Una storia di redenzione e di straziante rimpianto permeata dall’amore viscerale di Martone per la sua Napoli, che il regista racconta perdendocisi dentro, in un flusso libero di coscienza e conoscenza. In Concorso al Festival di Cannes e da oggi al cinema.
di Paola Casella
L’amore viscerale per Napoli di Mario Martone, e di Ermanno Rea che ha firmato il romanzo 'Nostalgi'a sul quale il film di Martone è basato, permea ogni inquadratura di questa storia di (tentata) redenzione e di straziante rimpianto.
Martone racconta la sua Napoli perdendocisi dentro, in un flusso libero di coscienza e conoscenza, affidando al suo protagonista il ruolo un Virgilio inconsapevole che si muove fra la morte e la vita.
Questa Napoli non è solo una carta sporca ma uno struggimento del cuore, un crocevia universale affascinato dal buio in cui è difficile farsi “raggio di sole” che si posa sulla monnezza e non si imbratta, ma anche un basso può diventare un punto di luce al pianterreno, un luogo magico in cui i morti continuano a vivere nei vivi e la gente comune si fa testimone della lotta quotidiana fra il Bene e il Male dietro a finestre pronte a chiudersi in fretta, e dove la lealtà è un concetto che riguarda la delinquenza come le persone perbene, perché “non si scompare senza salutare”.