Tra spettacolarità e ironia, il blockbuster che segna il punto zero del Nathan Drake cinematografico. Da oggi disponibile in DVD e Blu-Ray.
di Giuseppe Avico
Trasporre un videogioco sul grande schermo non è mai un compito semplice. Il più delle volte si parla di tradurre nel linguaggio cinematografico un determinato immaginario, scenari e personaggi che funzionano all’interno del videogioco ma che, alla prova del film, spesso crollano inesorabilmente. Uncharted - disponibile da oggi in DVD, Blu-Ray e 4K (con Steelbook) - prova a rovesciare questa maledizione scavando nella genesi del proprio protagonista, quel Nathan Drake che ha appassionato milioni di videogiocatori, poggiandosi sulla spettacolarità visiva e su alcune tematiche che si incastrano nella rumorosa azione che mette in scena.
L’orfano Nathan Drake e suo fratello Sam coltivano da sempre l’amore per l’avventura e per l’esplorazione. Nel tentativo di rubare una preziosa mappa, quella disegnata dopo la spedizione di Magellano, i due giovani finiscono nei guai e Sam è costretto a scappare lasciando il fratello minore da solo. Dopo quindici anni, Nathan è diventato un abile barman e quei sogni giovanili sembrano ormai svaniti. Ma l’incontro con Sully, un giramondo amico del fratello Sam, sembra riaccendere in Nathan la scintilla dell’avventura. L’uomo propone al ragazzo di prendere parte a una spedizione audace e spericolata: recuperare il tesoro perduto di Magellano.
Il regista Ruben Fleischer realizza quello che a tutti gli effetti si può considerare un prequel della saga videoludica. Filo conduttore della storia è la genesi di Nathan Drake, l’origine del suo rapporto con Sully e tutte le vicissitudini che comporta la sua prima grande spedizione. Il film, in particolare, si sofferma sul legame tra il giovane Drake e il più anziano Sully, non mancando di sottolineare quanto in quel mondo di disonesti e opportunisti cacciatori di tesorisia difficile stabilire un rapporto.
Uncharted mette in scena due diverse tipologie di personaggi: un giovane e talentuoso ragazzo e un mentore che sembra però interessato solo a sé stesso. La fiducia che intercorre tra i due è legata al solo successo della spedizione, durante la quale sono ammessi colpi bassi e incomprensioni. Il distacco che i due personaggi sembrano mantenere si lega alla paura, da parte di Sully, di fallire e di farsi fregare, così come al timore di Drake di non ritrovare più suo fratello Sam, e quindi di perdersi ancora una volta.
La missione che Drake e Sully hanno deciso di intraprendere contrappone le loro diverse intenzioni così come i lori differenti approcci. Eppure,sarà proprio la fiducia, quella riposta verso l’altro, l’unica arma veramente efficace per superare le molte prove che costituiscono il loro viaggio, permettendo a entrambi, in particolare a Sully, di redimersi. Il film pone l’accento su questo aspetto senza mai privarsi della spettacolarità che ne esalta gli effetti più sensazionalistici, avvalendosi inoltre di un’ironia che enfatizza tutti i vari passaggi del rapporto tra Drake e Sully.
Uncharted segna il punto zero del Nathan Drake cinematografico, la genesi dalla quale far partire quella che potrebbe rivelarsi una serie di film a lui dedicati. Da qui la scelta di Tom Holland nelle vesti di Drake, decisamente più giovane della sua controparte videoludica ma a suo agio nei territori action. Buona anche l’interpretazione di Mark Wahlberg, volutamente sopra le righe, così come quella di Antonio Banderas nei panni di un miliardario spietato e senza scrupoli.