Da "strega" a "santa": Fien Troch ragiona sul potere catartico di un'adolescente in una comunità colpita da un trauma. Accenna all'horror senza toccarlo mai, belle le musiche di Johnny Jewel, ma il film è loffio. In gara
di Valerio Sammarco La Rivista del Cinematografo
"Non vengo a scuola. Sento che accadrà qualcosa di brutto".
Holly è un'adolescente come tante, vive la scuola con disagio, la mettono da parte, la considerano una "strega", ha un solo amico che, guarda caso, è il più strambo tra i coetanei.
Ecco, quel giorno Holly decide di non andare a scuola. E la scuola va a fuoco, ne muoiono una decina.
Potrebbe sembrare l'incipit di una sorta di (ennesimo) remake di Carrie - Lo sguardo di Satana. E invece è - nomen omen - Holly, il quinto lungometraggio della regista belga Fien Troch (nel 2016 premiata in Orizzonti per la regia di Home), in gara a Venezia 80 e prossimamente nelle sale con Minerva Pictures. [...]
di Valerio Sammarco, articolo completo (2589 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 7 settembre 2023