Il male non esiste

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Un film di Mohammad Rasoulof. Con Ehsan Mirhosseini, Shaghayegh Shoorian, Kaveh Ahangar, Alireza Zareparast.
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Titolo originale Sheytan vojud nadarad. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 150 min. - Germania, Repubblica ceca, Iran 2020. - Satine Film uscita giovedì 10 marzo 2022. MYMONETRO Il male non esiste * * * 1/2 - valutazione media: 3,93 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Contro l'ingiustizia l'unica libertà si chiama disobbedienza

di Natalia Aspesi La Repubblica

Finito il turno di lavoro un uomo sale in macchina e si immerge nel traffico lento della città. Passa a prendere la moglie e poi la viziata figliolina, insieme al supermercato, poi della di lui suocera inferma, a pulirle la casa, prepararle la cena, provarle la pressione, lasciarla al suo programma tv preferito. Una pizza a cena perché così impone la bambina e poi la giornata, più o meno uguale in tutto il mondo, finisce. L'uomo a letto guarda nel buio, è cupo, inquieto, la sveglia suona alle 3 del mattino, nel buio risale in macchina, ha un momento di esitazione come se volesse fuggire, poi va dove è suo dovere tornare, nel luogo del lavoro che gli consente una vita tranquilla, una famigliola, anche se gli gela l'anima. Nel minuscolo ufficio i suoi gesti sono meccanici, ordinati, una centralina si accende di verde, lui guarda da uno spioncino e schiaccia un bottone, le luci diventano rosse: l'interminabile secondo successivo è per lo spettatore un pugno nel petto, un colpo al cuore che toglie il fiato. L'uomo si lava le mani, la faccia, come a liberarsi dall'orrore. Il male non esiste ha vinto l'Orso d'oro alla Berlinale del 2020, e arriva da noi dopo le chiusure della pandemia e agli inizi di una devastazione bellica di cui nulla sappiamo, nel buio di un futuro incontrollabile. Il regista e dissidente iraniano Mohammad Rasoulof, 50 anni, perseguitato dal regime come "nemico del sistema", più volte incarcerato, con la proibizione di girare, privato del passaporto, non potè andare a ritirare il premio a Berlino. Il film è molto bello, appassionante, con attori belli e credibili, paesaggi meravigliosi, una serie di improvvise rivelazioni da thriller. Ma ci sarà un momento in cui avremo voglia di vedere un film il cui tema è la pena di morte? Adesso poi che vediamo quotidianamente le immagini di quella imposta agli innocenti ucraini da una guerra, come tutte le guerre, ancor più di tutte le guerre, insensata? La magia di Rasoulof è quella di rendere pacificante, rasserenante il film, assicurandoci che sempre più persone rifiutano leggi criminali imposte da un regime cieco come quello della Repubblica Islamica dell'Iran, dove la pena di morte è ancora largamente applicata. L'associazione Nessuno Tocchi Caino ha contato 284 esecuzioni in Iran nel 2020, compreso quelle di 4 minorenni e 9 donne; per partecipazioni a sommosse popolari, fatti di droga o alcolismo, gestione di social su temi politici, appartenenza ad altre etnie, e naturalmente omicidio. La legge iraniana concede ai familiari dell'assassinato di scegliere tra la punizione in natura, cioè l'esecuzione, oppure il prezzo in natura, cioè il perdono in cambio di denaro. L'abbiamo visto recentemente in un altro film iraniano, Un eroe di Asghar Farhadi, dove un giovane padre di famiglia viene salvato dalla forca col denaro raccolto da una associazione caritatevole. Il male non esiste dura 150 minuti, che scorrono veloci perché è composto da quattro piccoli film, quattro storie diverse, non dalla parte delle vittime della pena capitale, ma di chi è incaricato, obbligato a eseguirla, contro ogni suo principio e capacità, vittima a sua volta di un potere feroce. Nel primo episodio, Il male non c'è, Heshmat è il brav'uomo di famiglia, boia per avere una vita, ma dalle notti insonni di chi non si perdona; nel secondo, Lei dice, lo puoi fare, Pouya è il soldatino di leva, dai 18 ai 24 mesi, che come è d'obbligo per tutti i maschi, dovrà dimostrare il suo patriottismo accompagnando lo sconosciuto condannato di turno sul luogo dell'esecuzione, prepararlo per l'impiccagione, togliere il soste gno dai piedi, seguirne l'agonia. La notte dell'esecuzione Pouya sta male, prega gli altri ragazzi di sostituirlo, lui sa che non può uccidere ma sa anche che se disubbidisce finirà in galera, non avrà mai un passaporto, né un vero lavoro. Ma lui proprio non può e affronta l'attimo felice della disubbidienza, della libertà. Anche Javad in Compleanno, è un coscritto, ed è riuscito ad avere tre giorni di permesso per raggiugere la sua amata fidanzata e festeggiare il suo compleanno. Sono momenti dolcissimi di vicinanza, ma qualcosa è successo, un amico di famiglia, un maestro, un intellettuale, è morto e tutti lo piangono. Javad lo riconosce nella fotografia illuminata dalle candele, e disperato non può che fuggire. In Baciami la ragazzina Darya che studia in Germania toma per una vacanza dallo zio, che con la moglie fa l'apicultore nel vuoto di un immenso deserto collinare. Un segreto doloroso di famiglia viene rivelato, una ribellione pagata per sempre. L'Iran è uno dei Paesi, tra i 56 che ancora la applicano, con il più alto numero di pene capitali, come 14 dei 50 Stati Americani, dove attualmente ci sono 3500 detenuti in attesa di esecuzione. La Cina non ha mai comunicato il numero dei suoi giustiziati ritenendolo un segreto di Stato, e nel 2020 ne ha esteso l'applicazione a chi non rispetti le misure di prevenzione del Covid 19, chissà cosa ne pensano i nostri resistenti no vax. Una indagine recente ha rivelato che il 70 % degli iraniani vuole l'abolizione della pena di morte, soprattutto i giovani. Intanto Putin con quella sua faccia senza sguardo si è rivolto alle mamme, alle mogli, a tutte le donne del suo immenso Paese per assicurarle che in Ucraina sono impiegati solo militari professionisti, pagati per uccidere; e ha escluso che verranno inviati soldati di leva, quei giovani russi che come i giovani iraniani non vogliono uccidere e potrebbero disubbidire.
Da La Repubblica, 13 marzo 2022


di Natalia Aspesi, 13 marzo 2022

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