Il film non eguaglia lontamente i suoi simili. Il talento dei suoi interpreti meritava una miglior causa. Da giovedì 14 ottobre al cinema.
di Andrea Fornasiero
Eddie Brock è il solo giornalista con cui parla il serial killer Cletus Kasidy. Eddie, grazie all'aiuto del suo simbionte alieno Venom, riesce a scoprire dove sono sepolti i cadaveri delle vittime del mostro. Cletus ha avuto un'infanzia difficile, da subito segnata da vari omicidi e da una condanna in un istituto per minori, dove ha trovato un'anima gemella, una donna capace dalla voce sovrannaturale. Quando Eddie Brock lo va a intervistare per l'ultima volta prima della condanna a morte, Cletus riesce a provocarlo e a farlo avvicinare, tanto da morderlo, dando così vita a un nuovo spaventoso simbionte: Carnage.
Con lo stesso tono e gli stessi limiti del capitolo precedente, il nuovo Venom è cinema di supereroi che non riesce a essere né dissacrante né epico.
Il film non spinge infatti fino in fondo la violenza e non riesce quindi a eguagliare la carica liberatoria e vagamente eversiva di Deadpool, The Suicide Squad o della televisiva The Boys (guarda la video recensione).
Il regista Andy Serkis trova alcuni momenti plastici e fa il possibile per valorizzare la chiesa e le sue vetrate dove si consuma lo scontro finale, ma per tutto il resto della durata trova una sola idea di messa in scena.
Venom – La furia di Carnage cerca di essere sia un film per famiglie, sia un film più tenebroso ma non riesce in nessuna delle due cose.
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