jonnylogan
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sabato 2 aprile 2022
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la peggio gioventù
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A metà degli anni ‘70 Edoardo frequenta un liceo maschile e privato nel cuore del quartiere Trieste della capitale. I suoi compagni sono figli della buona borghesia Romana, cresciuti dai loro genitori come eredi delle fortune di famiglia. Al tempo stesso prevaricazione e misoginia si fanno strada fra gli adolescenti che vivono repressi da un’educazione e da famiglie che ergono a propri simboli il senso del dovere e una visione molto cattolica di tutto quel che avviene nella propria esistenza.
Il romanzo di Edoardo Albinati, docente Romano e autore di un mémoire vincitore dello Strega, che ripercorre i suoi anni liceali all’ombra di un quartiere elitario, è la fonte dalla quale il fiorentino Stefano Mordini decide di partire per analizzare a distanza di oltre quarant’anni un’epoca piena di contraddizioni, come le lotte armate e lo sfondo pieno di odio e apparenza nella quale viveva una generazione piena di possibilità economiche e libertà infinita.
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A metà degli anni ‘70 Edoardo frequenta un liceo maschile e privato nel cuore del quartiere Trieste della capitale. I suoi compagni sono figli della buona borghesia Romana, cresciuti dai loro genitori come eredi delle fortune di famiglia. Al tempo stesso prevaricazione e misoginia si fanno strada fra gli adolescenti che vivono repressi da un’educazione e da famiglie che ergono a propri simboli il senso del dovere e una visione molto cattolica di tutto quel che avviene nella propria esistenza.
Il romanzo di Edoardo Albinati, docente Romano e autore di un mémoire vincitore dello Strega, che ripercorre i suoi anni liceali all’ombra di un quartiere elitario, è la fonte dalla quale il fiorentino Stefano Mordini decide di partire per analizzare a distanza di oltre quarant’anni un’epoca piena di contraddizioni, come le lotte armate e lo sfondo pieno di odio e apparenza nella quale viveva una generazione piena di possibilità economiche e libertà infinita. La voce fuori campo di Edoardo, alter ego dell’autore, impersonato da Emanuela Maria Di Stefano, alla sua seconda pellicola, ci accompagna fra gli stanzoni del Liceo San Leone Magno e delle case o ville nelle quali la vita di tutti i giorni, le paure degli adolescenti e l’apparenza la fanno da padrone. In una continua analessi la storia si riannoda per arrivare a descrivere chi fossero i tre compagni di classe diventati tristemente noti come i fautori del massacro del Circeo in un incrocio pieno di asettica follia ma non certo troppo differenti rispetto agli altri protagonisti.
La pellicola fuori concorso a Venezia, non scorre veloce ma invoglia chi guarda ad arrivare alla fine nella speranza che qualche cosa possa cambiare nella vita di una generazione macchiatasi della più impensabile delle colpe, ovvero l’essere troppo simile ai propri genitori. Il cast nel suo insieme prevale sulle prove dei singoli e la sola pecca che si può riscontrare a visione ultimata è l’essersi soffermati esclusivamente sui fatti di cronaca tralasciando il lato maggiormente didascalico di quello che, agli occhi dell’autore, era un modo per cercare di capire come e perché la vita possa porti a pochi cm da un mostro e cosa ti spinga a non assumerne le medesime sembianze.
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emanuela
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giovedì 4 novembre 2021
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principalmente cronaca di un massacro
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Le aspettative personali nel scegliere di guardare questo film erano principalmente di trovare un approfondimento del contesto storico e della società che facevano da sfondo a questo terribile massacro. Troppo tempo della pellicola dedicato ai dettagli delle violenze e del delitto.
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emanuele 1968
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domenica 31 ottobre 2021
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deluso
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Belle le ricostruzioni , pantaloni alla zuava , senza telefonini, fiat 127 128 pallas, ciao , mobili , ecc ecc, bravi attori, però la trama mè parsa un BOOOO pesante, e comunque nel 2021 non credo proprio che viviamo in un vaso di pandora. Una cosa positiva del film e mi ha fatto riaffiorare dei lontanissimi gesti che praticavo............. ovvero forse sarebbe meglio che riprenda quei gesti che mi avevano insegnato i genitori, la preghiera di ringraziamento prima di mangiare e prima di andare a letto.
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smaggy
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martedì 19 ottobre 2021
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le contraddizioni degli anni 70
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La Scuola Cattolina è uscito nelle sale vietato ai minori di 18 anni e questo mi sembra un paradosso considerando i contenuti e le immagini che oggi circolano liberamente ovunque.
Il film è tratto dal romanzo omonimo a sua volta ispirato ad un fatto di cronaca: il “massacro del Circeo” compiuto negli anni 70 da alcuni ragazzi di buona famiglia, studenti di una prestigiosa scuola cattolica di Roma.
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La Scuola Cattolina è uscito nelle sale vietato ai minori di 18 anni e questo mi sembra un paradosso considerando i contenuti e le immagini che oggi circolano liberamente ovunque.
Il film è tratto dal romanzo omonimo a sua volta ispirato ad un fatto di cronaca: il “massacro del Circeo” compiuto negli anni 70 da alcuni ragazzi di buona famiglia, studenti di una prestigiosa scuola cattolica di Roma. La vicenda viene raccontata attraverso una serie di episodi che coinvolgono gli studenti, i compagni di classe e i loro genitori.
Non è la scuola cattolica o l’insegnamento cattolico nel mirino del film. Non incontriamo i “preti pedofili”stile Mala Education di Almodovar. E’ piuttosto un’analisi critica della morale comune di quegli anni, dell’ipocrisia perbenista che non sa stare al passo con i tempi: con la lotta sociale, con il femminismo e la rivoluzione sessuale.
E’ la fotografia della società italiana dell’epoca, una società intrisa di violenza nelle scuole, nelle piazze, nelle case.
Il dito è puntato sull’idea totalmente sbagliata di cosa debba essere la virilità. Nei rapporti tra coetanei, tra uomo/donna e genitore/figli. I 3 giovani che stuprano e uccidono sembrano come storditi non solo e non tanto dalle sostanze, quanto da un’idea di maschio etero ricco che può compiere qualunque azione restando praticamente impunito.
Effettivamente se i tuoi genitori mettono a tacere qualunque malefatta scolastica attraverso generose donazioni all’Istituto, l’insegnamento è che i soldi sistemano tutto e non esiste una linea di confine netta tra bene e male. E sono proprio questi genitori – intellettuali, uomini d’affari, gente dello spettacolo – ad uscirne peggio, spesso distratti ed egoisti e in ogni caso, totalmente incapaci di dialogare con i propri figli.
Un film stilisticamente raffinato che racconta sia i fatti realmente accaduti sia quelli “verosimili” di chi quell’epoca l’ha vissuta. Un viaggio nel tempo: bellissima la Roma degli anni ’70, i vestiti, i telefoni, gli arredi … e quella villa al Circeo che ospita le scene più crude della violenza sulle due ragazze. Da vedere. Per indignarsi. Per ricordare. Per non ripetere gli errori del passato.
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alberto58
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venerdì 15 ottobre 2021
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una macchina del tempo che colpisce allo stomaco
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Sono nato nel 1958 a Tor Marancia (vicino alla Montagnola) e ho sempre abitato da quelle parti, negli anni 70 ho frequentato un liceo scientifico dell’EUR, ho finito di leggere La scuola cattolica il 7/10/2021 (il giorno in cui è uscito il film, per puro caso) ed adesso sono all’inizio della rilettura (a pag. 200). Così quando due giorni fa vengo a sapere da “Hollywood Party” che è uscito il film per me andarci diventa inevitabile ed è con questo film che interrompo ieri un digiuno di cinema durato quasi due anni. All’Eurcine quindi grandissime emozioni anche perché la storia di quel film è la storia della mia adolescenza e fin dalle prime battute ci casco dentro, la macchina del tempo funziona alla perfezione.
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Sono nato nel 1958 a Tor Marancia (vicino alla Montagnola) e ho sempre abitato da quelle parti, negli anni 70 ho frequentato un liceo scientifico dell’EUR, ho finito di leggere La scuola cattolica il 7/10/2021 (il giorno in cui è uscito il film, per puro caso) ed adesso sono all’inizio della rilettura (a pag. 200). Così quando due giorni fa vengo a sapere da “Hollywood Party” che è uscito il film per me andarci diventa inevitabile ed è con questo film che interrompo ieri un digiuno di cinema durato quasi due anni. All’Eurcine quindi grandissime emozioni anche perché la storia di quel film è la storia della mia adolescenza e fin dalle prime battute ci casco dentro, la macchina del tempo funziona alla perfezione. Per 90’ è pura delizia: la Roma degli anni 70’, il clima di violenza, le automobili, i telefoni, gli interni familiari, i vestiti, la relazione dei maschi adolescenti tra di loro, con la scuola, i genitori e le ragazze. Per tutto il tempo spero che il delitto del Circeo rimanga sullo sfondo, che ci siano solo allusioni, non descrizioni, come capita nel libro. Invece gli ultimi 30’ sono puramente descrittivi, sono orrore puro. I bellissimi corpi delle due ragazze sono esposti senza pudore così come la violenza e le sevizie cui vengono fatte oggetto. Pare assurdo prima ancora che orribile che quei tre adolescenti, invece di arrivare al paradiso per mezzo di quei corpi cercando un consenso da parte delle ragazze che sicuramente sarebbe arrivato, li utilizzino invece per sprofondare all’inferno. Tuttavia ho provato qualcosa di più dell’orrore, del ribrezzo e della nausea, c’era anche libidine per quei bellissimi corpi esposti e sottomessi, una libidine per cui provo vergogna. Probabilmente quel desiderio non sarebbe stato così intenso se non ci fossero state le sevizie e la consapevolezza che quei corpi sarebbero stati distrutti e che quindi quella era la loro ultima esibizione. L’accoppiata sesso e morte è dirompente, come avviene nel film Goldfinger di James Bond in cui le due bellissime donne con cui fa sesso 007 poco dopo vengono uccise. Forse è per quello che nell’ultima mezz’ora me ne sono stato incassato tra i sedili senza guardarmi intorno in un cinema con l’80% dei presenti che erano donne. Così quella parte finale che mi pareva fuori luogo, dura e non in linea con il libro ho dovuto rivalutarla perché illustra con la crudezza delle immagini il tema sotteso a tutto il libro: il legame tra sesso, violenza e morte. Un legame che è sublimato e represso da quasi tutti i maschi attuali ma sempre presente, sottotraccia. Però negato ed è forse per questo che questo film raccoglie basse votazioni ma alti incassi. Io invece do 4 stelle a questo film con un solo errore quando, nella panoramica fatta dal Fungo dell’EUR si vede lo spettacolare serbatoio dell’acqua di Prato Smeraldo che nel 1975 era molto di là da venire. L’effetto “macchina del tempo” prosegue una volta uscito dal cinema, mi ritrovo al centro dell’EUR e mi faccio un lungo giro in macchina tra i monumenti suggestivamente illuminati sentendo la musica anni 70/80 di M100, sono momenti magici in cui mi sembra ancora di avere accanto la ragazza con cui frequentavo quei posti nelle notti dell’autunno del 1981.
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loland10
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mercoledì 13 ottobre 2021
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morale e violenza
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“La scuola cattolica” (2021) è il settimo lungometraggio del regista toscano Stefano Mordini.
Film contrastato, schematico, riluttante, sadico, selettivo, ambiguo e lascito di commenti.
Un’ambientazione di grande effetto. Luoghi, modi, strutture, rioni, interni e mode ricostruiti in modi capillare: un’immersione totale nei vizi, contorni, sguardi e riferimenti degli anni settanta.
Una storia fatta di scatti, di regole, di ordini, di violenza, di fisicità, di orrore e, soprattutto, di costrizioni inespresse. Una conoscenza ‘virile’ nata a scuola, tra lezioni e sevizie, tra ragionamenti sballati e bullismo retrò di grande presa cinematografica.
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“La scuola cattolica” (2021) è il settimo lungometraggio del regista toscano Stefano Mordini.
Film contrastato, schematico, riluttante, sadico, selettivo, ambiguo e lascito di commenti.
Un’ambientazione di grande effetto. Luoghi, modi, strutture, rioni, interni e mode ricostruiti in modi capillare: un’immersione totale nei vizi, contorni, sguardi e riferimenti degli anni settanta.
Una storia fatta di scatti, di regole, di ordini, di violenza, di fisicità, di orrore e, soprattutto, di costrizioni inespresse. Una conoscenza ‘virile’ nata a scuola, tra lezioni e sevizie, tra ragionamenti sballati e bullismo retrò di grande presa cinematografica.
La regia di Mordini è fortemente attaccata ai personaggi, ai loro giri notturni e non, con una presa scontrosa, cattiva e fuori-schermo. Certo ognuno pare ingabbiato, schematizzato e monocorde, ma l’intento, è certamente quello di rendere evidente l’aberrazione comportamentale e l’agire psicologico in qualsiasi frangente. Da un discorso scolastico ad una festa, da uno sguardo all’uso dei corpi .
Un film che ha suscitato tante polemiche, sul modo di raccontarne i fatti fino al divieto (ultimo) ai 18 anni. I punti di vista, la successione, gli eventi con escalation di mesi e ore, il montaggio secco, la ridondanza in alcune affermazioni, la lunga parte finale, la teatralità, la scelta degli adulti, i gesti violenti. Gli atteggiamenti e i modi dei ‘ragazzi’ dominano su tutto, in ogni mascolinità diseguale, non lineare e perversa. Nottetempo e da ieri, negli anni settanta (siamo nel 1975), i luoghi comuni e il gioco al massacro producono dicotomie e mistificazioni nei comportamenti fisici e psicologici. Il timore verso gli altri e la paura procurano danni irreversibili. ù
Droga non si vede ma si percepisce chiaramente. Alcolici veri non si vedono ma si odorano le scorciatoie. Denaro non si vede ma si sente il suo segno. Fumo e birra tra feste private, compleanni e abbuffate più o meno amichevoli. Riunioni consociate tra ‘figli di papà’ (come si raccontano) dove il relativismo delle regole è deviato tra le rigidità ‘morali’ scola statiche e quelle delle mura di casa. In realtà tutto nascosto da una superficie patinata: un professore che non vede il figlio, una mamma che va a letto con uno studente, un sacerdote che frequenta prostitute, ragazzi con la pistola a fianco, deboli che soccombono, vulgata abitudinaria, un padre omosessuale che lascia moglie e figlio, famiglie dilaniate da morbose tristezze.
Un film che soccombe alle sue idee e si esalta alla sua spinta; rompe lo schermo rischiando di naufragare negli intenti.
Nella Roma del 1975 si riepilogano gli eventi di alcuni ragazzi (di famiglie agiate) e del loro destino abnorme, pieno di contraddizioni, fuori da ogni morale e pieni di grandezze sconsiderate che portano a violenze, sevizie e morte (massacro in una villa del Circeo): una storia di pochi mesi. .
Cast:
Tutto il gruppo giovanile è ben assortito e convincente; i loro volti fortemente espressivi, rimangono oltre lo schermo; Luca Vergoni (Angelo Izzo) e Francesco Cavallo (Gianni Guido) riescono a infondere paure e sguardi sghembi con movenze raccapriccianti e nudità terrificanti. Si aggiunge lo sguardo terzo del morboso Giulio Pranno (Andrea Ghira) che silenzia ogni parete della villa. E’ l’ambientazione stessa che distrugge ogni vacua possibilità di redenzione. E all’apparire in controluce del cartellone di ‘Profondo Rosso’ (uscito in Italia nel marzo del 1975) in un cinema (dove i ragazzi vorrebbero andare con le amiche Donatella Colasanti -Benedetta Porcaroli- e Rosaria Lopez -Federica Torchetti- ma le convincono a cambiare idea) si ha la netta sensazione di un gioco al rimbalzo tra la finzione e la realtà crudissima che da li a poco si sarebbe consumata (istant-movie ed eventi del Circeo in uno squallore orribile).
I ruoli degli adulti: Riccardo Scamarcio (Raffaele Guido), Valeria Golino (Ilaria Arbus), Gianluca Guidi (Ludovico Arbus), Valentina Cervi (Eleonora Rummo), Fabrizio Gifuni (Golgota) sono minimi e di facciata: con risvolti negativi e moralità dubbie. Nulla è giustificato: dai genitori ai figli.
Fotografia di Luigi Martinucci scolorata, oscura, con lampioni.
Regia di S. Mordini: efficace, legata, da soppianto. Voto: 6 (**½) -cinema ineguale-
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federica
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lunedì 11 ottobre 2021
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confusionario, niente di eccezionale.
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Avevo tanta voglia di vedere questo film, tratto tra l'altro da una storia vera, straziante e di particolare importanza, ambientato negli anni 70', gli anni delle prime trasgressioni, gli anni in cui si iniziarono ad infrangere le regole , gli anni in cui tutto sembrava dovuto, in cui avere soldi ti faceva sentire il padrone del mondo. Peccato che il film non abbia per niente soddisfatto le mie aspettative; sul tema degli anni 70' non si discute, ambienti, vestiario , comportamento degli attori in linea con il tempo, peccato che la storia vera per cui nasce questo film è circondata da tante altre storie che le fa perdere valore e non gli da l'importanza dovuta. Scene di film che iniziano, hanno un seguito e non hanno mai avuto una fine, lasciate incomplete, mettono solo confusione al film che già di per sè tratta argomenti pesanti quali: il femminicidio, sessismo , omofobia, adulterio.
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Avevo tanta voglia di vedere questo film, tratto tra l'altro da una storia vera, straziante e di particolare importanza, ambientato negli anni 70', gli anni delle prime trasgressioni, gli anni in cui si iniziarono ad infrangere le regole , gli anni in cui tutto sembrava dovuto, in cui avere soldi ti faceva sentire il padrone del mondo. Peccato che il film non abbia per niente soddisfatto le mie aspettative; sul tema degli anni 70' non si discute, ambienti, vestiario , comportamento degli attori in linea con il tempo, peccato che la storia vera per cui nasce questo film è circondata da tante altre storie che le fa perdere valore e non gli da l'importanza dovuta. Scene di film che iniziano, hanno un seguito e non hanno mai avuto una fine, lasciate incomplete, mettono solo confusione al film che già di per sè tratta argomenti pesanti quali: il femminicidio, sessismo , omofobia, adulterio.. mi aspettavo di più, il regista secondo me si è concentrato a parlare di tanti, fin troppi argomenti diversi e non ha dato ad ognuno di essi l'importanza che meritavano. Per me è stata una delusione, non consiglio di vederlo al cinema.
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lunedì 11 ottobre 2021
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film che si può perdere
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Perfettamente d accordo, io l'ho trovato superficiale e troppo indulgente verso quella gioventù é la società in cui vivevan
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flaw54
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domenica 10 ottobre 2021
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a me è piaciuto
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Un film che fa soffrire, capace di ricreare il clima morboso, ipocrita, teso e insofferente dell' ambiente dove nacque il delitto del Circeo. Un' atmosfera inquietante un mondo a parte dove ogni violenza sia morale che fisica sembra del tutto naturale e che porta giovani apparentemente normali come Guido a compiere gesti di cui sembrano non capire la profonda gravità. Si arriva a torturare ed uccidere come se tali azioni fossero comportamenti quotidiani e banali. Colpisce il perbenismo esteriore dei comportamenti che nasconde un marcio morale che avvolge tutto e tutti. La lentezza del film esaspera poi questo clima. Nel complesso un buon film con un' eccessivo insistere forse sul momento tragico, ma forse è giusto così, perché il fatto è reale e nessuno deve dimenticare.
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Un film che fa soffrire, capace di ricreare il clima morboso, ipocrita, teso e insofferente dell' ambiente dove nacque il delitto del Circeo. Un' atmosfera inquietante un mondo a parte dove ogni violenza sia morale che fisica sembra del tutto naturale e che porta giovani apparentemente normali come Guido a compiere gesti di cui sembrano non capire la profonda gravità. Si arriva a torturare ed uccidere come se tali azioni fossero comportamenti quotidiani e banali. Colpisce il perbenismo esteriore dei comportamenti che nasconde un marcio morale che avvolge tutto e tutti. La lentezza del film esaspera poi questo clima. Nel complesso un buon film con un' eccessivo insistere forse sul momento tragico, ma forse è giusto così, perché il fatto è reale e nessuno deve dimenticare.
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