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I predatori, un debutto che si misura a testa alta con i registri tipici della commedia all'italiana

Pietro Castellitto esordisce alla regia con una storia corale complessa, che interseca in modo rocambolesco innumerevoli linee narrative. Presentato a Venezia 77 e da giovedì 22 ottobre al cinema.
di Paola Casella

venerdì 11 settembre 2020 - Mostra di Venezia

Pierpaolo è un medico sposato con Ludovica, affermata regista. Il loro figlio Federico è un laureando in filosofia tiranneggiato da un barone universitario che gli preferisce qualunque altro studente. Le loro vicende si incrociano con quelle di Bruno, primario amico di Pierpaolo, e di sua moglie Gaia, nonché con quelle di Claudio e Carlo, due fratelli che gestiscono un'armeria e fanno parte di un gruppo neofascista. Completano il quadro le moglie i figli di Carlo e Claudio, e un sulfureo personaggio che resterà (di fatto) innominato e che compare solo all'inizio e alla fine.


Alla sua prima prova dietro la cinepresa Pietro Castellitto, figlio di Sergio e di Margaret Mazzantini, butta decisamente il cuore oltre l'ostacolo e si cimenta in una storia corale assai complessa, commettendo uno degli errori classici del neoregista: mettere troppa carne al fuoco.

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