Nessuno come lui sa raccontare le derive della società iraniana, logorata dalla burocrazia, la diffidenza, la manipolazione. Applaudito al Festival di Cannes e dal 3 gennaio al cinema.
di Marzia Gandolfi
Dopo due esperienze internazionali poco convincenti, Asghar Farhadi torna nel suo paese e dimostra con A Hero di sapere infilare come nessuno le derive della società iraniana, logorata dalla burocrazia, la diffidenza, la manipolazione. Attraverso il destino di Rahim e della sua impossibile redenzione, Farhadi avvia un’implacabile meccanica che concentra tutti i difetti di un regime che ha eretto il perdono e la redenzione a virtù pubbliche e mediatiche.
Mai così inflessibile, Farhadi non risparmia nessuno, debitori e creditori, prigionieri e carcerieri, diavoli e santi, sorprendendo lo spettatore con colpi di scena che non forzano mai la logica narrativa.
Girato ad altezza d’uomo, A Hero è il film sociale perfetto che non impone nessuna morale al pubblico e dona un’idea dell’era digitale in Iran.