Roversi si è preso una pausa. Finché non terminerà la sua riflessione non aprirà la porta a nessuno.
di Paola Casella
Giacomo è un trentenne che ha perso il lavoro da tre settimane e non si rassegna allo status di disoccupato, che non confessa nemmeno alla moglie Anna - ma lei lo viene comunque a sapere. Dopo un'accesa discussione coniugale in merito, Giacomo esce di casa e si rifugia in una sala cinematografica: anzi, più precisamente finisce bloccato nel bagno delle donne del cinema, insieme ad un chihuahua inappetente che appartiene a Valeria, la proprietaria della sala. E decide di rimanere lì dentro, isolandosi al mondo; ma il mondo a poco a poco lo viene a cercare, identificando nella sua scelta una protesta generazionale contro il precariato, e rendendo virale su Internet il suo eremitaggio.
Nel bagno delle donne è il lungometraggio di esordio di Marco Castaldi che ha scelto la storia di Giacomo, raccontata nel romanzo "Se son rose" di Massimo Vitali e sceneggiata da Castaldi insieme ad Alessio Lauria (già regista di Monitor), per mettere l'accento su alcune tematiche contemporanee: la precarietà dei giovani, certo, ma anche la desertificazione delle sale cinematografiche, il bisogno di ognuno di confessare le proprie insicurezze, anche a perfetti sconosciuti, e la crescente fragilità del maschio italiano contemporaneo.