Calcio, emigrazione, Meridione. Un'opera prima semplice ma appassionata, su un Sud pieno di malinconia universale. Drammatico, Italia2023. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Una storia di amicizia tra il piccolo Marcello, interpretato dal giovanissimo Giuseppe Pacenza, alla sua prima prova cinematografica, e il calciatore a fine carriera Andrea Viscomi, alias Fausto Verginelli. Espandi ▽
Siamo sulla Costa degli Aranci, all'altezza di Catanzaro Lido. Questa è un'estate diversa, italiana, quella delle Notti Magiche, dei Mondiali di Italia '90. Lo è anche per Marcello, ragazzino di origine arbëreshë che vive con la madre Tereza nel quartiere popolare dell'Aranceto. E se gli stadi della Nazionale sono lontani, quello dell'U.S. Collidoro, la squadra locale, è invece dietro l'angolo. Qui gioca Andrea Viscomi, capitano, trentacinquenne romano trapiantato da anni in Calabria e alla sua ultima stagione come professionista. Andrea è piagato dagli infortuni, spremuto dalla criminalità, amareggiato dalla vita. Marcello e Andrea si incontrano, forse qualcosa in loro cambierà.
Quanta semplicità e quanta appartenenza in questa opera prima che mostra un Sud pieno di malinconia universale.
L'altra via è più essenziale che esile, più familiare che impersonale, con quella voglia di riscatto di Andrea e la necessità di crescita di Marcello, la parabola amara di un calciatore che si dà al Totonero e la formazione tra botte e pietre tirate contro i muri di un ragazzino. Recensione ❯
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Un esordio dai personaggi credibili e dalle atmosfere rarefatte. C'è qualche debolezza ma a questo regista va prestata attenzione. Drammatico, Italia2023. Durata 72 Minuti.
Una donna cerca di tenere insieme la propria vita finché non le appare un'opportunità che non può lasciarsi sfuggire. Espandi ▽
Una giovane donna, separata dal marito e con una figlia, nello stesso giorno perde il posto di lavoro e ha un incidente d’auto in cui avrebbe potuto restare ferita la bambina. Decisa a cambiare radicalmente vita, proprio da quanto accaduto le viene l’idea di acquistare a rate un carro attrezzi. L’opera prima di Antonio Garau propone una Torino diversa e poco presente sul grande schermo. Si colloca infatti nell’area della Barriera di Milano e questo dà al film la possibilità di costruire un’atmosfera quasi rarefatta in cui inserire personaggi che possono (come accade in un caso) anche permettersi di apparire e scomparire. Sul piano della scrittura il film funziona mettendo in scena personaggi credibili. Dove invece il film trova elementi di debolezza è non tanto nelle reiterate riproposizioni di Marcella alla guida del suo automezzo nelle strade della città quanto piuttosto nelle molteplici riprese (praticamente in tempo reale) del carico delle auto sul carro attrezzi. Un film che è stato girato in 16 mm e che comunque vede in Garau uno sceneggiatore e un regista a cui va prestata attenzione. Recensione ❯
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Daniele Luchetti articola il miracolo Carla Fracci e misura la sua vita con poetiche e tensioni estetiche. Biografico, Italia2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'arte dell'étoile che ha fatto del corpo la sua massima espressione e un riferimento per tutti gli artisti venuti dopo di lei. Espandi ▽
La pratica biografica è uno dei grandi fenomeni cinematografici (e letterari) contemporanei. La narrazione di una vita e l'enunciazione di una verità a proposito di quella vita rappresenta anche il cuore del nuovo progetto di Daniele Luchetti. Due anni dopo la morte di Carla Fracci, l'autore pesca nei suoi ricordi di infanzia quel primo incontro causale con l'étoile italiana, avvenuto anni prima a Cinecittà sul set di Verdi di Renato Castellani.
Daniele Luchetti articola quella figura introversa e lontana, quella lingua di gambe e di braccia che non smetterà mai di parlarci, di parlargli. Tra le parole e le immagini, tra le testimonianze e la memoria, fa capolino il miracolo Carla Fracci, bagliore bianco, scultura vivente cantata da Eugenio Montale.
Carla 'ci parla' di un mondo sotto una campana di vetro, con codici invariati nei secoli, che produce silhouette con ossa sporgenti, piccoli seni e chignon tirati. In equilibrio su quel luogo segreto e nodoso che erano i suoi piedi attraversa questo 'techetechetè d'autore' nutrito dagli archivi RAI. Recensione ❯
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Riportare le lancette dell'orologio a quel tragico momento e ripercorrere con i protagonisti il continuo evolversi della situazione è l'obiettivo primario del documentario. L'opera fonde interviste, materiale di repertorio inedito e nuove riprese, in un unico linguaggio narrativo capace di restituire l'impotenza dell'uomo di fronte alla forza della natura. Una dedica a chi quel giorno perse la vita nella tragedia e a tutti coloro che si prodigarono per aiutare e recuperare sopravvissuti e non. Recensione ❯
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Aldo eredita un vecchio casale. Deciso a metterlo in vendita, si troverà di fronte a una realtà inaspettata. Espandi ▽
Alla morte del patrigno, Aldo, un anchorman in crisi, eredita il casale in campagna dove ha trascorso gran parte dell'infanzia. Depresso e in attesa di una risposta per la ripresa di un suo programma televisivo, manda la sua assistente Susy a sbrigare le pratiche burocratiche. Ma Susy dovrà fare i conti con una realtà ben diversa da come l'aveva immaginata. Il casale è ora una Country House gestita da due fattori e cinque "matti" che lavorano i campi, i vigneti e mandano avanti quella che è una piccola ma ben attrezzata azienda: Casa Matta. L'arrivo di Susy e la probabile vendita del casale, li metterà in fibrillazione. E faranno di tutto perché ciò non avvenga. Recensione ❯
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Il racconto della figura e la carriera di Zingarelli con alcuni dei suoi più stretti
collaboratori e amici fra cui Terence Hill, Bud Spencer (in una intervista inedita del 2004), Dario Argento. Espandi ▽
La vita e la carriera del produttore cinematografico Italo Zingarelli, che negli anni '70 portò sul grande
schermo due film campioni di incassi: Lo chiamavano Trinità e Continuavano a chiamarlo Trinità
(entrambi scritti e diretti da Enzo Barboni), pellicole che decretarono il successo internazionale della
coppia Bud Spencer e Terence Hill e che, dopo oltre mezzo secolo, continuano a riscuotere ancora oggi
lo stesso successo. A raccontare la figura e la carriera di Zingarelli sono alcuni dei suoi più stretti
collaboratori e amici fra cui Terence Hill, Bud Spencer (in una intervista inedita del 2004), Dario Argento,
Giovanna Ralli, Barbara Alberti, Amedeo Pagani, Manuela Pineschi, Marco Tullio Barboni, e i tre figli che
portano avanti l'azienda vinicola creata da Zingarelli. Recensione ❯
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Lo spin-off della serie Netflix Suburra. Espandi ▽
Ritroviamo Alberto Anacleti (Spadino, interpretato da Giacomo Ferrara) a Berlino, innamorato, dove cerca di allontanarsi dal suo passato, ma una nuova minaccia lo richiama alle oscure strade della capitale italiana. La trama si sviluppa intorno a nuovi equilibri di potere conseguenti gli eventi del tragico finale di Suburra, tradimenti famigliari e di coppia, e una guerra imminente.
Suburræterna riesce quindi a riportare lo spettatore nel vortice delle vicende romane, ma non porta la serie a un sostanziale miglioramento. Il cast, sebbene si espanda con nuove entrate, non riesce a raggiungere i picchi della prima stagione.
La serie riesce a riaccendere le fiamme delle intricate vicende romane, mantenendo il fascino criminale della serie originale. Sebbene non raggiunga le vette di Suburra - La serie, il sequel offre un ritorno coinvolgente nei bassifondi di Roma, sottolineando che, anche se il potere può cambiare, le oscure alleanze e le minacce imminenti rendono l'equilibrio in questa città eterna sempre instabile. Recensione ❯
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Un debutto semplice e onesto sull'emigrazione dei lavoratori italiani del sud verso l'Europa. Drammatico, Italia, Francia2023. Durata 103 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un racconto di formazione che racchiude in sè il rapporto tra padre e figlio, sospeso tra assenze e ritorni e l'incanto che nasce dallo sguardo di un bambino. Espandi ▽
La festa del ritorno, tratto dall’opera letteraria omonima di Carmine Abate, è la prima regia di Lorenzo Adorisio, che ha una grande esperienza come direttore della fotografia, e infatti anche in questo suo primo lungometraggio è autore dell’immagine. Il suo debutto, semplice, onesto e attento ai dettagli, racconta l’emigrazione dei lavoratori italiani del sud verso l’Europa come un andirivieni di partenze non volute e ritorni agognati da celebrare, un pendolo crudele che scontenta sia chi emigra che chi rimane a casa ad aspettare. Negli ampi paesaggi calabresi, nelle case dignitose, nelle strade di paese assolate e desertificate dall’emigrazione si respira la nostalgia verso una regione dove il lavoro manca ma che sa restare nel cuore di chi è costretto a lasciarsela alle spalle. Il regista accompagna i suoi personaggi e i suoi luoghi del cuore con gentilezza e affetto, accarezzandoli tutti, e regalando ad ognuno un suo momento, una sua storia personale, piccola o grande. Recensione ❯
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La serie tratta dalla saga cinematografica. Questa volta vanno a caccia (nel passato) del genitore biologico di uno dei protagonisti. Espandi ▽
Moreno è un chitarrista rock, Giuseppe un "mago della finanza creativa", e Claudio un aspirante scrittore in procinto di sposarsi: li conosciamo già, in quanto protagonisti di C'era una volta il crimine, terzo episodio della saga delle commedie iniziata con Non ci resta che il crimine di Massimiliano Bruno, che si ritaglia il ruolo di Gianfranco, lo scienziato che ha scoperto come entrare e uscire dal passato attraverso varchi temporali.
Ora la saga cinematografica si trasforma in una serie in sei episodi, che prende il via dalla scoperta di Giuseppe di essere stato adottato: chi erano i suoi genitori biologici? E perché in particolare sua madre aveva rinunciato a tenerlo con sé? Per scoprirlo tornerà al 1970, e Moreno e Claudio lo seguiranno perché hanno bisogno della sua password per accedere al bottino accumulato nelle... puntate precedenti. Ma quando i tre ritrovano la strada del presente scoprono che l'Italia è in mano ad una dittatura militare, e dovranno tornare al passato nel tentativo di... sistemare le cose.
L'aspetto politico è quello più interessante e più coraggioso, perché denuncia certe derive da nuova repubblica sociale e ha un piglio dichiaratamente antifascista. E poi si sorride, e qualche volta si ride, e ci si ricorda (un po') di come eravamo, e di come potremmo ancora essere. Recensione ❯
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Proteste lavorative come misura del cambiamento. Il documentario evocativo che si fa esperienza immersiva. Documentario, Italia2023. Durata 75 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un documentario che ripercorre un evento dimenticato della nostra storia recente: una grande mobilitazione per chiedere lo sviluppo del territorio sardo. Espandi ▽
Grazie al materiale audiovisivo contenuto all'interno degli archivi della preziosa Cineteca Sarda, il regista Peter Marcias ricostruisce la storia delle lotte dei lavoratori dell'isola, iniziate tragicamente con l'eccidio dei minatori di Monteponi nel 1922 fino alle grandi mobilitazioni sindacali tra il 1992-93 che coinvolsero ventisette Comuni del Sulcis Iglesiente, uniti nella richiesta di un nuovo piano di sviluppo socio-economico per il territorio, ancora oggi tra i più poveri d'Italia. A fare da Virgilio in questo aspro inferno di rabbia disperata e soprusi denunciati, c'è l'ex professore di Diritto del Lavoro dell'Università di Cagliari, Gianni Loy (oggi Garante dei diritti dei detenuti della stessa città), accompagnato dalle riflessioni di due registi europei, simboli del cinema d'impegno sociale, Ken Loach e Laurent Cantet, che contribuiscono a porre l'accento sulle ingiustizie del mondo lavorativo di ieri e di oggi, a tutela di quei diritti fondamentali che dovrebbero essere riconosciuti a tutti gli uomini e le donne. Recensione ❯
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Un viaggio che ripercorre la storia di due bronzi di Riace conservati straordinariamente. Espandi ▽
Ci sono un quando, un dove, un chi e un come: il 16 agosto 1972, a 300 metri dal litorale di Riace Marina, in provincia di Reggio Calabria, a 8 metri di profondità nel Mar Jonio, vengono ritrovati due statue ascrivibili alla storia della Grecia classica; a segnalarne la presenza alle forze dell'ordine è un sub dilettante romano, Stefano Mariottini, in vacanza presso degli amici del luogo; i Carabinieri si occupano del ripescaggio delle statue, che vengono mandate all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze ed esposte per la prima volta al pubblico nel 1981, tornando quindi in Calabria per essere collocate definitivamente nel Museo Archeologico di Reggio.
Ma ci sono altri quando, dove, chi e come: le statue sono soltanto due? Che fine hanno fatto lance e scudi? È stato per primo Mariottini a ritrovarli? In che città devono essere ospitate? La Calabria è i Bronzi di Riace, i Bronzi di Riace sono la Calabria.
La storia, intera o ancora da scrivere; i misteri, veri o presunti; i protagonisti, conosciuti o inascoltati. C'è tutto dentro Semidei. Il film è una questione di sguardi, di osservazioni, di visioni. Ci sono gli archeologici e gli storici dell'arte che scrutano prima da fuori e poi da dentro per capire chi sono il Giovane (o l'Eroe) e il Vecchio (o lo Stratego) - così si chiamano il Bronzo A e il Bronzo B. Recensione ❯
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Un film di formazione sulla storia di due giovani protagonisti, Luca e Margherita, che devono affrontare una delle prove più importanti della loro vita. Espandi ▽
Luca, un ragazzo di 22 anni di Biella che studia filosofia, ha appena fatto un provino per una pubblicità. Spinto dai genitori, potrebbe trasferirsi a Milano dove la sua ragazza Margherita ha in programma di andare a vivere. Una sera, dopo aver fatto sesso, lei teme di essere rimasta incinta. Mentre la ragazza vaga per la città, lui sparisce all'improvviso e parte in direzione delle Alpi Svizzere per raggiungere il suo amico Paolo. Nel corso del viaggio il suo destino s'incrocia con quello di due ragazzi profughi, Naila e Yuseff, e della famiglia di Bacci.
Dentro il film ci sono troppe linee narrative: la condizione dei profughi, l'accenno ai No Tav, la dottoressa obiettore di coscienza, la famiglia della baita isolata dove gli scambi dei dialoghi tra Luca e Bacci creano uno squilibrio tra un dramma esistenziale (che diventa anche collettivo) e battute da commedia.
L'opera non segue una sola linea narrativa e cerca di sovrapporre più storie ma fa soltanto tanta confusione ed è sottolineato da una colonna sonora così presente che finisce per diventare invadente. Recensione ❯
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Un incalzante doc di denuncia sul lavoro della dottoressa Cattaneo: restituire la dignità umana a tutti. Documentario, Italia, Svizzera, Svezia2023. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Storia di morti senza identità, corpi a cui nessuno sa dare un nome. Espandi ▽
La dottoressa Cristina Cattaneo dirige il LABANOF, Laboratorio ai Antropologia e Odontologia Forense dell'Università degli Studi di Milano. La sua missione è quella di restituire un'identità ai numerosi cadaveri o scheletri che vengono trovati senza documenti. Con il suo team inizia a rintracciare ogni volta dei segni utili che ne possono permettere l'identificazione. Ma non è mai facile. Tra i suoi obiettivi, c'è quello di fare in modo che a tutte le persone decedute dei quali non si conoscono le generalità venga riconosciuto il diritto al nome e creare così una banca dati europea.
Dietro ogni persona scomparsa c'è una storia e quella delle loro famiglie che li stanno cercando. Si parte sempre da un indizio, anche dagli stessi oggetti: scarpe, occhiali, telefono, crocifisso, portafoglio.
Sconosciuti puri è un incalzante documentario di denuncia sull'assenza delle istituzioni e la lentezza della burocrazia. Emerge la figura di una donna che combatte tra mille difficoltà, anche in piena pandemia, che ci accompagna nel corso del documentario ma che, nella sua discrezione, cerca anche di essere invisibile e mantiene solo la sua voce per restituire nome e cognome a tutte le persone scomparse come gesto di rispetto della dignità umana. Recensione ❯
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La storia di Fernanda Wittgens, la prima direttrice della Pinacoteca di Brera, tra affermazione femminile, Resistenza, impegno civile, sacrificio per l'arte e per le vite altrui. Espandi ▽
Un film tv che racconta la storia di Fernanda Wittgens, la prima direttrice della Pinacoteca di Brera, tra affermazione femminile, Resistenza, impegno civile, sacrificio per l'arte e per le vite altrui. Recensione ❯
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Una donna si trova al capezzale di un morto che chiedeva di vederla. Per lei però è un totale sconosciuto. Espandi ▽
Amelia Jandolo è un'insegnante di ricamo e cucito nella Napoli degli anni '50. Una sera si trova davanti un giovane che pretende che la segua a casa perché Felice, il fratello morente, chiede con insistenza di vederla. Giunti a destinazione trovano che l'uomo è già deceduto. Tutti pensano che lei ne sia l'amante ma Amelia non lo conosce. Le rimarrà il desiderio di scoprire chi abbia usato il suo nome facendosi passare per lei. L'indagine la porterà a conoscere una realtà inattesa.
Daniele Salvo realizza un film con uno stile classico che aderisce alla vicenda che porta sullo schermo.
In un film che potremmo definire di altri tempi possiamo scoprire la possibilità di una narrazione che tenga conto delle possibilità interpretative messe a disposizione da un testo letterario portandone in luce gli elementi, grazie ad un cast equilibrato che aderisce a una regia che può permettersi, senza alcun timore reverenziale, di dedicare il film a Bernardo Bertolucci. Recensione ❯
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