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È il momento dei remake: Steven Spielberg rifarà West Side Story

Al monarca di Hollywood l'arduo compito di tornare su un film perfetto, sommerso dai primati, amato da generazioni e benedetto dalla critica.
di Pino Farinotti

Richard Beymer Altri nomi: (Dick Beymer ) (86 anni) 20 febbraio 1938, Avoca (Iowa - USA) - Pesci. Interpreta Tony nel film di Robert Wise, Jerome Robbins West Side Story.
mercoledì 10 ottobre 2018 - Focus

È davvero il momento dei remake, sono decine i classici riproposti, a volte non allontanandosi dal format originale, altre cercando di aderire al momento estetico e sociale. Possono essere molte le chiavi di lettura, ma una mi sembra prevalere, nettamente: in un'epoca di crisi generale di idee, di smarrimento rispetto a ciò che vale e serve e rispetto a un giudizio univoco sulla qualità - e non parlo solo di cinema - non resta che ricorrere al passato, affidarsi a quelle sicurezze. Se poi il concetto è avallato da gente come Gibson e Spielberg, significa che il dato è esatto non discrezionale. Ho citato quei nomi perché di recente ho scritto del remake de Il mucchio selvaggio, che sarà diretto e prodotto da Gibson. Un altro autentico monarca di Hollywood, Steven Spielberg ha annunciato che realizzerà il remake di West Side Story.

Il mucchio e West Side presentano delle analogie. Per cominciare trattasi di capolavori, di titoli superaccreditati. Non mancano le correnti che li collocano ai vertici dei generi, musical e western, in assoluto. Anche se, entrambi prodotti negli anni Sessanta, erano "temporalmente" oltre le stagioni eroiche di quei generi.
Pino Farinotti

Una breve digressione a contestualizzare l'opera. Per gli americani il musical è qualcosa di molto serio, ritengono che sia l'unica forma d'arte della quale sono i soli titolari. Lo ritengono a ragione. La prima fase era quella di Astaire&Rogers, due angeli che bastavano a se stessi. Nessuna trama, cantavano e ballavano. Poi ecco la stagione della Metro, con Gene Kelly eroe eponimo. Grandi investimenti e cultura. Kelly pensava a una coreografia sull'impressionismo, ecco che la produzione ingaggiava il maggior esperto francese di quella corrente.

Titoli come Un americano a Parigi, Cantando sotto la pioggia, sono capolavori completi, insuperabili. Come lo è 7 spose per 7 fratelli che col coreografo Michael Kidd inventò la danza acrobatica, che prevale tuttora. Arrivò la fase "impegnata", le storie diventavano serie, le implicazioni erano il Vietnam (Hair), la contestazione (Jesus Christ Superstar), e la trasgressione (Rocky Horror). Erano gli anni Settanta. Certo il musical non è morto, vale una citazione di grande successo, di questi anni, Mamma Mia!. Citazioni esemplari, mi fermo qui. West Side, film, è del 1961, seguiva la stagione dell'oro della Metro. Il musical teatrale era del 1957, scritto da Arthur Laurents e Stephen Sondheim, musica di Leonard Bernstein. L'opera presentava una derivazione davvero ambiziosa, nientemeno che "Romeo e Giulietta" di Shakespeare. Capuleti e Montecchi sono diventati una famiglia americana e una portoricana i cui figli, Maria e Toni si innamorano, nonostante i pregiudizi famigliari. Finirà in dramma.


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