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albert
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mercoledì 23 aprile 2025
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egocentrico
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La valutazione è piuttosto alta per la complessità che Petzold riesce ad affrontare con un film all'apparenza lineare e semplice. L'attenzione è rivolta soprattutto al personaggio di Leon, scrittore egocentrico e totalmente anaffettivo. L'amico Felix e il bagnino Devid a poco a poco diventano evanescenti, immersi in un coinvolgente amore omosessuale a cui il regista non lascia spazio narrativo. Emergono, invece, i personaggi di Nadja e dell'editore di Leon che meglio di tutti comprendono, grazie alla loro sensibilità e cultura, la personalità di una persona molto insicura e permalosa qual è Leon. Entrambi giudicano molto scadente e senza ispirazione il romanzo scritto da Leon.
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La valutazione è piuttosto alta per la complessità che Petzold riesce ad affrontare con un film all'apparenza lineare e semplice. L'attenzione è rivolta soprattutto al personaggio di Leon, scrittore egocentrico e totalmente anaffettivo. L'amico Felix e il bagnino Devid a poco a poco diventano evanescenti, immersi in un coinvolgente amore omosessuale a cui il regista non lascia spazio narrativo. Emergono, invece, i personaggi di Nadja e dell'editore di Leon che meglio di tutti comprendono, grazie alla loro sensibilità e cultura, la personalità di una persona molto insicura e permalosa qual è Leon. Entrambi giudicano molto scadente e senza ispirazione il romanzo scritto da Leon. Il fuoco è un elemento assai significativo nel film, perché distruttore e causa di tragedie come la morte di Felix e di Devid. Nel provocare danni e drammi, il fuoco è anche fonte vivificante di ispirazione artistica, tanto che Leon riuscirà a scrivere un libro di grande valore e intensità. Nadja, interpretata da una splendida Paula Beer, all'opposto di Leon, ha un approccio molto concreto con la realtà e ne comprende tutti i risvolti, indirizzando Leon verso una maggior consapevolezza di se stesso e dei suoi errori. Lo stesso ruolo avrà anche l'editore di Leon che, alla fine, come voce fuori campo, narrera' un brano del nuovo romanzo di Leon. Lo sguardo finale tra Nadja e Leon è emblematico di una rinascita cognitiva.
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gianleo67
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giovedì 10 ottobre 2024
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il sacro fuoco dell'arte
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Leon e Felix trovano la casa al mare dove si trasferiscono per l'Estate, già occupata dalla bella Nadja e dal suo occasionale amante Devid. I propositi artistici di Leon dovranno confrontarsi con le proprie insicurezze e con una repressa attrazione per la ragazza, in un crescendo di tensione e frustrazione su cui incombe minaccioso l'orizzonte infuocato di un incendio visto da lontano, ma che si fa ogni giorno sempre più vicino. Da sempre tentato dalle suggestioni simboliche di un cinema che vuole evocare, più che illustrare, il mistero insondabile dell'esistenza e la indecifrabilità delle relazioni umane, Petzold affronta i temi prosaici della vita (l'amore, la gelosia, l'egoismo, la passione, la morte) con gli strumenti di un cinema anti-realistico che introduce in modo più o meno velato gli elementi del fantastico nelle sue opere [per intenderci quelli dell'esitazione tra spiegazioni antitetiche da attribuire ad eventi controversi, come direbbe Todorov], che pure mantengono una loro precisa collocazione storica e una riconoscibile locazione geografica (siamo dalle parti del baltico tedesco).
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Leon e Felix trovano la casa al mare dove si trasferiscono per l'Estate, già occupata dalla bella Nadja e dal suo occasionale amante Devid. I propositi artistici di Leon dovranno confrontarsi con le proprie insicurezze e con una repressa attrazione per la ragazza, in un crescendo di tensione e frustrazione su cui incombe minaccioso l'orizzonte infuocato di un incendio visto da lontano, ma che si fa ogni giorno sempre più vicino. Da sempre tentato dalle suggestioni simboliche di un cinema che vuole evocare, più che illustrare, il mistero insondabile dell'esistenza e la indecifrabilità delle relazioni umane, Petzold affronta i temi prosaici della vita (l'amore, la gelosia, l'egoismo, la passione, la morte) con gli strumenti di un cinema anti-realistico che introduce in modo più o meno velato gli elementi del fantastico nelle sue opere [per intenderci quelli dell'esitazione tra spiegazioni antitetiche da attribuire ad eventi controversi, come direbbe Todorov], che pure mantengono una loro precisa collocazione storica e una riconoscibile locazione geografica (siamo dalle parti del baltico tedesco). Il secondo capitolo di una possibile trilogia degli elementi, dopo il capitolo equoreo di Undine, farebbe pensare al soggetto aereo del fuoco di questo secondo episodio, benché nessuno dei quattro elementi (ed i loro corrispettivi caratteriali che si riflettono nei quattro personaggi) sembra mancare all'appello, quasi a costituire una matrice scenografica con cui plasmare la materia incandescente delle passioni umane che si mescolano e si impastano in questo occasionale ed inaspettato redez-vous estivo. Tra citazioni letterarie (Uwe Johnson, ma soprattutto Heinrich Heine) la cifra allusiva dell'autore tedesco sembra stemperarsi nella prima parte (forse infiacchirsi) in una leggerezza rohmeriana di conversazioni e convivialità estive attorno al tavolo da pranzo, ma che pure mantengono vivo il fuoco di una tensione emotiva che troverà una sorte certo migliore nei momenti conclusivi della seconda parte. Eppure Petzold agisce sempre sottotraccia ed è in grado di rilanciare il suo discorso con un linguaggio visivo che si avvale come sempre di scenari e inaspettati eventi naturali (flocculazioni cineree, bioluminescenze algali, artiodattili in fiamme, orizzonti imporporati che non lasciano presagire nulla di buono), preparando il terreno per il precipitare finale degli eventi anche se con meno incisività (sembra un parere condiviso da molti) rispetto ad opere precedenti (Yella ma anche lo stesso Undine), laddove le movenze eteree della protagonista femminile sembrano emergere qui meno esplicitamente che altrove, nell'ambiguità civettuola di una Paula Beer che solo alla fine (è neanche in quella) mostra la sua vera natura (a scelta) di silfide dei boschi, sirena dei mari o musa delle arti. Il tema centrale è come sempre quello del difficile equilibrio che la figura maschile trova al cospetto di un ideale di donna che serva a traghettarlo verso la piena realizzazione dell'età adulta (la paternità nel film precedente, la maturità letteraria in questo), sottolineata dalla frustrazione (anche sessuale) del protagonista , che non riesce a conciliare la vita e l'arte, laddove la prima sembra necessaria per la vitalità della seconda e la seconda senza la prima si riduce a puro esercizio di stile. Nel pastiche tragicomico del film (solo in apparenza lineare e banale, leggero e ironico) e sulla collezione apparentemente sbilanciata dei suoi personaggi (una femmina e tre maschi) incombe l'ineluttabilità degli eventi e degli elementi; un meccanismo governato da un misterioso demiurgo che colora il cielo di fogge infuocate, che stringe il cerchio attorno a passioni e aspirazioni che culminano nel climax finale in cui, sotto le ceneri di amanti neo-pompeiani colti in un abbraccio mortale, cova il destino di una vocazione letteraria che non può che attaccarsi con tutte le proprie forze (quelle dell'editore in lotta contro il male, ma soprattutto quelle dello scrittore in conflitto con se stesso) all'amore ed alla vita. Orso d'argento, gran premio della giuria a Christian Petzold al Festival internazionale del cinema di Berlino 2023.
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mauro.t
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martedì 9 gennaio 2024
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uno scrittore che non sa vivere.
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Felix e Leon sono due giovani amici che vanno a trascorrere alcuni giorni di vacanza nella casa al mare dei genitori di Felix. Il primo deve lavorare al suo portfolio per l’ammissione in accademia, il secondo è uno scrittore alle prese con il suo secondo romanzo. In casa però è già presente la giovane e piacente Nadja, gelataia stagionale amica di amici, che di notte si diverte con un prestante bagnino. Si forma quindi di un quartetto in una situazione di vacanza/lavoro/studio. Intanto nel bosco vicino si è sviluppato un minaccioso incendio che le autorità faticano a contenere e a spegnere. Nel quartetto Leon si distingue subito dagli altri per la sua goffaggine e il suo atteggiamento rigido e scontroso.
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Felix e Leon sono due giovani amici che vanno a trascorrere alcuni giorni di vacanza nella casa al mare dei genitori di Felix. Il primo deve lavorare al suo portfolio per l’ammissione in accademia, il secondo è uno scrittore alle prese con il suo secondo romanzo. In casa però è già presente la giovane e piacente Nadja, gelataia stagionale amica di amici, che di notte si diverte con un prestante bagnino. Si forma quindi di un quartetto in una situazione di vacanza/lavoro/studio. Intanto nel bosco vicino si è sviluppato un minaccioso incendio che le autorità faticano a contenere e a spegnere. Nel quartetto Leon si distingue subito dagli altri per la sua goffaggine e il suo atteggiamento rigido e scontroso. Si trova a disagio in azioni di quotidiana manualità; non vuole andare al mare e se ci va, non si spoglia e non si bagna; non vuole aiutare l’amico in piccoli lavori di riparazione, giustificandosi con la necessità di dover lavorare duramente al suo romanzo. In realtà quando è da solo sonnecchia e cincischia. Nella relazione con gli altri è supponente e permaloso: stronca le idee creative di Felix, non riesce a condividere i momenti di allegria, è geloso dell’attenzione che il suo editore presta all’attività degli amici. Leon non riesce neppure ad abbozzare un corteggiamento decente a Nadja, dalla quale è molto attratto: è un giovane bloccato ed egocentrico, privo di empatia. Solamente l’aprire gli occhi sulla crisi ambientale contigua e sulla tragedia da questa provocata, guidato dalla “musa” Nadja, potrà farlo crescere e dargli qualcosa di interessante su cui scrivere. Ma rimane la differenza: gli amici sono aperti alla vita, all’amore, al rischio. Leon no, al momento può solo scriverne. In futuro chissà.
Il film si colloca a cavallo tra commedia e cinema catastrofico, miscelando i generi con equilibrio e coesione, ma i suoi limiti stanno nella eccessiva polarizzazione delle differenze tra Leon e gli altri. Il regista e le sceneggiatrici usano con mestiere ironia e leggerezza, ma Leon è decisamente troppo goffo e rigido, ed esageratamente vitali e liberi sono gli amici. Qualunque spettatore che si percepisca timido o inadeguato, qualunque aspirante scrittore in panne, non può identificarsi in un salame del genere che non sa vivere.
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goldy
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giovedì 30 novembre 2023
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perplessa
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Io credo che se un ragazzo è già riuscito a scrivere e a pubblicare un libro con successo abbia tutti i motivi per concentrasi su se stesso e nostri scarsa attenzione alla quotidianiutà sua e del momdo che gli sta intorno.E' lntento del regista quello di rimproverare a una generazione di venti-trentenni la scarsa attenzione al mondo che brucia per ripiegarsi sul loro piccolo io? C'è lo scoramento per la perdita di fiducia sulla capacità della cultura di diventare promotrice di comportameni virtuosi.? Dua intenzioni molto rispettabili e condivisibili ma troppo impegnative per esserre sintetizzate in una situazione troppo poco significativa che non assurge mai a metafora della realtà che vuole denunciare.
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giovedì 23 novembre 2023
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il cielo brucia
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