Una spruzzata di colori brillanti e una divertente galleria di animali in un globo reinventato. Al suo primo lungometraggio, Samuel Tourneux dimostra di avere le idee chiare e nessun timore reverenziale. Da giovedì 9 settembre al cinema.
di Marianna Cappi
Samuel Tourneux, francese, classe 1973, approda al primo film con una serie di successi alle spalle nel cortometraggio d’animazione e non solo (nel 2014 l’attrazione che ha creato per il parco di divertimenti Futuroscope, a nord di Poitiers, è stata premiata come la migliore al mondo) e mostra di avere le chiare e poco timore reverenziale.
er prima cosa interviene sulla versione già esistente della sceneggiatura (e sul classico di Jules Verne) riscrivendo il personaggio di Passepartout. Dopodiché è la volta di una spruzzata di colori brillanti e dell’invenzione di una galleria di animali, in stile Zootropolis, che non lascia delusi.
Completano il quadro un paio di battute metacinematografiche ben assestate (“le scene di ballo sono un cliché!”) e una deliziosa sequenza ripresa dal vivo e inserita nel film di animazione allo stesso modo in cui spesso le sequenze animate s’infilano a sorpresa nei film in live action.