Anno | 2020 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Giappone |
Durata | 107 minuti |
Regia di | Akiko Ohku |
Attori | Yasuko Matsuyuki, Kanji Furutachi, Makoto Izubuchi, Katsuya Koiso, Haru Kuroki Tomoya Maeno, Kazuhiro Nakahara, Kôzô Satô, Hiroya Shimizu, Daichi Watanabe. |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento sabato 6 giugno 2020
La grappa è uno dei rimedi per la depressione di Yoshiko che la donna, appassionata e complessa, racconta in un tragicomico diario.
CONSIGLIATO SÌ
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"Questo è il mio diario, nessuno lo leggerà, neanche io lo rileggerò" pensa la protagonista Yoshiko Kawashima e lo spettatore accede ai suoi pensieri, in punta di piedi, grazie alla regista Akiko Ohku che li lascia fluire nel tempo della vita della stravagante Yoshiko, una donna di mezza età che non per questo smette di evolvere e porsi interrogativi essenziali su se stessa, sulla sua identità prendendo spunto da ciò che osserva con una sensibilità quasi paranormale e immaginando le vite degli altri a partire da dettagli impercettibili che la commuovono fino alle lacrime. Yoshiko non smette così di verificare il suo legame con la vita.
Una vita, all'inizio più pensata che vissuta e poi, gradualmente, con il fondamentale aiuto della collega e amica Wakabayashi Yoshiko riesce a trovare un equilibrio stabile tra il pensare ed il vivere proprio nella consapevolezza del divenire tra il mondo degli oggetti e il mondo delle persone.
Saranno le lenti degli occhiali da sole della vivace Wakabayashi su cui si rifletterà il suo sorriso in una giornata di sole a risponderle, a farle comprendere di essere felice, almeno per il momento. Esce così da un mondo in "bianco e nero" e opaco per saltellare in un mondo dai colori vividi e brillanti e donare fiori agli sconosciuti. Ma Yoshiko si avvale anche di un altro fondamentale supporto che la aiuta a ristabilire la sua emotività: la grappa (ed anche il vino rosso o il sakè che offre persino ad una zanzara). Il proverbio classico in vino veritas vale ancora ma viene interpretato in modo alquanto originale da Ohku che si serve di questo superalcolico per caratterizzare un personaggio nuovo che di fatto non perde mai il controllo ma fa un uso inaspettato della grappa che scandisce le sue giornate, le sue emozioni, le sue delusioni.
Mettendo da parte gli stereotipi associati all'alcool, alla singletudine o all'età, il film è un invito a mettersi alla prova proprio come Yoshiko e la sua vita: vedremo l'esistenza ordinaria di una creatura bizzarra, non convenzionale, la solitudine di una donna rivelarsi come una più profonda e silenziosa sintonia con le cose e le persone che la circondano, la maternità manifestarsi senza il presupposto della famiglia, vedremo la giovinezza raccordarsi con la maturità senza fratture, il passato lasciare spazio al futuro senza obliarsi e un inciampo divenire il mezzo attraverso cui cambiare prospettiva e non procedere a ritroso ma in avanti. Un'opera che si va ad aggiungere alla filmografia tutta al femminile di Akiko Ohku: una scelta autoriale che punta a realizzare un ritratto generazionale capace di seguire le sue fantastic girls in tutte le tappe della loro vita riscoprendo il potenziale di ogni stagione dell'esistenza. Bisogna mettersi in ascolto, in ascolto del mondo interiore di Yoshiko e del nostro.