Una riflessione sull'artista Pino Pascali, in concorso Italiana.Doc al 38TFF.
di Raffaella Giancristofaro
Scultore, scenografo, performer, creativo pubblicitario, artista d'avanguardia ascritto dal critico Germano Celant nella corrente dell'Arte Povera, il barese Pino Pascali muore nel 1968 a Roma, in seguito a un incidente automobilistico, a soli 32 anni. A 50 anni dalla sua scomparsa, la Fondazione che porta il suo nome con sede a Polignano a Mare acquista dal gallerista Fabio Sargentini la sua opera Cinque bachi da setola e un bozzolo. Quell'occasione - il trasporto e l'apertura delle casse, la consulenza dei periti, l'installazione dell'opera, gli aspetti contrattuali - viene documentata fotograficamente da Pino Musi.
Montatore, tra i molti altri, per Dario Argento e Luca Guadagnino, Walter Fasano firma regia e soggetto e parte dalle immagini in bianco e nero di Musi per plasmare attorno ad esse un ritratto che osa ben oltre i canoni della classica monografia illustrativa di un artista. Pino infatti scarta a priori la formula un po' obsoleta della successione di "teste parlanti" di esperti e critici a illuminare i tratti determinanti di una traiettoria creativa.