L'incredibile storia dell'Isola delle Rose

   
   
   

Una reale fiaba sessantottina Valutazione 4 stelle su cinque

di Eugenio


Feedback: 33754 | altri commenti e recensioni di Eugenio
venerdì 11 dicembre 2020

Quanto è incredibile la vicenda dell’Isola delle Rose, disponibile su Netflix dal 9 dicembre?  
In giorni in cui ancora vige grande confusione tra diritti e doveri delle azioni, le ali della fantasia, non così lontana dalla realtà di Sydney Sibilia (regista della fortunata trilogia: Smetto quando voglio) e Matteo Rovere, produttore, ci proiettano nel mondo dell’ingegner Giorgio Rosa (interpretato da Elio Germano) che, preda dei suoi astratti furori romagnoli,  nella primavera del 1968 costruisce, con l’aiuto di uno scombinato gruppo di amici, compreso un apolide tedesco, una piattaforma artificiale sulla falsariga di quelle petrolifere, al largo di Rimini, fuori dalle acque territoriali, proclamandola stato indipendente.
Una vicenda così incredibile da ispirarsi a una storia vera, capace di ragionare sul sottile confine tra conformismo e anticonformismo, a metà tra una pungente critica sociale e una commedia caratterizzata da frequenti dialoghi macchiettistici, forse talune volte apparentemente superficiali, ma capaci di trovare uno stile compiuto nell’analisi della rivoluzione creativa del protagonista che coinvolge, a breve, una comunità ribelle, desiderosa ancora di credere nella forza dei sogni e delle scelte.
Nella prima parte dell’incredibile storia dell’isola delle rose, sembra questo il cuore del film: qui vediamo il buon Giorgio Rosa, spirito sui generis esaltare, sin dalle prime scene (con un auto da lui realizzata che sfreccia tra i portici di Bologna con tanto di arresto conseguente), il libero arbitrio del singolo in lotta contro un sistema conservatore, una dialettica tra diritto positivo e diritto naturale che presto attira gli interessi dell’opinione pubblica; nella seconda, dalla forte risonanza col nostro presente, Sibilia indugia la macchina da presa sulle conseguenze dell’atto di Rosa, sulla reazione del governo di Giovanni Leone (il Montalbano Luca Zingaretti) allora presidente del consiglio e Franco Restivo (il bravissimo e qui lascivo Fabrizio Bentivoglio), Ministro dell’Interno, simbolo di una classe politica algidamente avvinta alla spietata efficienza storica. E per questo Rosa rappresenta la provocazione da abbattere, quella psichedelia inaccettabile da eliminare a tutti i costi, anche a prezzo di una cesura terribile nei confronti di ogni sentimentalismo e desiderio.
In mezzo, Sibilia infarcisce il racconto di tante gag, sul fil rouge della reprimenda sul pensiero, di cui la piattaforma creata da Rosa, assurge a simbolo di libertà al di fuori di ciò che viene giudicato normale e legittimo, o meglio “conformista”, il cui rappresentante, come cantava Gaber era un concentrato di opinioni che quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire. Forse da buon opportunista, si adegua senza farci caso- E vive nel suo paradiso.
Ecco, Giorgio Rosa è esattamente il contrario. E non solo assurge grazie al gigioneggiar pensoso di Elio Germano, ma perché riesce, come da buona commedia che si rispetti, a coniugare il dolce sentimento di un amore con Gabriella (Matilda De Angelis), promessa a un uomo dalla “vita normale”, con l’amarezza di un sogno infranto.
Ecco l’incredibile, una storia assurda da essere vera, sentita, di un paese che a vederlo oggi pare lontanissimo ma che ci insegna, come il nostro protagonista, a liberarci dagli schemi mentali precostituiti per una vita, forse non migliore, ma sicuramente più critica.
Del resto, il fine dell'esistenza è una partita in cui ciascuno di noi giocatori cerca di sfruttare meglio le carte che gli vengono assegnate. Non ci viene chiesto se vogliamo giocare, non ci viene dato di scegliere le carte ma dobbiamo partecipare e sta noi decidere come.E il come lo decidiamo ogni giorno.
E anche se le carte non sono buone, c’è una speranza: quella di ritrovarsi davanti un giocatore che non sa sfruttare le sue potenzialità contro il quale potremmo comunque vincere, oppure scegliere di insegnargli quello che sappiamo e anche se perdiamo, bè, abbiamo vinto lo stesso.
Si può vincere quando si raggiunge un obbiettivo, si può perdere per fare esperienza e migliorare sempre di più. E alla fine... è come non perdere mai. Come Giorgio Rosa ci insegna sino all’ultimo.

[+] lascia un commento a eugenio »
Sei d'accordo con la recensione di Eugenio ?

Sì, sono d'accordo No, non sono d'accordo
100%
No
0%
Scrivi la tua recensione
Leggi i commenti del pubblico

Ultimi commenti e recensioni di Eugenio :

Vedi tutti i commenti di Eugenio »
L'incredibile storia dell'Isola delle Rose | Indice

Recensioni & Opinionisti Premi
Multimedia Shop & Showtime
Nastri d'Argento (7)
David di Donatello (13)


Articoli & News
Immagini
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 |
Scheda | Cast | News | Trailer | Poster | Foto | Frasi | Rassegna Stampa | Pubblico | Forum | Shop |
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità