Il regista francese dimostra di saper trattare i grandi traumi e le grandi problematiche della vita attraverso il racconto dei piccoli gesti, delle malinconie e degli affetti quotidiani. In Concorso alla Berlinale e dal 13 aprile al cinema.
di Tommaso Tocci
La storia di una famiglia francese è raccontata in varie tappe attraverso gli anni ottanta. Subito dopo la storica elezione di Mitterrand nel 1981, Elisabeth si ritrova separata dal marito e in cerca di un lavoro per mantenere i due figli Matthias e Judith. Trova così impiego presso il programma radiofonico che ascolta durante le sue notti insonni, dopo aver scritto alla conduttrice Vanda Dorval. Tra esperienze quotidiane e nuovi amori la famiglia cresce, trovando anche il tempo di accogliere la giovane Talulah, ragazza dal passato difficile in cerca di un appoggio per qualche giorno.
Il regista francese Mikhaël Hers dimostra di saper trattare i grandi traumi e le grandi problematiche della vita attraverso il racconto dei piccoli gesti, delle malinconie e degli affetti quotidiani.
Con I passeggeri della notte, mette in scena un’epopea quieta che racconta di uno scorrere del tempo che dà più opportunità di quante ne tolga. La macchina da presa sembra planare su una Parigi degli anni ottanta, ricreata non solo nei luoghi e nel mood del periodo ma anche attraverso copiose incursioni nel mondo della musica, del cinema e della tradizione dell’intrattenimento radiofonico.