Tratto dalla vera storia di Grevylle Wynne, un film di spionaggio che racconta tra le righe come si forma una coscienza. Presentato alla Festa del Cinema di Roma e prossimamente al cinema.
di Marianna Cappi
Quando Greville Wynne, rappresentante di commercio, siede per la prima volta al tavolo con un'agente della CIA e uno del M16, non ha idea di chi siano veramente né di quello che stanno per domandargli. Non sa che l'intelligence occidentale vuole ingaggiarlo come corriere, sfruttando il solito viaggiare per lavoro nei paesi dell'Est, per portare a Washington le informazioni top-secret prodotte da una fidata fonte russa, Oleg Penkovsky. È il 1960, la catastrofe nucleare è alle porte, ma Greville Wynne non rischia nulla con il suo incarico. Finché non diventa una questione personale.
Lo sceneggiatore Tom O'Connor, interessandosi di spionaggio russo-americano per contingenze del tutto contemporanee (le presidenziali USA del 2016), scopre la storia di Penkovsky, preoccupato dall'instabilità e dall'impulsività di Krushev, e del civile britannico Wynne, e costruisce un film di genere spionistico-sentimentale che è anche il racconto di come si forma una coscienza e di come si cambia il mondo, giurando lealtà non al concetto astratto della patria ma alla concretezza di un'amicizia.