L'uomo che vendette la sua pelle

Film 2020 | Drammatico, 90 min.

Regia di Kaouther Ben Hania. Un film con Monica Bellucci, Koen De Bouw, Husam Chadat, Rupert Wynne-James, Adrienne Mei Irving. Cast completo Titolo originale: The Man Who Sold his Skin. Genere Drammatico, - Tunisia, Francia, Belgio, Germania, Svezia, 2020, durata 90 minuti. Uscita cinema giovedì 7 ottobre 2021 distribuito da Wanted. - MYmonetro 2,83 su 25 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 8 ottobre 2021

Un ragazzo escogita uno strano modo per arrivare dal Libano all'Europa. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha vinto un premio ai Lumiere Awards, In Italia al Box Office L'uomo che vendette la sua pelle ha incassato 29,6 mila euro .

Consigliato sì!
2,83/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA 3,15
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Una storia d'amore senza frontiere che apre il dibattito ma non scende mai sotto la superficie.
Recensione di Tommaso Tocci
giovedì 7 ottobre 2021
Recensione di Tommaso Tocci
giovedì 7 ottobre 2021

A Raqqa, nella Siria del 2011, il giovane Sam è innamorato di Abeer, che lo ricambia ma sembra riluttante. L'entusiasmo di Sam nel chiedere la mano della ragazza è mal ricompensato da una soffiata alle autorità che lo mette nei guai per propaganda rivoluzionaria. Sam fugge così in Libano, mentre Abeer finisce in Belgio, sposata con un ricco diplomatico. Passano gli anni, Sam si arrangia come può, ma le circostanze economiche e politiche non gli consentono di raggiungere l'Europa per un tentativo disperato di ribadire il suo amore. Finché l'incontro casuale con un artista, che vuole tatuargli la schiena per farne un'opera d'arte vivente, non cambia le carte in tavola.

La regista tunisina Kaouther Ben Hania mescola una storia d'amore senza frontiere con la blanda provocazione di una satira sul mondo dell'arte, il tutto premendo sul nervo scoperto della crisi dei rifugiati. Un tema attuale che mette alla berlina il privilegio occidentale, ed europeo in particolare, attraverso il simbolo di una schiena tatuata con un visto che permette l'ingresso nell'area Schengen.

Un uomo in difficoltà diventa quindi arte in carne e ossa, con il film di Ben Hania a sottolineare esplicitamente come la circolazione degli oggetti di consumo sia più facile, nella nostra epoca, di quella delle persone. Lo spunto viene da una trovata simile dell'artista belga Wim Delvoye, che nel 2006 ha davvero tatuato una sua opera sulla schiena di un uomo, obbligandolo per contratto a "posare" nei musei e a farsi asportare un pezzo di pelle alla sua morte per consegnarla al compratore.

Adattata sul grande schermo, la schiena è quella magnetica di Yahya Mahayni, che fa un piccolo miracolo nel tenere insieme i molti toni, spesso divergenti, del film. Lo fa non solo con la schiena, che pure è ovviamente centrale, ma con tutto il corpo - organismo sinuoso e vibrante che passa dal sacrificale al tracotante.

A contendersene l'umanità c'è una schiera di personaggi che, un po' come tutto L'uomo che vendette la sua pelle, risultano posticci e superficiali, e purtroppo ben oltre le intenzioni degli autori. Da una bionda Monica Bellucci all'artista interpretato dal belga Koen De Bouw, tutti rimangono intrappolati in una satira dalle basi traballanti, mai nemmeno così sostenuta come in opere che ne facevano il loro fulcro (The Square di Ostlund o Animali notturni di Tom Ford).

Non può esserlo perché la regia ben consapevole di Ben Hania deve spesso tornare al paradosso principale, che misura la libertà umana in base ai passaporti e al controllo della propria pelle.

Certamente suggestivo e capace di provocare il dibattito (caratteristica che ha regalato al film anche una candidatura agli Oscar), ma solo ed esclusivamente a un livello ben più epidermico di qualunque tatuaggio.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 13 ottobre 2021
thomas

 Un profugo siriano clandestino in Libano “vende la sua pelle” facendola tatuare da un famosissimo artista, diventando così egli stesso un’opera d’arte e potendo in tal modo viaggiare liberamente per il mondo assoggettato alla normativa che consente la libera circolazione delle opere d’arte, laddove invece la circolazione delle persone è fortemente limitata. [...] Vai alla recensione »

venerdì 15 ottobre 2021
FabioFeli

Sam Ali (Yahya Mahayni) è con la sua ragazza. Abeer (Dea Liane) sul treno, ma nel loro paese vessato dalla guerra, la Siria, è meglio non esternare le proprie passioni in pubblico. Sam si allontana malvolentieri dal suo sedile, però ha fiducia in Abeer, ma non sa ancora che la madre della sua ragazza sta combinando un fidanzamento diverso.

venerdì 8 ottobre 2021
Francesco Massarelli

L'uomo che vendette la sua pelle è un'opera sorprendente e ricca di fascino che non smette di stupirci ed inquietarci fino all'ultima inquadratura. Il primo vero grande protagonista del film è l'amore, quello tra Sam e Abeer è il fil rouge che attraversa tutta l'opera, ma siamo in Siria e nemmeno all'amore è concesso di essere rivoluzionario.

lunedì 7 settembre 2020
no_data

Un ottimo film, ben scritto e con un cast perfetto. In equilibrio tra commedia, dramma e satira, il film si muove in quel territorio del paradosso dell'arte contemporanea che, in maniera diversa, è raccontato sia in The Square sia nel documentario Banksy does New York.

sabato 5 settembre 2020
Francesco Zennaro

Se nasci nella porzione di mondo sbagliata, la POLITICA ti stritolerà come uno schiacciasassi. E se, per un colpo di fortuna inaudito, "qualcuno" interviene in tuo aiuto (nel film un celebre artista concettuale alla Maurizio Cattelan nostrano), rendendoti per giunta ricco, interverrà qualcos'altro a "stritolarti come uno schiacciasassi", ovvero il [...] Vai alla recensione »

FOCUS
FOCUS
mercoledì 6 ottobre 2021
Mathilde Narros

Il mondo dell’arte contemporanea incontra il mondo dei rifugiati politici creando un’intrigante storia che porta la regista Kaouther Ben Hania agli Oscar 2021. L'uomo che vendette la sua pelle è il primo film tunisino e il primo film diretto da una donna ad essere in competizione come Miglior Film Internazionale, nomination meritata che contribuisce a colmare la mancanza di varietà delle istituzioni cinematografiche.
 

La regista è abituata a trattare temi legati alla società e, per questo nuovo viaggio, ci porta prima in Siria, poi in Libia ed infine a Bruxelles, in Belgio. Seguiamo il viaggio verso la libertà di Sam e seppure ci siano immagini legate alla guerra, il film propone molte altre riflessioni.

Le prime immagini ci suggeriscono quello che sarà uno dei temi più importanti dell’opera: il film ruota attorno all’arte contemporanea ma è sicuramente meno cinico rispetto a The Square. L’unico modo per ottenere un VISA e poter lasciare il proprio paese è quello di farsi tatuare un VISA sulla propria schiena da un artista internazionale. Il protagonista accetta questa condizione sperando di raggiungere la sua amata a Bruxelles. Potremmo dire che abbia venduto la sua pelle per amore.

Rinomata per eliminare qualsiasi tipo di frontiera tra individui, popoli e nazioni, l’arte è ampiamente rimessa in discussione. Sì, l’enorme tatuaggio permette la fuga da un paese in guerra e promette libertà ma, dopotutto, anche l’arte lo rinchiude in una sorta di prigione. Diventando esso stesso un’opera stimata milioni d’euro, il ragazzo deve sedersi silenziosamente per ore e mostrare la sua schiena a sconosciuti. Le scelte della fotografia fanno di tutto per trasmetterci il sentimento di oppressione a cui è confrontato. Le luci soffuse, i numerosi interni e le composizioni delle immagini non lasciano spazio al movimento, al pensiero e alla libertà.

Ed è qui che entra in gioco il discorso sullo sfruttamento e sulla commercializzazione degli esseri umani, in particolare dei migranti. Durante l’esposizione del tatuaggio, alcuni attivisti invadono la sala invocando i diritti dell’uomo e facendo capire a Sam di essere stato utilizzato per contribuire alla notorietà dell’artista e per fini economici. Non ci si dilunga troppo sullo sfruttamento dei migranti, il tema è forse troppo grave per il film che, oltre ad essere una critica alla società, vuole rimanere su un terreno più sobrio e raccontare una storia d’amore.

Kaouther Ben Hania critica l’assurdità dell’arte contemporanea ma la regista ha ironicamente confezionato un film che non fatica a rientrare nella categoria dell’oggetto artistico. Inoltre, il suo amore per l’arte traspare anche da come ha deciso di rappresentare il protagonista. Il suo corpo è costantemente messo in valore come un’opera d’arte ma senza nessuna connotazione sessuale. Sam è sempre gentilmente filmato e nella galleria sono presenti molteplici dipinti di nudi maschili. Lo sguardo femminile sul corpo maschile cambia le dinamiche a cui siamo abituati e offre nuove interessanti visioni.

Non bisogna dimenticare la straordinaria presenza scenica di Yahya Mahayni, nel ruolo principale, affiancato da altri eccezionali attori conosciuti a livello internazionale come la nostra Monica Bellucci. Volontà, probabilmente, di abbattere anche qui ogni tipo di frontiera tra gli attori, che sia di nazionalità o di popolarità.

Il film è liberamente ispirato alla storia e al tatuaggio di Tim Steiner, creato dall’artista belga Wim Delvoye. L’opera del 2006 è il punto di partenza che ha permesso alla regista di riflettere alla condizione umana, ai problemi della nostra società e ai limiti da non infrangere per preservare la nostra libertà, regalandoci un film brillante e originale.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 19 ottobre 2021
Raffaella Giancristofaro
Duels.it

Opera coraggiosa e fantasiosa, che opta per una sceneggiatura e per un'estetica totalmente opposta a quelle realistiche a cui molti racconti sui rifugiati ci hanno abituato, il quinto lungometraggio della regista franco tunisina Kaouther Ben Ania è ambientato infatti nel mondo del collezionismo d'arte contemporanea, già indagato con sagacia da The Square di Robert Ostlund nel 2017.

domenica 17 ottobre 2021
Fabio Ferzetti
L'Espresso

La bambina non lo sa, dunque lo chiede ad alta voce: «Tutti gli stranieri devono avere il visto tatuato addosso?». Domanda ingenua. Certo che no, e quel siriano a torso nudo con un enorme visto Schengen sulla schiena, esposto con tutti gli onori in una galleria in Belgio, non è più (solo) uno "straniero". È un' opera d' arte. E le opere circolano liberamente, ci mancherebbe, oltre che lucrosamente. [...] Vai alla recensione »

sabato 9 ottobre 2021
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Ha almeno un paio di precedenti. Uno reale: il tatuaggio che il belga Wim Delvoye - quello di "Cloaca", sofisticato meccanismo per produrre artistica merda - ha eseguito nel 2006 sulla schiena di Tim Steiner. La "tela"- dicia - mo così - è stata venduta dal tatuato medesimo ( che si considera solo una cornice) al collezionista Rein Reinking per 150 mila euro.

venerdì 8 ottobre 2021
Cinzia Cinque
Tu Style

Sam Ali, giovane emotivo e impulsivo, fuggito in Libano per scappare dalla guerra siriana, desidera andare in Europa, dove vive Abeer, di cui è innamorato. Privo di status legale, non riesce a ottenere un visto, e intanto si guadagna da vivere servendo cocktail nelle gallerie d'arte di Beirut. Conoscerà così Jeffrey Godefroi, un noto artista americano, che gli propone una sorta di patto col diavolo [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 ottobre 2021
Serena Nannelli
Il Giornale

"L'uomo che vendette la sua pelle": un film sagace e pieno di intelligenza L'uomo che vendette la sua pelle, il film diretto da Kaouther Ben Hania e da ieri nei cinema, è una piccola perla sotto tutti i punti di vista. Intellettualmente stimolante e visivamente sofisticato, pone lo spettatore innanzi a uno spettacolo verosimile (il film è ispirato a "Tim", opera dell'artista belga Wim Delvoye del [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 ottobre 2021
Hubert Heyrendt
La Libre

Rifugiato in Libano dopo la fuga dalla Siria, Sam (Yahya Mahayni) vuole a tutti i costi ricongiungersi con la fidanzata Abeer (Dea Liane), spinta dalla sua ricca famiglia verso un matrimonio con un diplomatico che vive a Bruxelles. A Beirut Sam conosce un artista belga che gli offre un "passaggio" in Europa se Sam accetterà di diventare parte di una sua installazione.

venerdì 8 ottobre 2021
Manuela Caserta
L'Espresso

Se la libertà vale più di tutto a quale prezzo può essere acquistata? È questa la domanda che il film L'uomo che vendette la sua pelle, lascia in testa allo spettatore. il terzo film della regista e sceneggiatrice tunisina Kaouther Ben Hania, è stato candidato agli Oscar 2021 come miglior film internazionale, e premiato a Venezia 77 nella sezione Orizzonti per la Migliore interpretazione maschile. Vai alla recensione »

giovedì 7 ottobre 2021
Marina Visentin
Cult Week

Sam Ali (Yahya Mahayni), il protagonista di L'uomo che vendette la sua pelle, non è un rivoluzionario, non milita in alcun partito, è solo un uomo un po' irruento, incapace di esercitare la prudenza quando si tratta di esternare il suo amore. E così quando Abeer (Dea Liane), la ragazza dei suoi sogni, su un treno affollato accetta incautamente la sua proposta di matrimonio, si mette a urlare e a inneggiare [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 ottobre 2021
Marco Marchetti
Eco del Cinema

In " L'uomo che vendette la sua pelle" la regista tunisina Kaouther Ben Hania segue le vicende di un giovane siriano di nome Sam Ali (Yahya Mahayni) che rischia il carcere per avere manifestato pubblicamente le sue idee favorevoli alla rivoluzione su un autobus di Raqqa. Il ragazzo decide di fuggire in Libano ma lascia nel suo paese natale la sua amata (Dea Liane), alla quale viene combinato un matrimonio [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 ottobre 2021
Massimiliano Schiavoni
Quinlan

Nel 2006 l'artista belga Wim Delvoye eseguì un'opera d'arte sul corpo dello svizzero Tim Steiner tramite l'apposizione di un tatuaggio sulla sua schiena. L'opera fu venduta a un collezionista per più di centomila euro, e secondo contratto, alla morte di Tim Steiner, la pelle sarà asportata dal corpo e messa in cornice. La vicenda ha ispirato molto alla lontana il nuovo film dell'autrice tunisina Kaouther [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 ottobre 2021
Fulvia Degl'Innocenti
Famiglia Cristiana

Narra una storia inusuale questo film presentato alla 77 Mostra del Cinema di Venezia, dove ha ottenuto il premio Orizzonti per la Miglior interpretazione maschile. Il lungometraggio vanta la prima nomination agli Oscar per la Tunisia. Fuggito in Libano dalla Siria dopo lo scoppio della guerra, Sam si imbuca al party di una mostra e viene notato da un artista celebre per le sue provocazioni.

giovedì 7 ottobre 2021
Stefano Giani
Il Giornale

Pur di fuggire dalla Siria e dalla guerra, Sam Ali accetta uno strano compromesso. Consente di farsi tatuare la schiena e finire in esposizione al museo pur di avere documenti e soldi per sbarcare in Europa e ricongiungersi all' amata, promessa a un altro. Il valore dell' arte - e dell' uomo come opera d' arte - contrapposto a quello di migrante in cerca di asilo.

giovedì 7 ottobre 2021
Antonello Catacchio
Il Manifesto

Era il 2012 quando la regista tunisina Kaouther Ben Hania si trovava al Louvre e si stava occupando dell' artista belga Wim Delvoye, il quale aveva esposto un' opera singolare: Tim. Tim Steiner stava seduto su una sedia, senza maglietta, e mostrava il tatuaggio sulla schiena, realizzato su disegno dell' artista. Così è nata l' idea di L' uomo che vendette la sua pelle.

martedì 5 ottobre 2021
Maria Sole Colombo
Film TV

In principio fu l'opera dell'artista belga Wim Delvoye. Nel 2006 tatuò la schiena di Tim Steiner facendone - letteramente - un pezzo da museo: da allora Tim è vincolato a prestarsi a mostre ed esposizioni temporanee durante le quali se ne sta seduto immobile su un piedistallo, faccia al muro e schiena al pubblico. L'uomo che vendette la sua pelle della tunisina Kaouther Ben Hania, candidato all'Oscar [...] Vai alla recensione »

martedì 5 ottobre 2021
Gian Luca Pisacane
La Rivista del Cinematografo

L'arte figurativa al cinema è qualcosa di fisico. La tensione è in uno spasmo verso la tela, una contrazione muscolare figlia della creatività. Il limite, per alcuni, sta nel cogliere la potenza di quell'atto. Si può scegliere di non rappresentarlo, di andare oltre. In Volevo nascondermi, il regista Giorgio Diritti non ci ha quasi mai fatto vedere la pennellata di Ligabue.

lunedì 4 ottobre 2021
Maurizio Ermisino
Quotidiano del Sud

Al cinema sono i giorni di Dune, di No Time To Die, di Tre piani di Nanni Moretti. Ma, se potete, trovate il tempo di andare a vedere L'uomo che vendette la sua pelle, in sala dal 7 ottobre distribuito da Wanted Cinema. È un film che punta l'attenzione su un argomento di cui, da quando è iniziata la pandemia, quasi non si parla più: le migrazioni. E lo fa in modo inedito, provocatorio, geniale.

venerdì 1 ottobre 2021
Antonio Maiorino
TaxiDrivers

C'è chi vende l'anima al diavolo, chi la pelle. Il protagonista dell'ultimo film di Kaouther Ben Hania forse le ha vendute entrambe. Ispirato alla storia di Tim, tatuaggio vivente che nel 2008 fu venduto dall'artista Will Delvoye, L'uomo che vendette la sua pelle è una storia di riconquista della dignità da parte di un rifugiato siriano disposto a farsi tatuare la schiena da un noto artista, mutando, [...] Vai alla recensione »

domenica 25 aprile 2021
Matteo Galli
Close-Up

Dopo Minari , Another Round , Collective e Quo Vadis, Aida? , resta il quinto e ultimo candidato per l'Oscar come miglior film straniero che si assegnerà, insieme agli altri, stanotte tra il 25 e il 26. Il film è un'originale mélo, opera della quarantaquattrenne regista tunisina Kaouther Ben Hania, con all'attivo quattro corti, tre documentari e un unico film di fiction, intitolato La belle et la meute [...] Vai alla recensione »

giovedì 22 aprile 2021
Veronica Orciari
Sentieri Selvaggi

Libertà. Una sensazione, una possibilità verso la quale l'uomo tende inevitabilmente ed instancabilmente. Certo, il cinema ci ha abituati alle più disparate situazioni di ricerca di questo elemento essenziale della felicità umana, ma la regista tunisina Kaouther Ben Hania con il suo The Man Who Sold His Skin ha deciso di spingersi oltre. La storia è drammatica, ci sono tutti gli elementi: un amore [...] Vai alla recensione »

lunedì 25 gennaio 2021
Francesco Ruzzier
Gli Spietati

Il punto di partenza di The Man Who Sold His Skin è tanto semplice quanto efficace ed è riassumibile con una domanda già parzialmente contenuta nel titolo: "cosa accadrebbe se un rifugiato politico vendesse il proprio corpo per farlo diventare un'opera d'arte?". Ecco quindi che prendendo in esame soltanto le premesse del film della regista tunisina Kaouther Ben Hania ci si trova di fronte a due universi [...] Vai alla recensione »

martedì 22 settembre 2020
Caterina Bogno
Film TV

Non pago dei dorsi di maiale fin lì tatuati, nel 2006 Wim Delvoye (nel film, non a caso, è un cinico assicuratore) cambia tela, e illustra la schiena di un altro essere umano. Muove da qui Ben Hania, spingendo oltre la riflessione: non un groppone come un altro, ma quello di un siriano in fuga per amore; non una Madonna qualsiasi, ma un visto Schengen che garantisca all'opera la libera circolazione. [...] Vai alla recensione »

lunedì 14 settembre 2020
Martina Barone
Cinematographe

L'uomo che vendette la sua pelle arriva nelle sale italiane il 7 ottobre 2021 grazie a Wanted Cinema dopo essere stato presentato alla 77° Mostra del Cinema di Venezia, dove ha vinto il Premio Orizzonti per il miglior attore ed essere stato candidato agli Oscar 2021 come miglior film internazionale. L'arte non ha confini, ma i territori sì. E molti di questi hanno anche leggi, torture, prigioni [...] Vai alla recensione »

martedì 8 settembre 2020
Simone Agnetti
Filmcronache

Vale più un'opera d'arte o la vita di un uomo? Dove è il limite tra legge dello stato e diritto dell'individuo? The Man Who Sold His Skin, in concorso in Orizzonti, indaga questi e altri aspetti del mondo contemporaneo. La regista e giornalista tunisina Kaouther Ben Hania, che ha all'attivo altre pellicole incentrate sul tema della violazione del corpo (La bella e le bestie, 2017), racconta una storia [...] Vai alla recensione »

sabato 5 settembre 2020
Giuseppe Pastore
Sky

Fuggito da Raqqa per evitare il carcere, un immigrato siriano a Beirut finisce nelle grinfie di un artista contemporaneo che gli propone di diventare il soggetto di un'opera visionaria: un enorme visto Schengen tatuato sulla schiena e riprodotto nei minimi dettagli. Questo film che sta strappando convinti applausi a ogni proiezione, sia quelle del pubblico sia quelle per la stampa più esigente, [...] Vai alla recensione »

NEWS
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lunedì 4 ottobre 2021
 

Su MYmovies i primi minuti dell'opera di Kaouther Ben Hania, con Monica Bellucci e Yahya Mahayni. Guarda l'inizio »

VIDEO
venerdì 1 ottobre 2021
 

Yahya Mahayni (miglior attore nella sezione Orizzonti a Venezia), e Monica Bellucci in una scena del dramma di Kaouther Ben Hania. Dal 7 ottobre al cinema. Guarda la clip »

TRAILER
mercoledì 22 settembre 2021
 

Per la regia di Kaouther Ben Hania, un dramma ambientato nel mondo dell'arte. Con Monica Bellucci e Yahya Mahayni. Dal 7 ottobre al cinema. Guarda il trailer »

NEWS
venerdì 17 settembre 2021
 

Un ragazzo escogita uno strano modo per arrivare dal Libano all'Europa. Vai all'articolo »

OSCAR
lunedì 15 marzo 2021
 

Sam Ali, un giovane siriano emotivo e impulsivo, è fuggito in Libano per allontanarsi dalla guerra siriana. Senza uno status legale, non è in grado però di ottenere un visto per recarsi in Europa, dove vive l'amata Abeer.

[LINK] FESTIVAL
giovedì 17 settembre 2020
 

Il film di Kaouther Ben Hania verrà presentato all’interno della cornice Da Venezia a Roma. Vai all’articolo »

winner
premio orizzonti miglior attore
Festival di Venezia
2020
winner
miglior co-produzione internaz.
Lumiere Awards
2021
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