Beau ha paura |
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Un film di Ari Aster.
Con Joaquin Phoenix, Patti Lupone, Amy Ryan, Nathan Lane.
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Titolo originale Beau Is Afraid.
Commedia,
durata 179 min.
- Canada, USA 2023.
- I Wonder Pictures
uscita giovedì 27 aprile 2023.
- VM 14 -
MYMONETRO
Beau ha paura ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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sprofondati nel brodo primordialedi figliounicoFeedback: 50012 | altri commenti e recensioni di figliounico |
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giovedì 4 maggio 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La prima mezz’ora lascia ben sperare. L’atmosfera straniante, la realtà urbana distopica e degradata all’eccesso che contrasta con la musica leggera della colonna sonora, le scene ispirate al grottesco alternate a quelle di tono drammatico, la grande interpretazione di Phoenix, calato in un personaggio, patetico e comico al contempo, che richiama alla mente quello straordinario di Joker, tutto concorre in una sintesi perfetta a creare l’aspettativa di un capolavoro. In sala di montaggio non ha, però, purtroppo, funzionato qualcosa. Aster non ha tagliato le scene superflue e così un film che avrebbe potuto esprimersi al meglio in circa due ore ne dura una in più. Ad un certo punto nel mezzo del boschetto dove si allestisce uno spettacolo teatrale, che si combina malamente con un film d’animazione tipo Loving Vincent, diventa insopprimibile lo sbadiglio che involontariamente sanziona un’opera che avrebbe meritato un entusiastico applauso se fosse continuata sviluppando in modo coerente e visionario il promettente inizio. Il tema centrale si può riassumere nel rapporto patologico ed angustiante con la madre padrona nella circolarità di una vita che nasce, sogna e muore nel grembo materno, passando attraverso una serie di metafore del liquido amniotico, dalla lotta col gemello fantasma in una vasca da bagno alla fuga in barchetta in una piscina coperta da una volta artificiale che ricorda quella di The Truman show. In alcune scene i dialoghi sono esasperatamente lunghi e contorti, ma Aster, ancora purtroppo, per lui e per noi spettatori, non è Bergman ed il parlato eccessivo diluisce la tensione in un brodo primordiale e smorza l’attenzione invitando alla pennica, complice la comoda poltrona e lo spettacolo pomeridiano.
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