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mercoledì 15 gennaio 2020
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grande delusione
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film noioso, chi nasce comico dovrebbe rimanere tale , checco zalone grande delusione
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anna bafunno
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martedì 14 gennaio 2020
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ognuno faccia solo il mestiere che sa fare
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Zalone è un comico e finora ha fatto film comici molto divertenti perché trattavano aspetti e atteggiamenti che fanno parte del costume e delle tradizioni italiane, su cui si poteva ridere. Tolo tolo non è un film comico, e non sarebbe potuto esserlo visto il tema trattato che, da qualsiasi punto di vista lo si affronti, risulta sempre tragico. A chi sostiene che il film ci mostra ciò che sta accadendo nel nostro Paese, io rispondo che non c’è bisogno di andare a cinema per venirne a conoscenza, visto che ogni giorno i media ce lo sbattono in faccia...In conclusione niente risate, niente approfondimenti o prese di posizione nette, un puzzle disorganico e che non ti dà nessuna idea del disegno finale.
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Zalone è un comico e finora ha fatto film comici molto divertenti perché trattavano aspetti e atteggiamenti che fanno parte del costume e delle tradizioni italiane, su cui si poteva ridere. Tolo tolo non è un film comico, e non sarebbe potuto esserlo visto il tema trattato che, da qualsiasi punto di vista lo si affronti, risulta sempre tragico. A chi sostiene che il film ci mostra ciò che sta accadendo nel nostro Paese, io rispondo che non c’è bisogno di andare a cinema per venirne a conoscenza, visto che ogni giorno i media ce lo sbattono in faccia...In conclusione niente risate, niente approfondimenti o prese di posizione nette, un puzzle disorganico e che non ti dà nessuna idea del disegno finale. Regia scadente, fotografia mediocre, sceneggiatura carente. Spero per lui (Zalone), che ritorni a fare il comico e non si cimenti più in qualcosa che è più grande di lui, in cui non si può improvvisare e che necessita di una preparazione e di investimenti molto maggiori di quelli che lui possiede.
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brazof
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martedì 14 gennaio 2020
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fuak6976 - ovvero il rosicone
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quanto sarebbe bello sapere con quale cognizione di causa il caro fuak6976 si permette di spiegare a Luca Medici come fare il suo lavoro.
ma certo immagino sarà un professore di cinema o un regista. mentre Luca Medici è solo uno che incassa milioni e porta la gente al cinema. Ma l'italia è il paese in cui siamo tutti allenatori della nazionale e quindi si sparano giudizi tecnici così un po' a caso.
Che poi voglio dire.... sarebbe bastato esprimere una opinione su cosa non è piaciuto invece di mettersi a fare il professorino.
Per quanto riguarda il film... secondo me ha deti difetti ovviamente... ma siamo su un livello talmente alto come emozione, spettacolarità e coraggio che glieli perdono tutti.
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quanto sarebbe bello sapere con quale cognizione di causa il caro fuak6976 si permette di spiegare a Luca Medici come fare il suo lavoro.
ma certo immagino sarà un professore di cinema o un regista. mentre Luca Medici è solo uno che incassa milioni e porta la gente al cinema. Ma l'italia è il paese in cui siamo tutti allenatori della nazionale e quindi si sparano giudizi tecnici così un po' a caso.
Che poi voglio dire.... sarebbe bastato esprimere una opinione su cosa non è piaciuto invece di mettersi a fare il professorino.
Per quanto riguarda il film... secondo me ha deti difetti ovviamente... ma siamo su un livello talmente alto come emozione, spettacolarità e coraggio che glieli perdono tutti.
TOLO TOLO è un Unicum nella filmografia italiana, probabilmente di sempre.
Il paragone con La vita è bella è molto sensato, anche se, secondo me, quello è un capolavoro più "classico" mentre questo è surreale, ancor più simbolico... davvero unico.
e comunque, si ride anche!!!
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kalm
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martedì 14 gennaio 2020
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la gente voleva ridere ma...
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La gente è delusa perchè da un film di Zalone si aspetta risate,questo è il film di Zalone dove si ride di meno anzi quasi per niente,parla dell immigrazione...il penultimo film di Zalone Quo vado? fece arrabbiare i radical chic di sinistra,questo film invece fà arrabbiare la destra...per far capire che Zalone non guarda in faccia a nessuno. Voto 3 stelle
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lunedì 13 gennaio 2020
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bellissimo
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lunedì 13 gennaio 2020
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irriconoscibile
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Sono andato a vedere Tolo Tolo sulle ali del'entusiasmo che ho provato per gli altri film di Zalone, ma....bocciato !!!!
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jennyx
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lunedì 13 gennaio 2020
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film molto divertente e molto intelligente
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A differenza di alcune recensioni lette, ho trovato il film divertentissimo, pieno di battute anche nei momenti dove voleva essere più serio. In sala si rideva, eccome, dall'inizio alla fine. Non ho riso meno che negli altri film di Zalone, anzi! Sempre con il consueto stile di prendersi in giro come italiano mediocre, Checco si cimenta non piu' nei panni di impiegato attaccato al posto fisso, ma di imprenditore megalomane fallito, che fa il classico passo più lungo della gamba. Occasione ghiotta per una serie di nuove battute sugli incubi dal punto di vista dell'impreditore italiano con la giungla della burocrazia, contributi, sovrintendenza, agevolazioni dei suoi dipendenti, ecc. E anche dal punto di vista del divorziato con gli assegni di mantenimento da pagare.
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A differenza di alcune recensioni lette, ho trovato il film divertentissimo, pieno di battute anche nei momenti dove voleva essere più serio. In sala si rideva, eccome, dall'inizio alla fine. Non ho riso meno che negli altri film di Zalone, anzi! Sempre con il consueto stile di prendersi in giro come italiano mediocre, Checco si cimenta non piu' nei panni di impiegato attaccato al posto fisso, ma di imprenditore megalomane fallito, che fa il classico passo più lungo della gamba. Occasione ghiotta per una serie di nuove battute sugli incubi dal punto di vista dell'impreditore italiano con la giungla della burocrazia, contributi, sovrintendenza, agevolazioni dei suoi dipendenti, ecc. E anche dal punto di vista del divorziato con gli assegni di mantenimento da pagare. Queste le premesse alla storia vera e propria in Africa. Qui la comicità lascia spazio alla riflessione seppur non abbandonando mai il film, direi che decorrono sempre parallele. La sceneggiatura si astiene saggiamente dal moralismo esplicito, lascia allo spettatore trarre le sue conclusioni vedendo coi suoi occhi le differenze evidenti di condizione tra gli italiani e i migranti. A me ad es.ha fatto venire in mente le facili e false frasi populiste di cui spesso siamo testimoni come ad es.: "come li accogliamo se stiamo peggio di loro?". Infatti accostato a loro Checco, rappresentante dell'italiano superficiale tipo, si lamenta dei debiti e delle tasse, ha davvero debiti importanti con le banche ma, nonostante questo, è vestito firmato dalla testa ai piedi, ama le cremine costose e di certo non soffre la fame. Proprio come molti italiani con l'ultimo modello di Iphone ma che piangono miseria, paragonandosi a chi davvero non può permettersi non solo il superfluo (a differenza di lui), ma neanche i beni e servizi primari. Questo film ci ricorda che non dovremmo sempre piangerci addosso finché abbiamo un tetto e un pasto caldo, servizi igienici e la sicurezza che una bomba non scoppi accanto ai nostri piedi. Molti africani possono solo sognare queste cose che diamo per scontate ma, nonostante questo, non perdono la gioia di vivere, cantano e ballano. E quindi hanno molto da insegnarci! Magari nell'accoglierli, scopriremo il loro segreto
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jonnylogan
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lunedì 13 gennaio 2020
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ebony and ivory
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Pierfrancesco detto Checco, evasore fiscale braccato da numerosi debitori, decide di abbandonare l’Italia e ricominciare una nuova vita facendo il cameriere in un villaggio vacanze in Kenya. Durante il proprio soggiorno il villaggio viene attaccato da un commando di terroristi e per questo Checco decide di fare rientro in Italia non con il proprio passaporto ma seguendo lo stesso percorso di tutti i migranti e con il solo scopo di far perdere le proprie tracce.
Zalone torna al cinema senza l’aiuto del suo fido collaboratore Gennaro Nunziante che per una volta gli cede il posto facendolo cimentare con la sua prima regia e consentendogli al tempo stesso di trattare un argomento fin troppo attuale e declinato con il solito fare finto becero che ne contraddistingue la maschera, creata su atteggiamenti finto scorretti e principalmente razzisti.
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Pierfrancesco detto Checco, evasore fiscale braccato da numerosi debitori, decide di abbandonare l’Italia e ricominciare una nuova vita facendo il cameriere in un villaggio vacanze in Kenya. Durante il proprio soggiorno il villaggio viene attaccato da un commando di terroristi e per questo Checco decide di fare rientro in Italia non con il proprio passaporto ma seguendo lo stesso percorso di tutti i migranti e con il solo scopo di far perdere le proprie tracce.
Zalone torna al cinema senza l’aiuto del suo fido collaboratore Gennaro Nunziante che per una volta gli cede il posto facendolo cimentare con la sua prima regia e consentendogli al tempo stesso di trattare un argomento fin troppo attuale e declinato con il solito fare finto becero che ne contraddistingue la maschera, creata su atteggiamenti finto scorretti e principalmente razzisti. La pellicola, introdotta con largo anticipo da un video che ha fatto storcere più bocche, diventa un modo originale per parlare di migrazione e molto altro, fra cui il dramma di chi è tartassato da tasse ingiuste pur di poter lavorare. Con il protagonista nel ruolo di un truffatore degno erede, per atteggiamenti e modus operandi, del “peggior” Alberto Sordi di sempre, citato, nemmeno troppo velatamente, con un passo saltellante e un abbigliamento finale che rappresentano la perfetta sintesi sia del Professor Dottor Gudio Tersilli ma anche dell’armaiolo e guerrafondaio Pietro Chiocca, che proprio nei paesi dell’Africa centrale aveva trovato il proprio filone aurifero. Zalone di Sordi però non ha certo la statura attoriale, ma sa dirigere e riesce a confezionare un’opera che è ben più di un semplice endorsement nei confronti del rispetto delle genti che approdano sulle nostre coste, alternando le proprie canzoni a una trama che scorre veloce verso una conclusione che lascia a suo modo interdetti forse perché dopo l’eccellente “Quo Vado?”, in cui l’autore di Capurso aveva preso di mira il malcostume di rimanere aggrappati a ogni costo al posto fisso e statale, noi per primi ci aspettavamo molto di più, al netto di incassi che stanno trasformando questa sua quinta pellicola in uno sbanca botteghino maggiormente ancorato però al personaggio più che ai contenuti offerti.
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radames50
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lunedì 13 gennaio 2020
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conferma stato comatoso cinema italiano.
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Leggendo la recensione di critici "professionisti" e, nello specifico.di tal Paola Casella, che scrive di direzione pirotecnica, di colpi a 360° e di risate, un innamorato di Cinema si convince sempre più della mediocrità, della faziosità, dell'inadeguatezza della critica casereccia. Nei precedenti lavori di Zalone, anche lo spettatore più "schizzinoso" può essere indotto a qualche genuina e salutare risata, ma fuori del cinema gli rimane il nulla assoluto. Leggo di "correttezza politica" e, udite udite, di "determinazione scientifica a menare fendenti a destra e a manca". Infatti, Zalone e la Satira sono distanti anni luce, perché la seconda sceglie pochi bersagli, in tal caso davvero scientificamente, mentre colpire a destra e a manca significa non voler colpire nessuno e tenerseli tutti "buoni".
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Leggendo la recensione di critici "professionisti" e, nello specifico.di tal Paola Casella, che scrive di direzione pirotecnica, di colpi a 360° e di risate, un innamorato di Cinema si convince sempre più della mediocrità, della faziosità, dell'inadeguatezza della critica casereccia. Nei precedenti lavori di Zalone, anche lo spettatore più "schizzinoso" può essere indotto a qualche genuina e salutare risata, ma fuori del cinema gli rimane il nulla assoluto. Leggo di "correttezza politica" e, udite udite, di "determinazione scientifica a menare fendenti a destra e a manca". Infatti, Zalone e la Satira sono distanti anni luce, perché la seconda sceglie pochi bersagli, in tal caso davvero scientificamente, mentre colpire a destra e a manca significa non voler colpire nessuno e tenerseli tutti "buoni". Poveri Germi, Monicelli, Risi e Comencini!!!! Il cinema, la musica, la letteratura, le arti in genere, non hanno bisogno della critica cosiddetta professionistica; piuttosto è verissimo il contrario. Un comune spettatore ed un recensore professionista hanno entrambi il diritto di esprimere sciocchezze; ma la calamità anti culturale è che quelle della critica vengono divulgate.
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ombra
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domenica 12 gennaio 2020
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deludente
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Tolo Tolo propone l'immagine di italiani furbetti e truffaldini, superficiali e razzisti; ingrati sempliciotti che vengono sopraffatti da africani colti e di buone maniere che, al contrario degli italiani, accolgono e aiutano chi é in difficokta
no
non mi é piaciuto; confusionario è davvero, per nulla divertente
eravamo in otto, siamo letteralmente scappati alla fine del film.
deludente
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