Alice in Borderland

Film 2020 | Fantasy, Fantascienza, Thriller

Regia di Shinsuke Sato. Una serie con Kento Yamazaki, Tao Tsuchiya, Aya Asahina, Nobuaki Kaneko, Ayame Misaki. Cast completo Genere Fantasy, Fantascienza, Thriller - Giappone, 2020, STAGIONI: 2 - EPISODI: 16

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Ultimo aggiornamento lunedì 30 gennaio 2023

Dal manga di Haro Aso, una serie live action che segue le vicende di Arisu, giovane apatico ossessionato dai videogiochi.

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Un survival game che mescola action e thriller psicologico.
a cura della redazione
venerdì 30 ottobre 2020
a cura della redazione
venerdì 30 ottobre 2020

La serie è un survival game che mescola action e thriller psicologico, con spunti, soprattutto nella seconda parte, di critica ad alcune disfunzioni della società giapponese. Richiamando i capisaldi del genere, da Battle Royal a Hunger Games, intrigherà i neofiti, mentre potrebbe risultare poco originale per gli appassionati di vecchia data, che si divertiranno in ogni caso a riconoscere gli innumerevoli riferimenti.

Episodi: 8 (45 min.)
Regia di Shinsuke Sato.

Un po' sottotono rispetto alla stagione precedente, la serie se la cava comunque discretamente

Recensione di Silvia Guzzo

Arisu e i suoi compagni sono pronti a passare al secondo livello del "game" per affrontare le prove mortali abbinate alle figure dei quattro semi delle carte da gioco. Ben presto scopriranno che questa nuova fase prevede uno scontro all'ultimo sangue contro gli stessi game master: jack, re e regine dalla personalità misteriosa quanto affascinante sono disposti a mettere a rischio la propria vita per trionfare nei giochi. Sebbene le sfide siano ancora più difficili di quelle affrontate in precedenza, Arisu, Usagi, Kuina, Tatta, Ann e Chishiya sono determinati ad arrivare fino in fondo per scoprire la verità su ciò che gli è accaduto. Perché sono lì? Chi sono i game master? È davvero possibile tornare nel mondo originale? Le risposte a queste domande si dimostreranno ricche di sorprese.

La seconda stagione di Alice in Borderland appare un po' sottotono rispetto alla precedente, ma riesce comunque a chiudere (forse?) la storia in modo coerente.

Complessivamente godibile e ben girata - soprattutto grazie agli effetti visivi notevolmente migliorati -, la seconda stagione di Alice in Borderland mostra qualche difetto in più rispetto alla precedente. Sebbene i nuovi giochi siano tendenzialmente accattivanti e i game master risultino per la maggior parte profondi e affascinanti, l'arco narrativo di alcuni personaggi non sembra pienamente convincente. Tornano infatti alcune figure di cui non si sentiva troppo la mancanza e che già nella prima stagione apparivano sottotono rispetto ad altre.

Tra queste c'è sicuramente Niragi, la cui evoluzione risulta un po' spiazzante: dopo una gioventù trascorsa a subire soprusi, Niragi decide di trascorrere il resto della sua esistenza facendo del male al prossimo. Per tutta la stagione viene dipinto come un uomo violento e crudele, ma la serie - che non esita a infliggere atroci sofferenze persino ai suoi personaggi migliori - gli concede comunque un trattamento di favore e, alla fine, gli regala persino una possibilità di redenzione. Nell'ultima scena che lo riguarda, Niragi appare improvvisamente cambiato eppure non si capisce quali possano essere le motivazioni di una simile trasformazione.

Altro ritorno poco gradito è quello di Aguni: insieme alla sua compagna - unica new entry tra i protagonisti della serie - si dimostra un personaggio piuttosto monodimensionale, a cui viene dedicato molto screen time senza però far emergere nulla di nuovo rispetto a quanto già raccontato nella prima stagione. Alla scarsa caratterizzazione di alcuni personaggi si collega un'altra nota dolente, ossia i dialoghi talvolta artificiosi ed esageratamente filosofici. Inoltre, anche se la serie riesce a tenere lo spettatore incollato allo schermo sino alla fine, alcune digressioni eccessivamente lunghe e non propriamente fondamentali spezzano leggermente la tensione, dilatando inutilmente gli episodi, che in questa seconda stagione si aggirano intorno all'ora.

Sebbene Alice in Borderland abbia avuto un grande successo, questa seconda stagione dovrebbe teoricamente concludere le vicende di Arisu: il manga di Haro Aso da cui è tratta la serie si chiude infatti con gli eventi sin qui raccontati. Ciononostante, il finale di stagione lascia aperta la porta a un proseguimento della storia, che questa volta sarebbe completamente nelle mani degli sceneggiatori, essendo terminata la traccia offerta dal fumetto di origine.

Per ora non è dato sapere se le avventure della terra di confine continueranno, ma quel che è certo è che il finale della seconda stagione lascia un buon numero di interrogativi aperti. Ad ogni modo, la chiusura della serie risulta abbastanza coerente: d'altra parte, data la complessità e la tipologia degli eventi mostrati, era molto difficile terminare la storia in un modo pienamente efficace, motivando gli avvenimenti in modo inedito e non banale. In questo la serie se la cava discretamente: alla fine, l'estenuante lotta contro la morte combattuta dai personaggi si dimostra più concreta di quanto non potesse sembrare.

Episodi: 8
Regia di Shinsuke Sato.

Thriller d'azione al cardiopalma, dall'estetica raffinata e dal design da videogioco

Recensione di Silvia Guzzo

Alice in Borderland segue le vicende di Arisu, un giovane gamer giapponese disprezzato dal padre per lo scarso impegno negli studi e nel lavoro. Sebbene pigro e disoccupato, Arisu ha un'intelligenza brillante che lo spinge a interessarsi agli argomenti più disparati, tra cui la meccanica e la matematica. Genio incompreso da un mondo che gli richiede una maggiore produttività, Arisu trova conforto nella compagnia dei suoi amici Chota e Karube. Proprio insieme a loro viene improvvisamente trasportato in una dimensione parallela in cui tutti sembrano scomparsi e il tempo pare scorrere in modo differente. Ma non finisce qui: per sopravvivere in questo nuovo mondo è necessario superare una serie di prove mortali, misteriosamente associate a delle carte da gioco.

Serie dall'estetica raffinata e dal design quasi da video gioco, Alice in Borderland è un invito a guardare oltre le apparenze che prende forma grazie a una narrazione capace di affrontare tematiche di ampio respiro, tra cui la relatività del tempo e delle gerarchie sociali.

Il regista Shinsuke Sato non è nuovo all'adattamento di manga in live action: prima di Alice in Borderland aveva infatti già diretto The Princess Blade, Bleach e Kingdom. Cineasta esperto nel trattare temi come la lotta, la violenza e il mistero in salsa thriller o post apocalittica, Shinsuke Sato ha lavorato anche come video game designer per il gioco di combattimento "Tekken 4" e per "Red Ninja: End of Honor", dedicato alle avventure sanguinose di una giovane ninja spinta dal desiderio di vendetta per l'omicidio del padre.

In Alice in Borderland - adattamento dell'omonimo manga di Haro Aso - confluiscono in una forma inedita le tematiche e l'estetica dei precedenti lavori di Shinsuke Sato, sia nel campo videoludico sia in quello cinematografico. In uno scenario post apocalittico e desolante prende vita una storia di violenza e sofferenze che tuttavia lascia spazio alla speranza e, soprattutto, alla possibilità di redenzione. La Tokyo cupa e buia di Alice in Borderland non è soltanto l'arena in cui si svolgono una serie di giochi all'ultimo sangue, ma è anche un nuovo punto di partenza. «Non sarebbe bello poter resettare tutto?» aveva profeticamente domandato il fratello di Arisu all'inizio della serie. Per molti dei partecipanti ai "game" la risposta è sì. In questa nuova dimensione quello che si era nel mondo originale non conta più, si può ricominciare da capo: un hikikomori può trasformarsi in un lottatore letale e spietato, un uomo può liberamente essere una donna e un emarginato può diventare un leader.

Laddove dilagano morte e violenza, acquisiscono maggior valore la vita e l'amore. In un mondo in cui ogni giorno può essere l'ultimo, il momento presente assume una rinnovata importanza. Quando per sopravvivere può essere necessario uccidere, le relazioni umane non ne escono annichilite, ma al contrario si mostrano nella loro profondità. Collaborare si rivela infatti cruciale per terminare molti dei game che solo a un primo sguardo sembrano risolvibili attraverso il massacro degli altri giocatori. Come nel paese delle meraviglie di Alice - il cui nome è richiamato da quello del protagonista Arisu -, in questa Tokyo buia e desolata è fondamentale non farsi ingannare dalle apparenze e svelare ciò che si nasconde dietro alle illusioni.

Allo stesso modo, non ci si deve lasciar fuorviare dall'aspetto malinconico e oscuro di Alice in Borderland: al di là della sua fotografia fredda e cupa e oltre la violenza mostrata si cela una storia carica di romanticismo e speranza. Anche i personaggi in cui si imbatte Arisu sono più complessi di quanto sembri: sebbene molti di loro abbiano le caratteristiche tipiche delle figure tradizionali dei manga, la loro personalità è sempre tridimensionale e il loro modo di agire è spesso dettato da motivazioni profonde.

In Alice in Borderland la tensione si taglia letteralmente con il coltello e la costruzione della suspense riesce a tenere lo spettatore con il fiato sospeso dall'inizio alla fine. Non mancano scene action ben congegnate, tra cui lo scontro finale - quasi da videogioco - tra due combattenti molto sopra le righe. L'estetica della serie è inoltre ricercata e ben riconoscibile, così come lo sono lo stile e i costumi dei personaggi.

Unica nota dolente un ultimo episodio un po' caotico, che mette in scena un massacro forse eccessivamente violento e in cui le motivazioni delle parti in gioco risultano un tantino stiracchiate.

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venerdì 30 ottobre 2020
 

Regia di Shinsuke Sato. Una serie con Kento Yamazaki, Tao Tsuchiya, Aya Asahina, Nobuaki Kaneko, Ayame Misaki. Dal 10 dicembre su Netflix. Guarda il trailer »

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