Se questo è amore

Film 2020 | Documentario, +16 82 min.

Anno2020
GenereDocumentario,
ProduzioneIsraele, Austria
Durata82 minuti
Regia diMaya Sarfaty
TagDa vedere 2020
DistribuzioneWanted
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +16
MYmonetro 3,85 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Maya Sarfaty. Un film Da vedere 2020 Genere Documentario, - Israele, Austria, 2020, durata 82 minuti. distribuito da Wanted. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 3,85 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 20 gennaio 2021

La tragica storia d'amore tra una giovane prigioniera ebrea ad Auschwitz e un ufficiale delle SS austriache. In Italia al Box Office Se questo è amore ha incassato 865 .

Consigliato assolutamente sì!
3,85/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 3,69
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Un'indagine avvincente e creativa su una relazione proibita nata ad Auschwitz. E sulle sue conseguenze .
Recensione di Raffaella Giancristofaro
mercoledì 20 gennaio 2021
Recensione di Raffaella Giancristofaro
mercoledì 20 gennaio 2021

Marzo 1942: il primo contingente che varca i cancelli del campo di Auschwitz-Birkenau è un gruppo di mille donne provenienti dalla Slovacchia. Le più fortunate tra loro vengono messe a lavorare nel Kanada, il fabbricato destinato allo smistamento dei beni dei prigionieri, a pochi passi dai forni crematori. Nel gruppo spicca Helena Citron: giovane e attraente, aspirante attrice, con la sua voce soave fa innamorare l'ufficiale austriaco delle SS Franz Wunsch. Il loro affetto, nato contro ogni probabilità, protegge Helena e altri dalla morte e dagli orrori del lager. Che si tratti di amore corrisposto o di senso di opportunità, la loro relazione avrà decisive conseguenze all'interno di quel campo di concentramento ma anche strascichi imprevisti nelle loro esistenze di sopravvissuti alla guerra. In particolare quando, grazie anche all'impegno di Simon Wiesenthal, tra gli anni '60 e '70 in Austria verranno individuati e processati settanta ex ufficiali delle SS ancora a piede libero.

Se il titolo italiano del documentario di Maya Sarfaty cerca l'assonanza con il testo di Primo Levi, quello originale ricalca le parole della canzone tedesca dei primi anni '30 che accompagna tutto il film: Liebe war es nie (cioè "non è mai stato amore"). È infatti da quella canzone che ha inizio l'incanto dell'ufficiale nazista per la ragazza ebrea.

Mentre è una foto in bianco e nero di lei che, prigioniera, sorride al fotografo nonostante la cattività, a dare il via all'indagine del film e anticiparne la struttura prismatica, l'impianto aperto e ambivalente. Ritagliando l'ovale del suo viso da quella foto, riprodotta in molte copie, e sovrapponendolo a sfondi diversi, Franz continuerà ad alimentare per proprio conto la fascinazione per Helena, anche molto oltre la brusca interruzione nel '45.

Come raramente accade, in Se questo è amore convivono armonicamente una vicenda paradossale, il montaggio efficace di materiali e un'idea originale di messa in scena: Sarfaty, più che affidarsi a repertori già noti, attraverso la tecnica del fotomontaggio multistrato risemantizza le foto d'epoca, per costruire, attraverso una vicenda privata, una prospettiva differente, obliqua, su un dramma storico collettivo. Scontornate e dotate di una nuova profondità, le immagini idealmente si avvicinano allo spettatore, a offrire una narrazione chiaroscurale di un episodio eccezionale della Shoah, in osservazione non giudicante delle dinamiche umane che si innescano in un contesto ferocemente disumano.

In dialogo con questa ricercata soluzione grafica corre il movimentato e per nulla unanime coro delle testimoni oculari dei fatti, le compagne di prigionia di Helena, intervistate oggi. Alle loro voci si aggiungono anche la voce di Roza, la sorella di Helena, finita anche lei ad Auschwitz, e i repertori video della stessa Helena e di Franz ormai anziani, colti rispettivamente in interviste della tv israeliana e in un film di famiglia girato dalla di lui figlia, propulsore determinante della storia. Tra la realtà del campo, la rinascita dei sopravvissuti in Israele e il processo a Wunsch a Vienna nel 1972, molto abilmente Sarfaty dissotterra e reimpagina una storia a lungo rimasta nell'oblio, o meglio nella rimozione.

La natura proibita, indicibile della relazione, così come la parziale ambientazione viennese e l'impunità di crimini nazisti, rievocano Il portiere di notte di Liliana Cavani (girato, tra l'altro, poco dopo quei processi austriaci). Anche Se questo è amore, al di là della natura del legame tra i protagonisti, cerca l'astrazione, il punto di vista non manicheo, mentre riconsidera i rapporti di forze tra vincitori e vinti e riflette sulla persistenza di trauma e ricordo, tra ossessione e negazione. Parte dall'amore, terreno di per sé illusorio e sfuggente, e si fa avvincente, asciutta affermazione del principio di vita sulla programmatica follia di annientamento.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
domenica 31 gennaio 2021
Francesco Alò
Il Messaggero

Da non perdere, in conclusione della settimana del Giorno della Memoria, Se questo è amore di Maya Sarfaty, a noleggio sulle principali piattaforme digitali. Lui ama lei ma l' uomo è un ufficiale nazista e la donna una detenuta di Auschwitz. Documentario raffinato, con foto e testimonianze struggenti, capace di descrivere l' orrore di una più subdola forma di prevaricazione.

venerdì 5 febbraio 2021
Alissa Simon
Variety

Sembra inimmaginabile: una relazione sentimentale tra una prigioniera ebrea e un ufficiale delle Ss, ad Auschwitz. Eppure il superbo documentario di Maya Sarfaty (che approfondisce il suo stesso corto The most beautiful woman, con cui ha vinto un Oscar per studenti) racconta la storia d'amore tabù tra la detenuta slovacca Helena Citron e l'ufficiale austriaco Franz Wunsch.

sabato 30 gennaio 2021
Gabriele Niola
Wired

Inizia tutto con una foto, quella di Helena Citron, prigioniera ad Auschwitz con pigiama a righe e foulard in testa come tutte. Solo che nello scatto è sola, in una giornata di sole, sorridente e ben pasciuta. È un'immagine stranissima, molto lontana da quello a cui siamo abituati quando si parla di Olocausto. Ed è ancora più strana se si considera che ad averla scattata è un soldato delle Ss, Franz [...] Vai alla recensione »

giovedì 28 gennaio 2021
Maurizio Acerbi
Il Giornale

La bella e giovane slovacca Helena Citron finisce ad Auschwitz dove, con la sua bella voce, fa innamorare Franz Wunsch, ufficiale delle SS. Una relazione proibita portata avanti, non senza difficoltà, fino al 1945. Nel '72 Franz viene processato in Austria per i crimini nazisti e chiede, tramite la moglie, di far venire Helena a testimoniare a suo favore.

giovedì 28 gennaio 2021
Giulia Lucchini
La Rivista del Cinematografo

E' un doc, ma la storia è da film. S'intitola Se questo è amore, e per una volta il titolo italiano, con chiaro riferimento al libro di Primo Levi Se questo è un uomo, è più efficace dell'originale: Liebe war es nie, cioè non è mai stato amore, ricalcante le parole della canzone tedesca dei primi anni trenta che accompagna tutto il film. Sulle note di quella canzone ebbe inizio l'incanto di Franz [...] Vai alla recensione »

martedì 26 gennaio 2021
Adriano De Grandis
Film TV

Può una canzone salvarti la vita? Può bastare, agli occhi di una prigioniera, un "bitte" per trasformare una belva nazista di Auschwitz in un uomo quasi docile? Probabilmente l'ufficiale delle SS Franz Wunsch non era il più crudele nel campo di concentramento più tragico della storia: sfogava il suo potere soprattutto contro i maschi e la voce di quella donna che cantò occasionalmente alla festa di [...] Vai alla recensione »

domenica 24 gennaio 2021
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

«Sembrava una persona normale», dice uno dei giurati che nel 1972 prosciolse a Vienna il sottotenente delle SS Franz Wunsch dall' accusa di omicidio di massa ad Auschwitz Birkenau. Della sua normalità dà conto Se questo è amore (Ahava Zot Lo Hayta, Israele e Austria, 2020, 86'). Alternando testimonianze e montaggi di foto d' epoca, il film/documento della trentottenne israeliana Maya Sarfaty torna [...] Vai alla recensione »

giovedì 21 gennaio 2021
Marina Visentin
Cult Week

«Come può una donna sorridere così con addosso l'uniforme di un lager? Mi sta dicendo che anche lì si può essere felici?» Queste sono alcune delle domande con le quali si apre il documentario Se questo è amore della regista israeliana Maya Sarfaty on line il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, sulle principali piattaforme on demand distribuito da Wanted Cinema A porre tali inquietanti [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
venerdì 8 gennaio 2021
 

La tragica storia d'amore tra una prigioniera e il suo carceriere nazista. Dal 27 gennaio sulle principali piattaforme digitali. Guarda il trailer »

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