jonnylogan
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domenica 17 gennaio 2021
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san patrignano: (poche) luci e (molte) tenebre
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Cinque episodi dai titoli epici come una tragedia e che desiderano narrare l’ascesa e la caduta della figura mastodontica e paternalistica di Vincenzo Muccioli e della comunità da lui creata sulle ultime curve degli anni ’70. Una comunità ricavata da un podere di sua proprietà e riconvertito a stato libero dalle droghe e impiegato per reinserire socialmente, attraverso punizioni corporali e crisi sedate dall’uso di metodi coercitivi, coloro che spontaneamente vi si recavano piegati da un problema che fra i ‘70 e gli ‘80 era ben visibile ma altrettanto nascosto sotto gli occhi di tutti.
Il lungo documentario, primo caso italiano e dal respiro internazionale, creato da Netflix e diretto da Cosima Spender, regista di casa nostra ma da sempre residente nel regno unito e dedita al mondo della docu fiction, rappresenta una scommessa ampiamente vinta in termini di ascolti e inevitabili polemiche che un personaggio come il romagnolo Muccioli era inevitabile che portasse nuovamente a galla.
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Cinque episodi dai titoli epici come una tragedia e che desiderano narrare l’ascesa e la caduta della figura mastodontica e paternalistica di Vincenzo Muccioli e della comunità da lui creata sulle ultime curve degli anni ’70. Una comunità ricavata da un podere di sua proprietà e riconvertito a stato libero dalle droghe e impiegato per reinserire socialmente, attraverso punizioni corporali e crisi sedate dall’uso di metodi coercitivi, coloro che spontaneamente vi si recavano piegati da un problema che fra i ‘70 e gli ‘80 era ben visibile ma altrettanto nascosto sotto gli occhi di tutti.
Il lungo documentario, primo caso italiano e dal respiro internazionale, creato da Netflix e diretto da Cosima Spender, regista di casa nostra ma da sempre residente nel regno unito e dedita al mondo della docu fiction, rappresenta una scommessa ampiamente vinta in termini di ascolti e inevitabili polemiche che un personaggio come il romagnolo Muccioli era inevitabile che portasse nuovamente a galla. Grazie a numerose testimonianze di ex ospiti, giornalisti, magistrati e famigliari, su tutti il figlio Andrea che successe al padre alla guida della comunità alla morte di quest’ultimo, d’immagini di repertorio e ponendosi come un semplice narratore, ma senza la più classica delle voci fuori campo, si viene trascinati nella vita di un uomo dal passato in chiaro oscuro che dedicò tutta la propria esistenza alla sua attività fino ai numerosi processi per maltrattamenti e omicidi, lasciando che sia lo spettatore a decidere per quale tesi parteggiare, se benefattore o despota ingiusto, ma senza nascondere gli aspetti più burrascosi di una vicenda ancora molto attuale.
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massimiliano santucci
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sabato 9 gennaio 2021
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non si è mai completamente riconoscenti al p padre
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Ho guardato questo docufil con mio figlio sedicenne. Ottima ricostruzione dei fatti, coglie luci ed ombre ma lascia che sia lo spettatore ad assolvere o a condannare quel microcosmo attraverso il quale sono passati migliaia di giovani. Per chi come il sottoscritto ha studiato a fondo le "istituzioni totali" (nello specifico le caserme) molti meccanismi legati alla nascita di gerarchie parallele ed informali non stupisce, così come non stupisce che in un luogo in cui convivono centinaia di giovani in uno stato di semi clausura prima o poi il fattaccio di cronaca (suicidio/omicidio) sia un fatto tristemente prevedibile e quasi del tutto incontrollabile.
L'istrione Muccioli è intriso di carisma.
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Ho guardato questo docufil con mio figlio sedicenne. Ottima ricostruzione dei fatti, coglie luci ed ombre ma lascia che sia lo spettatore ad assolvere o a condannare quel microcosmo attraverso il quale sono passati migliaia di giovani. Per chi come il sottoscritto ha studiato a fondo le "istituzioni totali" (nello specifico le caserme) molti meccanismi legati alla nascita di gerarchie parallele ed informali non stupisce, così come non stupisce che in un luogo in cui convivono centinaia di giovani in uno stato di semi clausura prima o poi il fattaccio di cronaca (suicidio/omicidio) sia un fatto tristemente prevedibile e quasi del tutto incontrollabile.
L'istrione Muccioli è intriso di carisma. Un personaggio così lo si può solo amare od odiare. Personalmente lo giudico animato tanto da sinceri sentimenti filantropici quanto da comprensibile ambizione. Un manager ante litteram che ha saputo selezionare e crescere un gruppo dirigente che non gli è stato fedele in eterno, come capita in tutte le imprese di successo. Detto fuori dai denti e con tutto il rispetto per le storie di vita di Delogu e Cantelli (oggi ottimamente integrati nella vita sociale e con una non comune capacità di stare davanti alla telecamera) io avrei sinceramente declinato la sicuramente prezzolata richiesta di rendere di pubblico dominio quel conflitto interiore che rassomiglia tanto a quello di "certi figli verso certi padri". Un amore e un odio che dovrebbero maturare nell'intimità del proprio vissuto. Specie se possono ledere la memoria di una persona che, come un padre e con tutti i limiti di un padre, ti ha restituito alla vita.
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mirko tommasi
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mercoledì 6 gennaio 2021
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sconcertante
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Docu-fiction sconcertante, che se da un lato è dotata di una qualche valenza estetico-artistica, dall'altro risulta completamente inadeguata a dare una raffigurazione scrupolosa, obiettiva e veritiera del personaggio di Vincenzo Muccioli
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