Felicità

Il film è una rassegna di alcuni modi in cui si può essere infelici: razzismo di ritorno e estroversione vanesia nel padre; cinismo puerile, irresponsabile e cieco nella madre; sindrome di Peter Pan nel figlio minus habens; finta superiorità intellettuale, morale e comportamentale nel professore con due amanti, ambigue velleità buoniste e familistiche di borgatara sensibile, ma ignorante nella protagonista. Non se ne salva uno.
Giorgio Maselli

Un bell'inizio come regista per Micaela Ramazzotti. Il racconto molto attuale di una famiglia disfunzionale, dove al narcisismo del padre subentra la remissività della madre. Di conseguenza i figli sono privi di autostima o dediti oltremisura alla salvaguardia della famiglia. Pur con qualche esagerazione nella figura di Max Tortora e di Sergio Rubini la tensione del film è sempre al punto giusto, per sfociare in un finale emozionante. E' un film che scandaglia le dinamiche familiari di questi tempi e, ne sono sicuro, sarà argomento di riflessione personale per tante persone che lo vedranno.

Oggi ho visto l'ultimo film di Micaela Ramazzotti, non voglio anticipare più di quanto già si conosce su questo film. Mi limito dire che è un film da non perdere, è un grande film, un pugno nello stomaco, non è un film tenero. La regia guida in maniera magistrale Tortora e Galiena, entrambi molto bravi, in un ambiente familiare totalmente vuoto di tutto, principi, valori, responsabilità, non c'è nulla.
La Ramazzotti è mostruosamente brava e poliedrica, è interprete, è regista, è sceneggiatrice. Debbo fare un 'mea culpa' perchè l'avevo molto sottovalutata.
Nonostante la durezza del film, lei riesce a mettere in evidenza l'ingenuità del personaggio che interpreta, ma anche la caparbietà, la forza, non sempre palese, l'amore che ha per un fratello sicuramente meno strutturato di lei, la cosciente consapevolezza di avere un proprio valore dentro, in barba a tutto quello che le gira intorno. [+]

Oggi ho visto l'ultimo film di Micaela Ramazzotti, non voglio anticipare più di quanto già si conosce su questo film. Mi limito dire che è un film da non perdere, è un grande film, un pugno nello stomaco, non è un film tenero. La regia guida in maniera magistrale Tortora e Galiena, entrambi molto bravi, in un ambiente familiare totalmente vuoto di tutto, principi, valori, responsabilità, non c'è nulla.
La Ramazzotti è mostruosamente brava e poliedrica, è interprete, è regista, è sceneggiatrice. Debbo fare un 'mea culpa' perchè l'avevo molto sottovalutata.
Nonostante la durezza del film, lei riesce a mettere in evidenza l'ingenuità del personaggio che interpreta, ma anche la caparbietà, la forza, non sempre palese, l'amore che ha per un fratello sicuramente meno strutturato di lei, la cosciente consapevolezza di avere un proprio valore dentro, in barba a tutto quello che le gira intorno.
A mio umile giudizio il vale, vale molto. [-]

Soldi buttati. Un film brutto di cui non sentiamo la necessità. Mi sono angosciata per un'ora e mezza, Micaela Ramazzotti già non mi ha mai entusiasmata ed emozionata come attrice, tantomeno come regista. Decisamente insufficiente.

Non mi piace lo stile di recitazione e l'approccio al personaggio della Ramazzotti , che risulta sempre uguale di film in film come una maschera

Sin dai primi minuti si intuisce che ti prendera l angoscia .  Peccato non potere cambiare canale . Cara Ramazzotti ,  non possiamo andare al Cine per farci ammorbare con i problemi di ogni giorno .  Ci bastano quelli veri nostri

Sin dai primi minuti si intuisce che ti prendera l angoscia .  Peccato non potere cambiare canale . Cara Ramazzotti ,  non possiamo andare al Cine per farci ammorbare con i problemi di ogni giorno .  Ci bastano quelli veri nostri

È la rivincita delle minoranze sane, che grida all'amore in primis. Quadro di famiglia e società malsane e tossiche che possono inghiottirti in vortici senza vie di uscita. Ma ecco lei Desirée, Micaela Ramazzotti, che con la sua personalità va controcorrente, riuscendo con le proprie forze ad affrontare i suoi problemi e risolvere quelli del fratello: è una vittoria delle "belle" persone. 

Era dai tempi di Un borghese piccolo piccolo che non rimanevo così colpito: brava Micaela: unico difetto un sovraccarico di angoscia. Il mondo del cinema me lo immagino proprio così.

Della solita maschera triste/ svampita/ svanita della Ramazzotti avevamo già fatto il pieno nei film precedenti.