L'attrice bielorussa Caterina Shulha esordisce alla regia con un documentario di denuncia e sensibilizzazione tratto dal testo teatrale del drammaturgo Andrej Kurejcik. Una storia che conosce da vicino.
di Claudia Catalli
In principio era un testo teatrale, firmato dal drammaturgo Andrej Kurejcik, rappresentato in venticinque paesi diversi e tradotto da Giulia Dossi in italiano. È diventato un documentario di denuncia e sensibilizzazione per mano dell'attrice bielorussa Caterina Shulha, che per il suo esordio dietro la macchina da presa sceglie una storia che conosce da vicino.
Si tratta delle elezioni dell'agosto 2020, che hanno confermato il sesto mandato presidenziale di Aleksandr Lukashenko. Il popolo bielorusso è sceso in strada a manifestare contro il dittatore, ma quando ci si allontana dalla democrazia ogni protesta viene messa brutalmente a tacere.
Non potrebbe essere altrimenti, Insultati. Bielorussia è un film militante di grande attualità, che sacrifica l'estetica sull'altare della denuncia. È un documento visivo importante e vibrante di appassionata protesta firmato da una regista appena trentenne. Da segnalare, soprattutto, è l'ottima prova di un cast di livello, capace di trascinare chi guarda nella lotta di un popolo ancora costretto a battersi per la propria libertà.