E’ la commedia di Eduardo che si presta meglio ad essere tradotta per il piccolo schermo, forse perché interpretabile, in teoria, da qualsiasi primo attore, non essendo incentrata tutta sul ruolo del protagonista, la più corale e la meno legata alla maschera irripetibile ed unica di Eduardo.
Così nel tempo l’opera è stata trasposta in versioni televisive più o meno accettabili, da quella riuscita di Sorrentino e Servillo a quella meno azzeccata di Franza Di Rosa e Massimo Ranieri. Non confrontabile, invece, il film per il grande schermo della Wertmuller, che si avvalse peraltro di un duo formidabile di protagonisti, Mastroianni e la Loren.
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E’ la commedia di Eduardo che si presta meglio ad essere tradotta per il piccolo schermo, forse perché interpretabile, in teoria, da qualsiasi primo attore, non essendo incentrata tutta sul ruolo del protagonista, la più corale e la meno legata alla maschera irripetibile ed unica di Eduardo.
Così nel tempo l’opera è stata trasposta in versioni televisive più o meno accettabili, da quella riuscita di Sorrentino e Servillo a quella meno azzeccata di Franza Di Rosa e Massimo Ranieri. Non confrontabile, invece, il film per il grande schermo della Wertmuller, che si avvalse peraltro di un duo formidabile di protagonisti, Mastroianni e la Loren.
Castellitto, dopo la discutibile interpretazione di Lucariello in Natale in casa Cupiello, si cimenta, dunque, questa volta in una impresa per lui non impossibile non dovendosi confrontare con Eduardo attore ed ancora una volta con la regia di Edoardo De Angelis, un giovane regista, che pure aveva meravigliato con il suo bellissimo ed originale Il vizio della speranza, evidentemente alla sua età però già a corto di idee, se costretto a mettere in scena un ennesimo Sabato, Domenica e Lunedì per la televisione.
Le innovazioni di De Angelis al testo e alla messa in scena dell’opera non convicono, appaiono gratuite e senza senso, come quella di collocare un cammello nel giardino pensile con vista sul golfo di Napoli o sostituire due personaggi maschili, il suocero ed il figlio del protagonista, con due figure femminili.
Il cast, che per la riuscita di questa commedia è decisivo appunto perché l’opera è corale, a parte qualche eccezione, sembra una improvvisata compagnia amatoriale, messa su giusto per l’occasione, proprio una di quelle in cui recita da capocomico, con la maschera di Pulcinella, il fratello del protagonista.
Si salva il commento musicale di Avitabile, purtroppo ridotto a poche note, e la scenografia, che ricrea perfettamente un ambiente domestico degli anni ’50, per il resto…. Sabato annoia, Domenica ha qualche sprazzo di autentica drammaticità, Lunedì è da dimenticare.
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[+] errata corrige
(di carloalberto)
[ - ] errata corrige
[+] se questo è un cast amatoriale...
(di piergiorgio)
[ - ] se questo è un cast amatoriale...
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