Benvenuti in casa Esposito

Un film semplice e irriverente per prendere in giro i luoghi comuni su Napoli e la camorra. La storia è carina, Tonino, il figlio del boss della sanità, del camorrista ha solo il cognome: non è prepotente, non è violento, insomma è un bravo uomo. Ma è cresciuto in un ambiente che non prevede vie di uscita e, quindi, alla morte del padre rimane nel clan, anche se sotto il nuovo boss, Don Pietro De Luca, che ha promesso al padre di Tonino di prendersi cura del figlio. Come detto è un film semplice, non c’è nessuno spunto degno veramente di nota, ma alla fine se l’obiettivo era fare sorridere per la durata della proiezione, allora l’obiettivo è stato raggiunto. [+]

Un film semplice e irriverente per prendere in giro i luoghi comuni su Napoli e la camorra. La storia è carina, Tonino, il figlio del boss della sanità, del camorrista ha solo il cognome: non è prepotente, non è violento, insomma è un bravo uomo. Ma è cresciuto in un ambiente che non prevede vie di uscita e, quindi, alla morte del padre rimane nel clan, anche se sotto il nuovo boss, Don Pietro De Luca, che ha promesso al padre di Tonino di prendersi cura del figlio. Come detto è un film semplice, non c’è nessuno spunto degno veramente di nota, ma alla fine se l’obiettivo era fare sorridere per la durata della proiezione, allora l’obiettivo è stato raggiunto. Molto bravi tutti gli interpreti, con un grande Peppe Lanzetta come voce narrante fuori campo.

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 Una farsa scarpettiana recitata, su un canovaccio scritto dall’umorista Pino Imperatore, da una compagnia di teatranti napoletani d’eccezione, con protagonista un boss buffamente inadeguato, un redivivo Sciosciammocca interpretato felicemente da Giovanni Esposito, le cui improbabili gesta da camorrista sono raccontate dalla voce narrante di Peppe Lanzetta.
Commedia leggera come una nuvola, che non ha altra pretesa se non di divertire e ci riesce benissimo. Ci sono gags irresistibili, anche se alcune risultano citazioni aggiornate di altri film, come il messaggio dettato al telefonino, che rinvia palesemente alla famosa lettera di Totò e Peppino già rifatta da Troisi e Benigni, e la sequenza finale, nella quale la famiglia si stringe solidale contro la prepotente invadenza del vero camorrista, interpretato da Francesco Di Leva, già Sindaco del rione Sanità con Martone, che ricorda molto da vicino l’analoga scena dell’episodio de’ Il guappo nel L’oro di Napoli di Vittorio de Sica. [+]

 Una farsa scarpettiana recitata, su un canovaccio scritto dall’umorista Pino Imperatore, da una compagnia di teatranti napoletani d’eccezione, con protagonista un boss buffamente inadeguato, un redivivo Sciosciammocca interpretato felicemente da Giovanni Esposito, le cui improbabili gesta da camorrista sono raccontate dalla voce narrante di Peppe Lanzetta.
Commedia leggera come una nuvola, che non ha altra pretesa se non di divertire e ci riesce benissimo. Ci sono gags irresistibili, anche se alcune risultano citazioni aggiornate di altri film, come il messaggio dettato al telefonino, che rinvia palesemente alla famosa lettera di Totò e Peppino già rifatta da Troisi e Benigni, e la sequenza finale, nella quale la famiglia si stringe solidale contro la prepotente invadenza del vero camorrista, interpretato da Francesco Di Leva, già Sindaco del rione Sanità con Martone, che ricorda molto da vicino l’analoga scena dell’episodio de’ Il guappo nel L’oro di Napoli di Vittorio de Sica.
Lasciando perdere l’impossibile paragone con i mostri sacri del cinema e del teatro partenopeo,  occorre riconoscere a Gianluca Ansanelli il meritodi aver riportato sullo schermo lo schema classico e le atmosfere della vecchia farsa napoletana, che si chiudeva immancabilmente con la richiesta del capocomico alla platea di applaudire se avesse gradito lo spettacolo ed il film finisce con una sonora risata di Lanzetta e dei suoi commensali ad un banchetto in riva al mare, suggestivamente richiamando le reazioni di quel pubblico di allora che rideva delle sue sventure, per tirare a campare nonostante tutto, in quel paradiso abitato da diavoli che è Napoli.
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Film molto divertente, da vedere.

Grandi risate, un cast eccezionale. Giovanni Esposito un mostro di bravura
. Ho letto e amato il libro di Pino Imperatore ma il film se possibile è ancora meglio. 

Visto ieri con tutta la famiglia. Pur essendo molto leggero e spensierato è un film che contiene anche un bel messaggio. Consigliato a chi vuole trascorrere un'ora e mezza di spensierato divertimento.

La tenera storia di un goffo camorrista che non riesce a emulare le gesta di suo padre, famigerato capoclan del sistema, potrebbe essere la trama di un cupo film sulla malavita. Invece in questo caso la premessa da vita ad una deliziosa commedia sostenuta da un cast di attori napoletani straordinari. Si ride fino alle lacrime nei numerosi siparietti della bizzarra famiglia Esposito. Ma quello che maggiormente colpisce é che dopo tanto ridere il film riesce anche ad emozionare e perfino a lanciare un efficace messaggio di speranza per una cittá che vale molto di piú di quello che alcune fiction vorrebbero far passare. 

Visto stasera, dopo novanta minuti di risate arriva un finale che quasi ti fa piangere dalla commozione. Film consigliatissimo ben confezionato cast strepitoso insomma top!!

Qualche settimana fa ho avuto la fortuna di poter vedere l’anteprima di questo film che definirei delizioso. Come poche volte accade nelle trasposizioni cinematografica, chi ha letto il libro di Pino Imperatore e deciderà di andare al cinema, non resterà certamente deluso. Pur lasciandosi più di qualche licenza nella storia, posso dire, senza timore di essere smentito, che il regista, Gianluca Ansanelli, ha colto in pieno il tono del libro (cosa non scontata!). La costruzione dei personaggi, in particolare del protagonista, è molto curata, così come il rapporto tra il loro arco evolutivo e i vari snodi della storia, ne consegue che il racconto si sviluppi con naturalezza, lasciando una piacevolissima sensazione in chi lo guarda. [+]

Qualche settimana fa ho avuto la fortuna di poter vedere l’anteprima di questo film che definirei delizioso. Come poche volte accade nelle trasposizioni cinematografica, chi ha letto il libro di Pino Imperatore e deciderà di andare al cinema, non resterà certamente deluso. Pur lasciandosi più di qualche licenza nella storia, posso dire, senza timore di essere smentito, che il regista, Gianluca Ansanelli, ha colto in pieno il tono del libro (cosa non scontata!). La costruzione dei personaggi, in particolare del protagonista, è molto curata, così come il rapporto tra il loro arco evolutivo e i vari snodi della storia, ne consegue che il racconto si sviluppi con naturalezza, lasciando una piacevolissima sensazione in chi lo guarda. Anche la comicità, tanto presente soprattutto nella prima parte del film e portata avanti soprattutto da un Giovanni Esposito in grandissima formissima, è sempre al servizio della storia. Insomma, si ride spesso, senza perdere mail fuoco della storia, una qualità orami rara nelle commedie italiane. [-]