suo bianco lettone dalla testiera che ricorda una dentatura irregolare.
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Alice accusa Mathieu, dopo averlo cercato e ritrovato. Due vite, come milioni di altre: andrà secondo copione, poichè il nastro non si può riavvolgere, quasi mai. La messa in scena, sorretta dalla bellezza dei paesaggi bretoni, soffre di alcune lungaggini - i mimi al ristorante, ad esempio - e una sceneggiatura minimalista, rasentando momenti di tedio. L'anziana amica si confessa, intervistata, nel chiuso di uno schermo del telefono, all'insegna della freddezza, cifra costante del film: i sentimenti sono volutamente trattenuti, anche dalle fredde immagini, a partire dall'asettica spa, col suo bianco lettone dalla testiera che ricorda una dentatura irregolare. Attori in parte, con un credibile Canet e una sofferta Rohrwacher, al netto dei congeniti limiti espressivi.
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mrossi
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lunedì 3 febbraio 2025
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una piccola perla francese
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Spettatori purtroppo non all'altezza di questa piccola perla francese. Film rarefatto di atmosfere e dialoghi con un'ironia di vita solo accennata a contrappreso dei dolori dell'animo e il protagonismo umano ridotto a bokeh di emozioni magistralmente condotte tra un valzer di fisarmonica e un gioco di mimi.
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angelo umana
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sabato 1 febbraio 2025
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sogni presunti, mancati
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Film che ci descrive due che si rivedono per caso dopo 15 anni, lui aveva lasciato lei: è l'occasione per raccontarsi le loro vite successive ad allora, ognuno con relativo coniuge, lei, Alice, ha una figlia di 15 anni (rimase delusa dalla separazione e non perdette tempo?) e lui, Mathieu, un ragazzo di 11. Lei ha un lavoro – si direbbe - di motivatrice di anziane signore, le intervista, ci si dedica e ne ha passione; lui è un attore di cinema, di successo, e sta fuggendo da un'opera teatrale che avrebbe dovuto interpretare, ma ne ha timore, non se la sente, potrebbe essere uno scivolone nella carriera.
Si direbbe diviso in due parti: prima la fuga dell'attore da quell'impegno, si sente un vigliacco e và a chiudersi in un albergo sul mare (una nave alla fonda?) per una talassoterapia, a riflettere, rimuginare.
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Film che ci descrive due che si rivedono per caso dopo 15 anni, lui aveva lasciato lei: è l'occasione per raccontarsi le loro vite successive ad allora, ognuno con relativo coniuge, lei, Alice, ha una figlia di 15 anni (rimase delusa dalla separazione e non perdette tempo?) e lui, Mathieu, un ragazzo di 11. Lei ha un lavoro – si direbbe - di motivatrice di anziane signore, le intervista, ci si dedica e ne ha passione; lui è un attore di cinema, di successo, e sta fuggendo da un'opera teatrale che avrebbe dovuto interpretare, ma ne ha timore, non se la sente, potrebbe essere uno scivolone nella carriera.
Si direbbe diviso in due parti: prima la fuga dell'attore da quell'impegno, si sente un vigliacco e và a chiudersi in un albergo sul mare (una nave alla fonda?) per una talassoterapia, a riflettere, rimuginare. In questa parte si sorride: è talmente silenzioso e ben organizzato l'albergo, dotato di strumenti in camera dal funzionamento incomprensibile per il lieto soggiorno di ospiti danarosi ma solitudinari (tutt'altro dai festaioli di un altro film, The Palace), di un personal trainer dagli svariati trascorsi, che nel caso specifico si rivela latore di elucubrazioni trascendentali e strampalate. C'è nella stanza dell'ospite persino un pupazzo che saluta all'arrivo e alla partenza.
Dice più tardi, alla lei che è andata a cercarlo, che l'alternativa sarebbe stata andarsene in Svizzera per una morte assistita, la sua. Lei lo scova per un articolo di giornale che parla degli avvenimenti di gente dello spettacolo, quel posto di mare (Bretagna, Normandia?) è dove lei abita. Questo rivedersi è l'occasione per parlare – lei soprattutto – della delusione che ebbe da quel distacco: si tratta della molto sensibile Alice (Alba Rohrwacher), una donna ancora giovane ricca di vita interiore e di tenerezza, che riesamina ciò che vive ed ogni emozione che la vita le fornisce.
Ma la vita è questa (sembra uno strano gioco da equilibrista cantava Massimo Ranieri in un tempo lontano), entrambi come tanti altri una famiglia con figli se la sono fatta, hanno casa e consorti che come spesso accade non offrono più sogni ai due, hanno scambi dovuti al menage necessario, e non vale la pena pensare a come altro le loro rispettive unioni avrebbero potuto essere, ché del resto da ogni sogno ci si sveglia sempre.
Film “abbellito” o appesantito dai discorsi accorati tra i due – di più quelli Alice, un pochino più delusa pure se la sua vita è apprezzabile – abbellito dalle immagini delle coste marine di quel luogo e con le onde ruggenti e schiumose invernali, perciò il titolo francese è Hors-saison ma … tutto avrebbe potuto concludersi molto prima dell'ora e 55'.
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pacana''
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venerdì 31 gennaio 2025
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che bel cinema!
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Evviva, c’è ancora qualcuno che fa film senza piazzarci la “distopia”, senza una camera che si muove ossessivamente, senza che l’inquadratura stacchi ogni mezzo secondo… Questo è un film fatto di dialoghi di precisione chirurgica e di immagini rigorose e suggestive. “Vecchio” ma moderno. Magari la vicenda è risaputa, ma lo stile registico evita che si abbia la sensazione di un film “già visto” (la forma è sostanza, spesso…). E ho amato la raffinatezza con cui ha sciorinato, nella parte iniziale, una sequela di microesempi dell’assurdità delle nostre esistenze. Qualche minuscola fase di staticità forse c’è, ma… in quanti film non ci sono lungaggini? Bravi attori (magistralmente diretti), e piacevole colonna sonora.
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Evviva, c’è ancora qualcuno che fa film senza piazzarci la “distopia”, senza una camera che si muove ossessivamente, senza che l’inquadratura stacchi ogni mezzo secondo… Questo è un film fatto di dialoghi di precisione chirurgica e di immagini rigorose e suggestive. “Vecchio” ma moderno. Magari la vicenda è risaputa, ma lo stile registico evita che si abbia la sensazione di un film “già visto” (la forma è sostanza, spesso…). E ho amato la raffinatezza con cui ha sciorinato, nella parte iniziale, una sequela di microesempi dell’assurdità delle nostre esistenze. Qualche minuscola fase di staticità forse c’è, ma… in quanti film non ci sono lungaggini? Bravi attori (magistralmente diretti), e piacevole colonna sonora. Se è un film “per pochi” è solo perché è parecchio fuori moda!
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cardclau
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venerdì 31 gennaio 2025
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todo es nada, todo es sue
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Nel film Le occasioni dell’amore, il regista Stéphane Brizé cerca di fare delle riflessioni multiple (o, meglio, far fare delle riflessioni multiple ai disorientati spettatori): il problema della solitudine; di essere interessati solo al successo (all’americana), con tutto che si muove in questa direzione; di essere attorniati da “robottini” con i quali risulta impossibile il dialogo (come la macchina del caffè o la messaggistica sullo smartphone); di avere il terrore di andare incontro a dei fallimenti malgrado ci si percepisce essere “bellocci” (avendo scarse capacità di reagire alle frustrazioni); o di essere incapaci di mettere un punto ad una relazione vissuta come estremamente negativa o di avere una ambiguità portata alle stelle (queste, però, riservate alla femmina), e che la pulsione sessuale si limita ad un coinvolgimento fisico e nient’altro (come sta diventando di moda nei film francesi).
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Nel film Le occasioni dell’amore, il regista Stéphane Brizé cerca di fare delle riflessioni multiple (o, meglio, far fare delle riflessioni multiple ai disorientati spettatori): il problema della solitudine; di essere interessati solo al successo (all’americana), con tutto che si muove in questa direzione; di essere attorniati da “robottini” con i quali risulta impossibile il dialogo (come la macchina del caffè o la messaggistica sullo smartphone); di avere il terrore di andare incontro a dei fallimenti malgrado ci si percepisce essere “bellocci” (avendo scarse capacità di reagire alle frustrazioni); o di essere incapaci di mettere un punto ad una relazione vissuta come estremamente negativa o di avere una ambiguità portata alle stelle (queste, però, riservate alla femmina), e che la pulsione sessuale si limita ad un coinvolgimento fisico e nient’altro (come sta diventando di moda nei film francesi). Dirò subito, a mio parere, che Stéphane Brizé fallisce di gran lunga il bersaglio malgrado inserisca il tutto nell’opulenza senza pensieri. Ne fa un film zoppicante, lento, noioso, condito di eventi inesplicabili come l’esibizione degli esperti di fischio. Si potrebbe percepire la difficoltà del regista nel trovare una continuità nel progetto del film. Insomma, manca una qualsiasi motivazione per cui la vita valga la pena di essere vissuta, e non sia solo apparenza. Mi dispiace che la brava attrice Alba Rohrwacher si sia fatta coinvolgere in una avventura di questa fatta.
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petri
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sabato 18 gennaio 2025
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tema interessante
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film ben fatto, tema interessante, attori credibili e bravi
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melania
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venerdì 17 gennaio 2025
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da vedere
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Una commedia molto elegante, con dialoghi credibili ed emozionanti.
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cecilia avanzini
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domenica 12 gennaio 2025
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delusa
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Film lento colonna sonora sicuramente non accattivante fotografia non bella Gli attori anche se bravi non mi hanno trasmesso nessuna emozione
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silvia
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domenica 5 gennaio 2025
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da vedere
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La recensione di Massimiliano esprime pienamente il mio pensiero e lo stato d'animo all'uscita del cinema. Gli attori belli e bravissimi nell'esternare sentimenti non facili. Anche per la seconda parte mi ritrovo per quanto scritto. Grazie
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dana scully
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giovedì 2 gennaio 2025
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nell''insieme discreto
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Confesso (erm erm ...) di essere andata solo per la presenza di Canet (passatemela), perchè normalmente non è un genere di film che prenderei in considerazione.
Alla fine non mi è dispiaciuto, ho apprezzato la scelta di dialoghi semplici e recitazioni spontanee, con l'assenza di momenti troppo 'clou'.
Ripeto, non il mio genere di film, ma attori splendidi, bellissima ambientazione e regia attenta e delicata.
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