Anno | 2020 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Marco Castaldi |
Attori | Luca Vecchi, Daphne Scoccia, Stella Egitto, Francesca Reggiani, Francesco Apolloni Alessandro Bardani, Andrea Delogu, Luis Molteni, Niccolò Senni, Paolo Triestino, Nino Frassica, Alberto Lo Porto, Karen Di Porto, Teodoro Giambanco, Lorenzo Bocci, Lorenzo Tiberia, Galeffi, Marco Costa, Marina Pennafina, Hanieh Akhlaghi, Lucia Batassa, Annabella Calabrese, Dario Cenciarelli, Andrea Colicchia, Valerio Desirò, Giulio Dicorato, Filippo Ferrari, Valentina Ghetti (II), Valerio Lundini, Barbara Manzato, Betanì Mapunzo, Giulio Pampiglione, Francesco Perciballi, Andrea Pinzuti, Olga Shapoval, Romano Talevi, Andrea Venditti, Massimo Vitali (II). |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 2,74 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 2 dicembre 2020
Roversi si è preso una pausa. Finché non terminerà la sua riflessione darà udienza a tutti, ma non aprirà la porta a nessuno.
CONSIGLIATO SÌ
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Giacomo è un trentenne che ha perso il lavoro da tre settimane e non si rassegna allo status di disoccupato, che non confessa nemmeno alla moglie Anna - ma lei lo viene comunque a sapere. Dopo un'accesa discussione coniugale in merito, Giacomo esce di casa e si rifugia in una sala cinematografica: anzi, più precisamente finisce bloccato nel bagno delle donne del cinema, insieme ad un chihuahua inappetente che appartiene a Valeria, la proprietaria della sala. E decide di rimanere lì dentro, isolandosi al mondo; ma il mondo a poco a poco lo viene a cercare, identificando nella sua scelta una protesta generazionale contro il precariato, e rendendo virale su Internet il suo eremitaggio.
Nel bagno delle donne è il lungometraggio di esordio di Marco Castaldi che ha scelto la storia di Giacomo, raccontata nel romanzo "Se son rose" di Massimo Vitali e sceneggiata da Castaldi insieme ad Alessio Lauria (già regista di Monitor), per mettere l'accento su alcune tematiche contemporanee: la precarietà dei giovani, certo, ma anche la desertificazione delle sale cinematografiche, il bisogno di ognuno di confessare le proprie insicurezze, anche a perfetti sconosciuti, e la crescente fragilità del maschio italiano contemporaneo.
La messinscena è esile (come probabilmente i fondi per produrre questa storia) e ricorda certe commedie anni '90: il protagonista, lunare e sfigato, all'epoca sarebbe stato interpretato da Valerio Mastandrea. Nell'era Internet invece ha il volto di Luca Vecchi, cofondatore dei The Pills, resi celebri da una webserie, e il tono di Nel bagno delle donne si mantiene più da webserie che da cinema per il grande schermo, anche se c'è una certa cura nella circolarità di una storia che comincia dalla mancanza di privacy di un bagno senza serratura, prosegue in un bagno con la serratura bloccata che diventa un non luogo dello spirito, e finisce con un altro bagno (forse) nuovamente condivisibile. A sparigliare le carte è la presenza scenica di Daphne Scoccia, che riesce ad aggiungere una misura di credibilità a qualunque storia e ha un carisma cinematografico naturale, da Fiore in poi, elevando il contesto in cui si trova. Quasi quasi si vorrebbe che la storia vertesse principalmente su di lei, eroica proprietaria di un cinema in via di sparizione, di quelli dove si proiettano "film indipendenti che non hanno avuto una distribuzione": una giovane donna fiera della propria autonomia e per niente spaventata dalla solitudine, o dalle difficoltà del suo tempo.
Era da tempo che non vedevo un film così brutto. Perché vengono prodotti film del genere? Aiutoooooo
Non potendo andare al cinema ,mia grande passione, causa Covid , ringrazio il regista Castaldi e tutto lo staff per avermi regalato questa serata di metacinema. Giacomino è un po' Gregor Sansa ed un po' tutti i poveri mariti italiani che forse solo in bagno riescono a trovare un po' di pace.
Davvero non smette di stupire la capacità di certo cinema italiano indipendente (se ancora questo termine ha un senso) di inventarsi piccoli film chiusi in un unico luogo. Per abbattere i costi, ovvio, ma anche, quando va bene, per farsi metafora di qualcosa di più grande. Nel bagno delle donne, appunto, si svolge quasi tutto nel bagno delle donne di un cinema romano (r)esistente (l'Orione), dove un [...] Vai alla recensione »