felicity
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martedì 23 novembre 2021
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straordinario, trascinante, disperato e politico
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Ma Rainey’s Black Bottom è un film denso di tematiche (il razzismo americano, la natura del potere, il talento, il significato del blues) e nello sviluppo della trama, tutte queste tematiche riescono a costruire una tensione crescente che raggiunge l’apice nel colpo di scena finale.
La nota più eccellente di Ma Rainey’s Black Bottom sono le interpretazioni, e se in generale il livello di tutto il cast è decisamente alto, a brillare sono senza dubbio le star principali: Chadwick Boseman (Levee) e Viola Davis (Ma Rainey).
Boseman offre un’interpretazione incredibilmente energica e sopra le righe, che se nel contesto di un film propriamente detto sarebbe risultata addirittura un po’ gigionesca, in questo ‘teatro sullo schermo’ è pura linfa vitale.
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Ma Rainey’s Black Bottom è un film denso di tematiche (il razzismo americano, la natura del potere, il talento, il significato del blues) e nello sviluppo della trama, tutte queste tematiche riescono a costruire una tensione crescente che raggiunge l’apice nel colpo di scena finale.
La nota più eccellente di Ma Rainey’s Black Bottom sono le interpretazioni, e se in generale il livello di tutto il cast è decisamente alto, a brillare sono senza dubbio le star principali: Chadwick Boseman (Levee) e Viola Davis (Ma Rainey).
Boseman offre un’interpretazione incredibilmente energica e sopra le righe, che se nel contesto di un film propriamente detto sarebbe risultata addirittura un po’ gigionesca, in questo ‘teatro sullo schermo’ è pura linfa vitale. Sapere che il protagonista ha girato il film nelle ultimissime fasi della sua malattia terminale (Chadwick Boseman è morto 12 giorni dopo la fine delle riprese) carica ovviamente l’esperienza di visione di una tragica malinconia, eppure il suo pur drammatico ruolo gode di un’energia adamantina e incontenibile, che rende credibilissimo l’attore nei panni di un rabbioso ventenne pronto a conquistare il mondo.
A rubare però la scena è un’incredibile Viola Davis, che trasformata da un superbo make-up in una corpulenta matrona del blues dai modi ispidi e imperiosi, offre una performance impossibile da ignorare. Senza dubbio una delle vette più alte della sua carriera, che le permette non solo di prodursi in una prestazione attoriale di assoluto livello ma anche di fare sfoggio di un impressionante talento in qualità di cantante. Se Ma Rainey era “la madre del Blues”, la Davis senza alcun dubbio rivendica qui un ruolo di regina della scena.
Ma Rainey’s Black Bottom va capito e preso per quello che è: se vi aspettate un linguaggio propriamente cinematografico vi ritroverete davanti a un prodotto piuttosto statico e a tratti gigionesco e con dialoghi naïf, ma se accetterete la chiave di lettura offerta e abbraccerete pienamente la matrice teatrale del progetto, avrete davanti una straordinaria, trascinante e disperata opera dal grande valore politico.
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