L'altro buio in sala

Film 2022 | Documentario +13 90 min.

Anno2022
GenereDocumentario
ProduzioneItalia
Durata90 minuti
Regia diCiro Formisano
Uscitavenerdì 25 marzo 2022
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 4,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Ciro Formisano. Un film Genere Documentario - Italia, 2022, durata 90 minuti. Uscita cinema venerdì 25 marzo 2022Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 4,00 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 23 marzo 2022

Un viaggio caratterizzato dalle memorie di 14 tra le più storiche sale cinematografiche del nostro Paese. In Italia al Box Office L'altro buio in sala ha incassato 1,9 mila euro .

Consigliato assolutamente sì!
4,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 5,00
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un documentario che non si ferma a ricordare il passato ma affronta il presente senza falsi pudori.
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 21 marzo 2022
Recensione di Giancarlo Zappoli
lunedì 21 marzo 2022

Gestori di sale cinematografiche, che sono state e sono importanti per le proiezioni che hanno ospitato e gli spettatori che le hanno frequentate, si susseguono nel raccontarne la storia. Non mancano immagini d'epoca, aneddoti e testimonianze che rievocano la fruizione in sala e la funzione insostituibile che essa ha per la corretta (in tutti i sensi) fruizione di un film. Il buio citato nel titolo è quello che non si può ottenere altrove se non al cinema, condividendo con altre persone le emozioni (positive o meno) che provengono da un grande schermo.

La cosiddetta magia della sala cinematografica viene testimoniata e liberata da qualsiasi tentativo di retorica da esercenti e spettatori che la conoscono per averla sperimentata nelle forme più diverse.

Sgombriamo subito il campo da un dubbio che potrebbe sorgere mentre si procede nella visione. Il dubbio è il seguente: tutti gli intervistati che celebrano l'importanza della sala cinematografica perché omettono di affrontare la realtà di questi mesi in cui quelle stesse sale si sono riaperte ma sono in gran parte rimaste desolatamente vuote? Questo nonostante le geremiadi di coloro che, quando sono state chiuse per la pandemia, le pretendevano aperte ma che poi non sono tornati ad occuparne le poltrone? Ebbene Formisano e i suoi intervistati non si sono auto esonerati dall'affrontare la realtà attuale. Molto semplicemente hanno dedicato spazio al problema nell'ultima parte del documentario.

Prima giustamente hanno voluto ricostruire la storia di 14 sale in diversi luoghi d'Italia per riaffermarne la centralità, nella consapevolezza di esperienze vissute tutte in prima persona senza alcuna nota di pietistica nostalgia. Semmai si tratta di una presa d'atto corale di quanto la sala cinematografica costituisca un fondamentale elemento di aggregazione sin dalle sue origini e di conseguenza, come si evidenzia nel finale, un'eventuale sua scomparsa o forte contrazione nel numero possa di fatto impoverire non solo il comparto specifico ma la stessa trama del tessuto sociale nazionale.

Perché da ciò che gli esercenti, ma anche alcuni illustri spettatori, ricostruiscono emerge un profondo legame tra chi porta i film in sala e chi li va a vedere. Un legame che si trasforma in molti casi in un rapporto di fiducia che nessuna piattaforma potrà mai sostituire. Ognuno di loro viene intervistato proprio in sala quasi per marcare l'importanza anche fisica di quelle poltrone, di quelle vicinanze trasformate poi in distanze con le prime timide riaperture post lockdown.

Torna alla mente quella preziosa raccolta di cortometraggi realizzata in occasione del 60° del Festival di Cannes dal titolo Chacun son cinéma. Venne chiesto a 33 importanti registi (si andava da Angelopoulos a Wenders passando per Kitano e Moretti) di raccontare, in un tempo limitato ed uguale per tutti, quale senso avesse per loro la sala cinematografica. Ne uscirono in gran parte delle miniature di pregio. Non avrebbe potuto essere diversamente perché il cinema, quello vero, nasce per essere fruito in una dimensione di condivisione di attenzione comuni. Con un monito però che viene qui sottolineato: l'attenzione per lo spettatore, per le sue preferenze, per le sue scelte. Il bravo esercente deve non solo saper vedere ma anche saper ascoltare. Sperando poi che il distributore lo ascolti a sua volta.

Sei d'accordo con Giancarlo Zappoli?
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 25 marzo 2022
Tonino De Pace
Sentieri Selvaggi

Silvano Agosti ci dice che il cinema è malato e Ciro Formisano prova a fare una diagnosi perché si possa approntare una cura. Sembra essere questo il senso de L'altro buio in sala. Forse, a guardare il film e come sostiene qualcuno degli intervistati, non è il cinema ad essere malato, ma sono i resistenti esercenti, il pubblico appassionato, i frequentatori ad ogni costo ad essere malati di cinema [...] Vai alla recensione »

martedì 22 marzo 2022
Adriano De Grandis
Film TV

Forse l'unico buio che non ha mai fatto paura a nessuno, nemmeno ai bambini, è proprio quello della sala cinematografica, tempio assoluto (almeno fino a qualche anno fa) della visione filmica, oggi messo fortemente in discussione, un po' per la concorrenza delle piattaforme e dell'home video, un po' per abbandono spontaneo degli spettatori. Ciro Formisano compie un viaggio affettivo in 14 sale italiane, [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
mercoledì 2 marzo 2022
 

Regia di Ciro Formisano. Da venerdì 25 marzo al cinema. Guarda il trailer »

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