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Annette, un'esplosione di bellezza da guardare e ascoltare

Il primo film in lingua inglese di Leos Carax è un inno a tutte le forme di spettacolo ma anche il ritratto oscuro dell'industria dello spettacolo coi flash, la caccia mediatica, l'esibizione della star. Premiato a Cannes e dal 18 novembre al cinema.
di Marzia Gandolfi

giovedì 18 novembre 2021 - Recensioni

Se davvero il cinema sta morendo, divorato da ogni parte dalla proliferazione conquistatrice delle piattaforme, Annette rimanda la sua fine con un ultimo respiro maestoso. Il respiro che Leos Carax chiede allo spettatore di prendere nell’ouverture e poi trattenere il tempo che servirà a cantare la storia d’amore di due esseri folgoranti. Regista e direttore d’orchestra della partitura sinfonica degli Sparks, Carax avvia Annette dalla registrazione della colonna sonora. 

Nel limbo che interroga le frontiere porose tra finzione e realtà, si trasformano improvvisamente in personaggi. Un accessorio, uno sguardo, una posa e Marion Cotillard diventa Ann Desfranoux, la diva dalle mille vite, Adam Driver ‘cavalca’ senza filtri Henry McHenry, umorista con pulsioni distruttrici. Ma c’è poco da ridere e molto da cantare.

Annette è un inno a tutte le forme di spettacolo, dall’opera a Broadway, ma è più precisamente il negativo del musical hollywoodiano, il rovescio di Cantando sotto la pioggia, l’altra faccia della luna, il ritratto oscuro dell’industria dello spettacolo coi flash, la caccia mediatica, l’esibizione della star, la spettacolarizzazione oltraggiosa. 
 

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